Dizionario biblico
della vocazione
«Perché mandi operai nella sua messe»
(Lc 10,2b)
La pubblicazione del Dizionario Biblico della Vocazione
Il bisogno di
«ripensare» il messaggio vocazionale della Bibbia
Dopo la
pubblicazione del Dizionario di Pastorale Vocazione (Editrice
Rogate, Roma 2002), a cinque anni di distanza vede la luce un nuovo
strumento biblico per la pastorale delle vocazioni: il Dizionario
Biblico della Vocazione. Il principio ermeneutico che guida la
ricerca biblica contenuta in questo Dizionario è costituito da
un’opzione di base: considerare la “vocazione-chiamata” non solo come
oggetto della teologia biblica, ma come
categoria-orizzonte-principio-simbolo di tutta la rivelazione della
Sacra Scrittura. Pertanto si chiede ai lettori e agli operatori
pastorali di ripensare e riproporre il messaggio della Sacra Scrittura
attraverso la categoria della “vocazione” e di riflettere sul dialogo
tra Dio che si rivela e l’uomo che risponde alla sua Parola e che
accoglie l’Evangelium vocationis nella propria vita!
L’esigenza di
ripartire dal dialogo vocazionale Dio-uomo
«La buona notizia,
l’evangelo, è proprio questa: il Padre ha chiamato l’uomo attraverso il
Figlio nello Spirito, l’ha chiamato non solo alla vita, ma alla
redenzione, e non solo alla redenzione da altri meritata, ma a una
redenzione che lo coinvolge in prima persona, rendendolo responsabile
della salvezza di altri. In questa salvezza, ricevuta e condivisa, è
racchiuso il senso di ogni vocazione. È il vangelo della vocazione!» (NVNE,
31). Questa affermazione contenuta nel Documento Nuove vocazioni per
una nuova Europa sintetizza in chiave vocazionale il senso della
rivelazione dell’opera di Dio nella storia, che è essenzialmente una
chiamata alla salvezza. Infatti l’esperienza dell’uomo biblico è segnata
fin dal suo esordio dall’ascolto della “parola vocante” del Creatore. Il
desiderio di entrare in un dialogo con Dio e di rispondere al suo
appello “profetico” viene espresso come atto di fede e speranza. Nel suo
volume sulla Parola Ispirata, l’esegeta Luis Alonso Schökel
ricordava come la Bibbia non fosse oggetto di uno specifico articolo
della fede, ma sottolineava come nel Credo niceno-costantinopolitano
si dichiarasse il fatto che «Dio ha parlato per mezzo dei profeti («Deus
locutus est per prophetas»). Tale affermazione presenta il Dio
biblico come “colui che parla”, costruendo una relazione che nasce dalla
fiducia filiale e matura mediante una fede dialogale (cf. Dei Verbum
2). Partendo da questo asserto possiamo comprendere come la realtà della
vocazione definisce l’origine e la natura del dialogo tra Dio e l’uomo:
Dio sceglie di autocomunicare il proprio mistero di amore all’uomo. Il
Dizionario cerca di «rispondere» a questa esigenza: proporre un
itinerario biblico dei temi e delle categorie che afferiscono all’evento
vocazionale e che determinano la risposta del’uomo all’appello di Dio:
la sua vocazione!
