Papa
Francesco è una delle sorprendenti irruzioni di Dio sull’umanità. Mentre
uomini e donne del nostro tempo, sotto tutte le latitudini, vivono una
inesausta e inappagata ricerca di felicità, e il male avvolge la storia
umana con il suo sudario di prepotenza, di aggressione, di brutalità, di
ricerca del potere e del denaro, egli indica a tutti quali sono le vie
da seguire, gli impegni su cui cimentarsi. In poche toccanti parole egli
sintetizza la vita cristiana, camminare, edificare, confessare e
parla di tenerezza, di perdono, di misericordia, di
povertà. Di gioia, di Croce sino all’ultimo possente
invito: “cari giovani, non fatevi rubare la speranza”.
Abbiamo
chiesto ad alcune persone dal nord al sud della penisola: che ne pensi,
in poche righe, di primo acchito di papa Francesco’?
E hanno risposto:
M. Orsola, superiora generale delle Murialdine
Consigliera USMI nazionale
Mercoledì 13 marzo mi trovavo in piazza san Pietro insieme alla folla
festante, a molti giovani e famiglie anche con bambini piccoli in
braccio. Incuranti della pioggia eravamo lì ad aspettare il nuovo papa.
Quando è apparso alla loggia centrale della basilica e ha esordito con
quel semplice saluto: "Fratelli e sorelle... buonasera!" l'entusiasmo di
tutti si è manifestato con un prolungato applauso. Ma il momento più
intenso e forte è stato quando ha chiesto di fare silenzio e di pregare
per lui: “Facciamo in silenzio una preghiera di voi su di me”.
Quell'inchino per ricevere la benedizione da noi invocata, quel silenzio
della folla, quell'atmosfera spirituale che si percepiva quasi
fisicamente ci ha coinvolti tutti. Ho visto molte persone commuoversi e
io stessa non sono riuscita a trattenere le lacrime. In quel momento mi
sono venute in mente le parole di Gesù: "Lo Spirito del Signore è su di
me... mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai poveri". Papa
Francesco si è subito rivelato come uomo umile, semplice, spirituale,
povero che ama i poveri. Veramente il Signore ha visitato il suo popolo!
Grazie, Papa Francesco e auguri di buon cammino con il tuo popolo.
Sr Maria Carmela Tornatore, Suore del Getsemani
Segretaria USMI regionale della Sardegna
Cosa dire di quest’uomo
mandato da Dio “al popolo che cammina nelle tenebre” – per definire
quest’epoca storica con le parole della Sacra Scrittura (cfr. Is 9,1) –
e su cui rifulge provvidenzialmente una “grande luce”?
Una Luce che ci guida da
oltre duemila anni, perché Lui, Gesù è vivo, e attraverso umili e deboli
strumenti umani, ricolmi della forza dello Spirito, penetra nei tempi
più oscuri della storia umana e li fa risplendere di luminosa e gioiosa
speranza.
Ecco: una luce che
rischiara in modo sorprendente la vita grigia di tanti cristiani stanchi
di esserlo, un calore che trasmette a tutti quelli che ascoltano la sua
parola evangelicamente semplice ma diretta al cuore, senza complicazioni
intellettuali. Gesti che richiamano l’amicizia, l’affetto, la bontà,
l’umiltà, la prossimità…
Questa luce, questo
strumento dello Spirito, questo “semplicemente” uomo è oggi il Santo
Padre Francesco, che sulla scia luminosa del grande Benedetto
XVI, ci spinge in modo irresistibile ad aprire il cuore al Vangelo della
misericordia e dei poveri. Una nuova luce. Una nuova svolta. Una nuova
speranza per la Chiesa e per il mondo. Grazie Signore Gesù!
Cristina Simonelli, laica, membro del
Coordinamento teologhe italiane (CTI)
Vive in un accampamento Rom a Verona
Il
vescovo di Roma, prima di benedire “la città e il mondo”, chiede che
fratelli e sorelle invochino su di lui benedizione: penso che molte mani
si siano levate, come nel silenzio pregnante che accompagna l’epiclesi
nei riti di ordinazione. Emozioni, informazioni, preoccupazioni e sogni
si sono accavallati velocemente e aprono comunque a un tempo di
laboratorio e riaffermata sinodalità .
E’
comprensibile che il nome di Francesco evochi il sogno di una chiesa:
sobria, amante della giustizia e custode del dialogo e delle differenze?
Verosimilmente tutte e tutti abbiamo aspettative, anche se non
identiche. Pur nella gravità del momento, non possono non suscitare
qualche sorriso le maldestre prove di “linguaggio francescano” di
alcuni, che prima invece bollavano come pauperistico ogni riferimento
alla povertà e come ingenuo e rinunciatario ogni richiamo al dialogo che
a sorores
e
fratres poverelli si riferisse.
La
nostra postazione, diciamo così, può ben stare nell’orizzonte aperto
dalla preghiera di benedizione: che è invocazione, prima di tutto, e
nasce da una Promessa: quella con la maiuscola, ricevuta e accolta; e
quella feriale cui, sono convinta, non mancheremo di ottemperare. La
foto della danza contro la violenza sulle donne, di una città italiana
fra le altre - che accompagna il bello e in poche ore scontato scorcio
giottesco - significa la nostra promessa. Promessa di esserci e di
continuare a portare contributo di parola oltre che di ascolto, per
promuovere a tutto campo la riflessione non “sulle donne” ma delle donne
e a partire dalle donne, nella chiesa e nel mondo, nella piazza e nell’ekklesia.
