A Chiara Amirante si
deve la fondazione della Associazione Nuovi Orizzonti. Nel 1991
iniziò la sua avventura con l’andare di notte alla stazione Termini per
incontrare ragazzi con problemi di tossicodipendenza, alcolismo,
prostituzione, AIDS, carcere. Da allora ha fondato numerosi centri di
recupero e case di accoglienza per
tossicodipendenti,
alcolisti, ragazze madri, bambini di strada, ragazze schiave della
prostituzione, ex detenuti. Ha dato vita a molte altre iniziative:
evangelizzazione di strada, formazione umana e spirituale, cenacoli di
preghiera, pubblicazioni.
Dagli
anni novanta
partecipa come ospite ad alcuni
programmi
televisivi e radiofonici. Dal
2004 è
Consultore del
Pontificio
Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti
e dal
2011 è
membro del Comitato scientifico per la rivista People on the
Move dello stesso Dicastero. Dal
2012 è
Consultore del
Pontificio
Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.
Ha partecipato – come uditrice - alla XIII Assemblea generale
ordinaria del
Sinodo dei
vescovi dal 7 al 28 ottobre 2012 sul tema La nuova
evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana. Autrice
di varie pubblicazioni è convinta che “Solo l’amore resta”. Che è
il titolo del suo ultimo libro.
Quanto
è cambiato il ruolo dei laici a 50 anni dall’inizio dei lavori del
Concilio ecumenico Vaticano II?
Penso che l’impegno attivo dei laici nella chiesa e nella nuova
evangelizzazione sia decisamente cresciuto e ha portato un contributo
davvero significativo (grazie anche al fiorire di tanti movimenti che ha
caratterizzato il periodo post-conciliare). Il Concilio Vaticano II ha
sottolineato con forza la chiamata universale alla santità e questo ha
portato un importante contribuito nel fare maturare nei laici una nuova
consapevolezza della grandezza della loro vocazione nel mondo. Penso
comunque che ci sia ancora tanta strada da percorrere.
E, in
particolare, cosa è mutato nel suo impegno quotidiano e nel suo progetto
di comunità?
Nei nostri statuti abbiamo voluto indicare come fine generale
dell’Associazione Nuovi Orizzonti la santità dei membri.
La Parola di Dio
indica con molta chiarezza la santità come la volontà di Dio per tutti
noi: “questa
è la volontà di Dio, la vostra santificazione” (1Ts 4,3).
Possiamo quindi
fare grandi opere, impegnarci tantissimo nell’evangelizzazione, ma, se
non puntiamo con tutto il nostro cuore alla santità, tutto ciò che
facciamo è vanità perché non siamo nella volontà di Dio.
Per me quindi ciò che più conta
personalmente e per tutti i membri della comunità è puntare a vivere
nella preghiera incessante perché tutto ciò che diciamo, pensiamo,
facciamo, possa scaturire dalla contemplazione, da un rapporto sempre
più profondo con il Signore. Il contributo dei laici nella
comunità è fondamentale. Tutti i membri della Comunità Nuovi
Orizzonti si impegnano a portare la Gioia ponendo una particolare
attenzione al mistero della discesa agli inferi di Gesù e alla gioia
della sua resurrezione. E’ necessario cercare di restare sempre nel Suo
Amore e crescere nella consapevolezza che senza di Lui non possiamo fare
niente (cfr Gv 15,5).
Come
dovrebbe essere, a suo avviso, il rapporto tra laico e religiosi e
religiose sulla base degli insegnamenti conciliari? E come è in realtà?
Credo che dovremmo puntare a una comunione sempre più profonda e avere
un grande amore per tutte le vocazioni e i carismi che lo Spirito Santo
ha donato alla Chiesa. In molte missioni di strada, iniziative di
evangelizzazione e sociali abbiamo la grazia di collaborare con diverse
famiglie religiose e movimenti ecclesiali… Potere lavorare in comunione
è sempre un grande dono e arricchimento per tutti.
Anche su questo punto penso però che ci sia ancora molto da
crescere. “Come
tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola,
perché il mondo creda” (Gv 17,21).
La
vocazione a favore degli ultimi è la sfida che ogni giorno affronta
Chiara Amirante. Qual’è a tuo avviso la sfida che oggi deve affrontare
la Chiesa
Dinanzi alle sfide del mondo contemporaneo: relativismo, edonismo,
consumismo, egocentrismo, narcisismo, progresso tecnologico esponenziale
che porta senz’altro il progresso ma che contiene in se il rischio di
fare della scienza una nuova religione, la crisi economica che stiamo
attraversando… non mettere tutto il nostro impegno nel vivere il
vangelo sarebbe un grave atto di omissione.