La «vocazione»
come tema «generatore e fondativo»
Vocazione è
anzitutto «rivelazione di un mistero di amore». Tutta la Parola di Dio è
“vocante” e per ciò stesso diventa il “centro” della rivelazione divina
nella storia. Nel progresso del dialogo tra Dio e l’uomo, la Parola non
perde mai la sua connotazione “appellante”, in quanto narra storie di
vocazioni, sprigiona una misteriosa forza di attrazione e soprattutto
coinvolge il destinatario in una scelta cruciale di fronte ad un
progetto di vita e di futuro. Tuttavia proprio alla luce del “dialogo di
amore” che il Padre inaugura, gli uomini sanno di non essere soli nel
cammino. Nel cuore della storia, la Parola “vocante” di Dio si è “fatta
carne” nel suo Figlio, Gesù Cristo (cf. Gv 1,14). Egli è la pienezza
della rivelazione del Padre, Colui che ha portato a compimento l’attesa
messianica, realizzando la propria vocazione nell’obbedienza alla
volontà di Colui che lo ha chiamato e lo ha inviato. A partire da questo
evento centrale della storia, abbiamo la certezza che la Parola
“vocante” è la persona stessa di Gesù di Nazaret, il Figlio crocifisso e
risorto. Di conseguenza, il senso religioso di ogni vocazione, nella
varietà dei modi e delle forme con cui si esprime, si può riassumere
nella chiamata di ciascuno a «conformare se stesso all’immagine del
Figlio» (cf. Rm 8,29). Per tale ragione tutta la storia umana, prima e
dopo Gesù Cristo, può essere definita a buon diritto «storia
vocazionale», illuminata dalla vita del Risorto e proiettata verso la
sua realizzazione escatologica. In questo asserto si evidenzia il
fondamento per costruire una “teologia biblica della vocazione”. Il
Dizionario intende farsi portatore di questa proposta
teologico-pastorale.
La nascita di
un’idea e la sua realizzazione
L’idea è nata
dall’esigenza di approfondire la radice biblica dell’esperienza
vocazionale. In questi ultimi dieci anni, insieme all’insegnamento
accademico, mi è stato chiesto di svolgere un servizio nella formazione
dei candidati al ministero ordinato e nel coordinamento di Centri
Diocesani Vocazioni dell’Abruzzo e del Molise. E’ stato un tempo di
grazia, durante il quale ho potuto sperimentare in prima persona gli
orizzonti dell’annuncio vocazionale e allo stesso tempo i limiti e le
fatiche di una pastorale tanto delicata e cruciale. L’incontro
provvidenziale con i Padri Rogazionisti ha fatto scattare in me l’idea
di proporre uno “strumento” che nascesse dalla competenza e dalla
sensibilità dei tanti colleghi biblisti che operano nel nostro contesto.
Condivisa l’idea con p. Luciano Cabbia e la sua équipe del Rogate
di Roma, nel giugno del 2005 è partita la proposta a cui hanno aderito
progressivamente settanta autori, preparando 160 voci. Tali
collaboratori e collaboratrici hanno lavorato e lavorano a vario titolo
nel campo della pastorale biblica e vocazionale, prevalentemente sul
versante della formazione. Essi hanno redatto le voci facendo sintesi
tra il sapere scientifico e le esigenze della complessa realtà
ecclesiale dove operano. Un tale lavoro ha richiesto oltre un tempo di
maturazione durante il quale ogni autore ha potuto interpretare e
sviluppare il proprio tema di ricerca, facendo emergere la visione
teologica della vocazione così come traspare dalla ricchezza dei testi,
dalle forme e dai contenuti della Sacra Scrittura. Ciascuno di essi ha
lavorato secondo una propria sensibilità, privilegiando un personale
approccio interpretativo e metodologico al tema della
vocazione-chiamata. Nel suo complesso il risultato del lavoro esprime la
vivacità ed insieme la singolarità delle proposte e dei percorsi
interni, che costituiscono una ricchezza da condividere non solo nel
contesto italiano, ma nel più ampio e variegato panorama internazionale.
Pertanto il Dizionario non è frutto di un paradigma teorico
elaborato “a tavolino” senza mediazioni, né obbedisce ai canoni di una
scuola di pensiero, ma prende vita in un contesto ecclesiale che
fotografa lo status della riflessione biblica in Italia, sia nel
campo della ricerca sia in quello della divulgazione pastorale.
Il Dizionario
nelle nostre mani
Per comprendere
l’indole e la struttura di questo “strumento”, che è a servizio della
diffusione e della conoscenza della Parola di Dio, indichiamo nelle voci
“Vocazione” e “Rogate” le due sintesi-chiave in grado di fornire
uno sguardo introduttorio a ciò che si intende per “teologia della
vocazione” e “preghiera per le vocazioni”. Il Dizionario si
compone di 160 voci che “solcano” progressivamente tutti i principali
temi e personaggi della Bibbia, dalla personaggio di Abramo al tema
dello “Zelo”. Le voci sono di diversa grandezza ed importanza, in
ragione dell’oggetto trattato e della sua connessione con la categoria
vocazionale. Ciascuna voce è strutturata secondo un itinerario di tipo
“genetico”: un primo paragrafo è consacrato all’esplicazione della
terminologia e del suo uso linguistico. Segue il percorso relativo al
tema nell’Antico Testamento, lo sviluppo del Nuovo Testamento e la
puntualizzazione finale delle prospettive vocazionali.