Una chiesa di perdono
ricevuto e perciò offerto – se così si può capire
miserando et eligendo -
il motto di Papa Francesco.
E in essa quella
misericordia che non ignora la
giustizia e quella riconciliazione che non rimuove semplicemente
il passato, perché così eliminerebbe una seconda volta le sue vittime.
Ma può, facendo memoria, invocare compimento e dunque aprire e
immaginare il Futuro. Per tutto questo, come nella
biblica
berakah,
oggi
toto
corde
invochiamo
benedizione.
Sr Elisa Kidanè – missionaria comboniana
Papa Francesco!
E’ bastato un nome per mandare in visibilio non solo la folla presente a
san Pietro la sera del 13 marzo, ma il mondo intero.
Un nome che da solo
evoca semplicità, povertà (non miseria), benevolenza. Tutti elementi
presenti nelle prime parole e nei gesti, semplici e dirompenti di questo
Papa venuto da lontano per riavvicinare la Chiesa al mondo.
Un Papa che si inchina
per ricevere la benedizione del suo popolo, una Papa che abbraccia e
bacia tutti e tutte. Un Papa che si definisce, semplicemente, vescovo di
Roma, e quindi un Pastore che in questo preciso momento della storia del
mondo arriva come unguento, come balsamo, come olio di Nardo.
Sì; questo fiore
inserito dentro il suo stemma, a prescindere dall’interpretazione
ufficiale, personalmente oso intravvedere il nocciolo del ministero
petrino di Francesco: un pastore che saprà, come quella sera del 13
marzo, chinarsi mille volte sui popoli per lenire le ferite con il
profumo di Nardo. Un gesto che noi uomini e donne consacrate dovremmo
re-imparare a fare. E sono certa che Papa Francesco sarà per chiunque
sceglie di stare accanto ai deboli, un compagno di viaggio e ci aiuterà
a ritrovare la passione per Cristo e per l’umanità.
Sr Maurilia Tommaso delle “Figlie della Misericordia e della Croce”
Vice segretaria USMI regionale della Sicilia
Papa Francesco al Suo
primo apparire, la sera del 13 marzo, dopo aver chiesto di pregare per
lui e chinarsi profondamente, non solo ha fatto regnare il silenzio, ma
ha conquistato tutti, anche le persone lontane dalla Chiesa per la Sua
umiltà e semplicità.
Dalle Sue prime parole e
Omelie conserviamo alcuni insegnamenti molto semplici ma fondamentali:
pregare gli uni per gli altri, non aver timore della tenerezza, curare
la vita, avere cura di noi e degli altri, aver cura dei bambini, degli
anziani e della natura; inoltre che Dio non si stanca mai di perdonarci.
Da quanto appreso dai
mezzi di comunicazione, il S. Padre ci insegna a trovare il tempo per
tenere viva l’amicizia con le persone, ad aver attenzione e cura dei
poveri, pagando di persona. Ai Suoi connazionali ha raccomandato di
risparmiare il denaro per il viaggio e darlo ai poveri, Lui avrebbe
potuto predicare anche davanti a una piazza vuota.
Assicuriamo preghiere
per Papa Francesco, nostro Sommo Pontefice e ringraziamo il Signore per
i Papi che ha dato alla Sua Chiesa in questi ultimi secoli.
Madre Pierina Scarmignan, Superiora Generale "Orsoline di Maria
Immacolata"
Consigliera USMI Nazionale
"Considero l'evento dell'elezione di Papa Francesco una grande grazia
per la Chiesa e per il mondo intero. Abbiamo vissuto l'attesa della sua
elezione con una intensità tanto particolare. È stata un'attesa fatta di
preghiera allo Spirito e di desiderio profondo che l'eletto fosse "una
bella persona", un uomo di Dio, che fosse l'uomo che Dio stesso
desiderava per la sua amata Chiesa.
E Dio
ha esaudito la nostra preghiera!
Dal
primo giorno del suo pontificato Papa Francesco si è rivelato un uomo di
Dio. Al vedere il suo modo di porsi e nell'ascoltare le sue parole il
nostro cuore si è sentito subito e profondamente grato a Dio per il dono
di questo Pastore.
Proprio
come gli uomini di Dio, così Papa Francesco: la sua presenza, il suo
volto, i suoi gesti ispirano pace e fiducia; le sue parole, non solo
parlano di Dio, ma rivelano il cuore di Dio. E noi mentre lo ascoltiamo
parlare della misericordia, della bontà, della tenerezza di
Dio, facciamo l'esperienza di una Presenza. La nostra mente e il nostro
cuore assaporano queste realtà.
A me
sembra che in lui si armonizzi amore per Dio e amore per l'umanità,
semplicità di parola e di vita e nello stesso tempo una grande
profondità e radicalità di fede.
Sono
felice anche che papa Francesco sia un religioso perché porto nel cuore
la speranza che la vita religiosa possa ricevere luce e forza 'nuove'
dalla sua testimonianza di vita e dal suo messaggio. Oggi, abbiamo
tanto bisogno di vedere 'incarnati' i nostri desideri di vita religiosa
'nuova': nuova nella modalità di porsi, di annunciare, di agire. Chissà,
forse, in Papa Francesco, il Signore ce ne sta donando un esempio".
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