Quando ho iniziato ad andare in strada di notte spinta dal
desiderio condividere la gioia del mio incontro con Cristo Risorto
proprio con i più disperati pensavo che uno delle piovre più terribile
dei giovani di oggi fossero le droghe ma presto ho dovuto toccare con
mano che le droghe sono sì un male terribile ma sono solo una
conseguenza di tanti veleni subdoli di cui le nuove generazioni
si nutrono. Relativismo: non c’è più un
limite tra ciò che è bene e ciò che male tutto si può fare perché così
fan tutti. Edonismo: siamo passati da ciò che è bene a ciò che mi
va con una crescita esponenziale dell’uso dell’alcool, delle droghe
delle dipendenze di vario genere. Razionalismo esasperato: si
crede in ciò che si vede, in ciò che è scientificamente dimostrabile. Ma
l’uomo senza amore non può vivere e cosa c’è di più fondamentale e allo
stesso tempo inafferrabile dell’amore? Consumismo: l’ usa e getta
sta avvelenando sempre di più anche le relazioni con ferite
profondissime e devastanti; in nome di Dio denaro si è pronti a
calpestare i diritti fondamentali di ogni essere umano.
I dati sono decisamente allarmanti: l’ 80% dei giovani
vivono le situazioni di grave disagio che in maniera sempre
crescente caratterizzano il mondo giovanile: uso e abuso di sostanze
stupefacenti, anoressia, bulimia, depressione, alcool, abusi nella
sessualità. Si stima che siano più di duecentocinquanta milioni i
ragazzi e le ragazze che hanno subito qualche tipo di abuso, in Italia
70% delle donne subiscono qualche tipo di violenza, 1 miliardo di
persone soffrono la fame, 54 milioni gli aborti ogni anno secondo alcuni
dati dell’ OMS.
Sono dati che non possono non interpellarci in prima
persona e anche se la tentazione può essere lo scoraggiamento dobbiamo
credere che tutto è possibile per chi crede e niente è impossibile a
Dio. L’Amore fa miracoli perché Dio è amore.
Per
qualcuno il Concilio Ecumenico Vaticano II è il segno tangibile del
soffio dello Spirito Santo, per altri invece rappresenta un segnale
negativo. Che cosa è per Chiara Amirante il Concilio?
Per me ha segnato una nuova primavera nella Chiesa o meglio una nuova
Pentecoste, per usare le parole usate dal Giovanni XXIII e ricordate da
Benedetto XVI nel discorso ai nuovi vescovi che poco prima dell’inizio
del sinodo hanno partecipato al convegno annuale promosso dalla
Congregazione per i vescovi. Benedetto XVI si è infatti espresso così: “La
nuova evangelizzazione è iniziata con il Concilio. Il beato Giovanni
XXIII vedeva nel concilio una nuova pentecoste che avrebbe fatto fiorire
la chiesa nella sua interiore ricchezza. Gli effetti di quella nuova
pentecoste nonostante le difficoltà si sono prolungati raggiungendo la
vita della chiesa in ogni sua manifestazione da quella istituzionale a
quella spirituale dalla partecipazione dei laici nella chiesa alla
fioritura carismatica e di santità”.
E’
appena uscito ‘solo l’amore resta’ sulla straordinaria esperienza di
vita vissuta e sui disegni divini. Come si riesce a leggere i segni che
Dio ci manda per indicare la strada da percorrere?
Credo sia fondamentale non permettere che niente spenga nel nostro cuore
il Fuoco dello Spirito. Non possiamo
accontentarci di amare un po’… dobbiamo mettere tutto il nostro impegno
per amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze!
La Parola di
Dio ci rivela che il Signore si manifesta a chi lo ama: “Chi
mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a
lui” (Gv 14,21). Dobbiamo imparare a diventare dei contempl-attivi (come
diceva don Tonino Bello); chiedere allo Spirito Santo la grazia di
potere vivere sempre immersi nella più profonda contemplazione, fare
silenzio per metterci in ascolto della Sua Parola. Poi è fondamentale
l’umiltà: “Dio resiste ai superbi;
agli umili invece dà la sua grazia”
(Gc 4,6).
Ciò che ci da la garanzia di non prendere lucciole per lanterne è
l’obbedienza.
A
proposito di segni, dove va
la Chiesa universale oggi?
Preghiamo perché sempre più possa camminare anzi correre verso la
santità! Oggi più che mai c’è urgente bisogno di santi che facciano
riscoprire la bellezza, la grandezza, la sacralità della vocazione che
abbiamo ricevuto a tanti che si dicono cristiani ma che di fatto si
stanno allontanando dalla fede e spesso sono di scandalo ai piccoli.
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