Al temine di
ciascun contributo, oltre alle connessioni con altre voci, abbiamo
preferito segnalare una “minima” bibliografia orientativa
prevalentemente in lingua italiana. Si tratta di uno strumento biblico e
per tale ragione è stata privilegiata nei primi paragrafi di ciascuna
voce l’analisi del vocabolario e della sua rilevanza nello sviluppo
teologico della categoria studiata. Mediante il rimando finale ad altre
voci, il lettore potrà costruire un personale itinerario dei temi
vocazionali. Il prezioso indice analitico che chiude l’opera rappresenta
un ulteriore aiuto per orientare l’individuazione dei temi contenuti e
sviluppati nelle voci.
Tra i vari meriti
da ascrivere al lavoro dei collaboratori vi è quello dell’impiego di un
linguaggio chiaro e lineare. Gli autori hanno cercato di “far parlare i
testi” e di comunicare i contenuti teologici con una non comune capacità
dialettica, cercando di mettersi dalla parte del lettore e di rendere
comprensibili a tutti i destinatari i messaggi che potranno essere
veicolati e tradotti nei diversi contesti ecclesiali e con differenti
mediazioni.
Chi sono i
destinatari?
Come sussidio
biblico-teologico a servizio della Parola di Dio, il Dizionario
biblico della Vocazione viene affidato alla Chiesa ed ha come
destinatari privilegiati tutti coloro che a diverso titolo e condizione
operano e partecipano alla vita ecclesiale. L’esperienza della pastorale
delle vocazioni in Italia, maturata nel fecondo periodo post-conciliare
anche grazie al prezioso lavoro del Centro Nazionale Vocazioni e dei
Centri Regionali e Diocesani, pone in evidenza la necessità di fornire
alle nostre comunità strumenti metodologici che aiutino sacerdoti,
religiosi, religiose e laici ad acquisire una visione unitaria e
integrata dell’azione pastorale. Tuttavia una simile proposta, per la
vastità e la ricchezza dei suoi contenuti, chiede di essere valorizzata
nell’ambito accademico e nei diversi gradi della formazione
biblico-teologica. Infine, l’opera si apre necessariamente al dialogo
con i protagonisti del processo culturale e i responsabili delle
istituzioni del mondo laicale. Rispondendo a questa esigenza, il volume
è destinato anche a quanti sono alla ricerca di un senso vocazionale da
dare alla vita. In tal modo la lettura di quest’opera diventa
un’opportunità per “incontrare” la Parola di Dio e cogliere la sua
profonda natura vocazionale.
Per un corretto
uso del Dizionario
Si è scelta la
forma del Dizionario, perché a differenza del manuale o di analoghe
sistematizzazioni, esso permette un approccio molteplice negli aspetti
da considerare, resta aperto nelle sue conclusioni, agile nella
consultazione, allargato alle più diverse competenze, accessibile ai più
diversificati destinatari, più disponibile ad ulteriori modifiche,
integrazioni e correzioni. Proprio perché si tratta di uno strumento di
lavoro, il lettore dovrà comunque avere come punto di riferimento
insostituibile la Bibbia, mantenendo una frequentazione costante con
l’insieme del testo rivelato. Infatti solo mediante un corretto
approccio ermeneutico alla Scrittura ispirata, fonte primaria
dell’incontro personale e comunitario con Dio che ci parla, è possibile
cogliere la verità del messaggio vocazionale e la sua ricchezza
teologico-spirituale.
Per il suo genere, il Dizionario propone un
itinerario ragionato ed incrociato di “categorie bibliche” che vanno
necessariamente associate e integrate all’interno delle singole proposte
pastorali. Occorre infine ricordare che una simile opera non potrà mai
dire la “parola finale” sul messaggio che Dio vuole affidare a ciascun
uomo.
Invitati a
seguire un percorso
Per comprendere il
significato e la prospettiva dell’avvenimento vocazionale si consiglia
la lettura previa di due voci: Vocazione/chiamata e Rogate. La
prima inquadra nel suo sviluppo biblico-teologico l’evento della
vocazione con la quale Dio chiama l’uomo secondo un suo progetto di
amore. La seconda voce “Rogate” propone un itinerario vocazionale
attraverso tutta la Bibbia, a partire dall’invito che il Signore rivolge
ai suoi discepoli di «pregate il padrone della messe che mandi operai
nella sua messe!» (Mt 9,38; cf. Lc 10,2).
Abbiamo
sottolineato come la vocazione implichi l’esperienza unica ed
irripetibile del dialogo tra Dio e l’uomo. Le parole che esprimono la
chiamata nascono da una volontà libera e si indirizzano al cuore
dell’uomo. Pertanto segnaliamo cinque principali “nuclei generatori”
della dinamica vocazionale, con cui il lettore potrà approfondire il
percorso: 1. Dio; 2. Gesù Cristo; 3. Lo Spirito/Spirito di Dio; 4.
L’Uomo e la Donna; 3. La Chiesa. Ne segnaliamo brevemente il contenuto
con le ulteriori connessioni tematiche.
Dio
La voce è
elaborata sia nel percorso dell’AT che in quello del NT ed aiuta a
cogliere come fin dall’atto creativo e lungo l’intera storia della
salvezza, Dio riveli se stesso come «Colui che chiama». Per approfondire
la dimensione vocazionale del mistero trinitario, si vedano le voci:
Disegno di Dio; Jahwe; Obbedienza/Volontà di Dio; Presenza di Dio;
Santo/Santità.
Gesù
Cristo
La rivelazione di
Dio si compie nella persona e nella missione di Gesù Cristo, crocifisso
e risorto. Il Figlio “rivolto verso il seno del Padre” (Gv 1,18)
costituisce realizzare pienamente la dinamica vocazionale e rivela al
mondo la verità dell’amore trinitario, a cui ciascun uomo è chiamato a
partecipare. Per approfondire la dimensione cristologica dell’esperienza
vocazionale, si vedano le voci: Figlio/Figlio dell’uomo/Figlio di Dio;
Messia/Attesa; Croce; Pasqua;
Re/Regno;
Risurrezione; Signore.
Spirito/Spirito di
Dio
L’azione dello
Spirito Santo, l’Amore del Padre e del Figlio, rende presente nella
storia la perenne “chiamata” alla pienezza di vita e di santità. Per la
prospettiva pneumatologica della riflessione sulla vocazione, si vedano
le voci: Dono/Carisma;
Fuoco;
Mistero; Nuovo/Novità.
Uomo - Donna
Le due voci
presentano i destinatari della chiamata e il loro incontro con Dio. Per
approfondire la dimensione antropologica della riflessione sulla
vocazione, si vedano le voci: Adamo/Eva; Corpo; Creazione;
Matrimonio/famiglia; Sessualità; Padre/Madre;
Vita/Fecondità.
Chiesa
La voce offre una
rilettura dell’identità e della missione della chiesa, comunità
“chiamata da Dio a realizzare il suo progetto di amore lungo la storia.
Per approfondire la dimensione vocazionale dell’ecclesiologia, si vedano
le voci: Comunione/Edificare; Elezione/gelosia di Dio; Israele; Popolo
di Dio; Unità.
A partire da
questi principali nuclei tematici, il Dizionario offre piste di
riflessione e di applicazioni pastorali in molteplici direzioni e
contesti.
Per concludere
Riprendendo le
note affermazioni della Dei Verbum (cap. VI), i Lineamenta
del prossimo Sinodo sulla Parola di Dio recitano: «La
Scrittura sta nel cuore e nelle mani della Chiesa come la “Lettera che
Dio ha inviato agli uomini”, libro di vita, oggetto di profonda
venerazione, analogamente al Corpo stesso di Cristo. In essa scopre qual
è il piano di Dio su di sé, sul mondo degli uomini e delle cose. Perciò,
“insieme con la Sacra Tradizione, la considera come la regola suprema
della propria fede”, la proclama con vigore e la incontra come “cibo
dell’anima e sorgente di vita spirituale”. Dalla Chiesa il cristiano
riceve la Bibbia, con la Chiesa la legge e ne condivide lo spirito e gli
obiettivi, mirando così allo scopo supremo di ogni incontro con la
Parola, come Gesù ci ha insegnato: il compimento della volontà di Dio in
una vita di fede, di speranza, di carità nella sequela del Maestro (cf.
Lc 8,19-21)»
(Lineamenta
n. 18). A partire da questo urgente ed insopprimibile appello, ritengo
che il Dizionario Biblico della Vocazione possa svolgere un
prezioso servizio per il ministero della Parola e per la pastorale
vocazionale delle nostre comunità. Per tale ragione, l’approccio a
questo strumento predilige una sapienza metodologica da parte degli
operatori pastorali, in grado di offrire una “visione olistica”
dell’evento vocazionale, che sappia mettere sempre al centro la persona
umana e il suo insopprimibile desiderio di amare e di essere amata.
Giuseppe De
Virgilio
Curatore del Dizionario
Roma 24 ottobre
2007
Immigrazione
Dossier statistico 2007
XVII rapporto
Sono oltre 100 i
redattori che hanno partecipato alla stesura del XVII Rapporto Caritas/Migrantes
sull’immigrazione, conosciuto come Dossier
statistico 2007, presentato il 30 ottobre u.s., presso il
Teatro Don Orione, a Roma. Il comitato i presidenza era composto da
Mons. Vittorio Nozza, direttore di caritas italiana, Mons. Piergiorgio
Saviola, Direttore generale della Fondazione Migrantes e Mons. Guerino
Di Tora, Direttore della Caritas diocesana di Roma; presenti anche
funzionari governativi, associazioni laiche e cattoliche, giornalisti,
un gruppo di immigrati.
512 pagine di analisi
e tabelle statistiche con una rilettura del
fenomeno migratorio come scenario importante per l’incontro tra le
culture. Il volume si suddivide in cinque parti :
1. il contesto
internazionale ed europeo;
2. gli stranieri
soggiornanti in Italia;
3. l’inserimento
socio-culturale;
4. il mondo del lavoro;
5. i contesti regionali.
Gli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia fino al
31 dicembre 2006 sono 3.690.052. La presenza straniera è costituita per
la metà da europei, con un dato preciso riguardo ai minori stranieri che
sono di 666.626,
80.000 in più
rispetto al 2005. Riguardo alle religioni i cristiani sono 1.791.758,
quasi la metà degli stranieri; i musulmani con 1.000.000 di presenze
sono il secondo gruppo religioso. Nel Dossier un’attenzione è data ai
contesti regionali (a cui si aggiunge un approfondimento sulla
Capitale). Attraverso questo Dossier, che in fondo è un progetto di
ricerca, si vuole sensibilizzare sul fatto che l’immigrazione, è un
fenomeno tutt’altro che marginale, ma è l’aspetto nuovo della neo –
società italiana che si va ristrutturando sull’equilibrio delle
differenze. Pittau Franco, coordinatore del Dossier, la speranza è che “la
diversità possa diventare uno stimolo per perfezionare la nostra
crescita (…) Si richiedono umiltà, tenacia e la disponibilità del
dialogo da entrambe le parti”. Siamo alla vigilia del
2008 proclamato
Anno europeo del dialogo interculturale,
forse è ora che cominciamo a vedere le migrazioni internazionali come la
“normalità” delle nostre società.
Per questo incontro è arrivato un messaggio del Presidente
della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano secondo il quale senza gli
immigrati il sistema Italia si bloccherebbe. Ha ribadito che la presenza
di criminalità originata dall’immigrazione irregolare, scredita
ingiustamente il resto di immigrati appartenenti a comunità etniche
definite.
Idos, Roma 2007, pp. 512, € 18,00
A
cura di Biancarosa Magliano
biblioteca@usminazionale.it
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