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Il fascino del male
I vizi capitali
Giovanni Cucci

Il discorso sui vizi è di perenne attualità, perché essi riassumono l’intera nostra esistenza, ciò che siamo e ciò che vorremmo essere: tutti li disattendiamo eppure tutti ci riconosciamo in essi. Oggetto di indagine lungo i secoli da parte di artisti e studiosi, che delineano così il profilo dell’uomo di tutti i tempi, essi sono portatori di profonda saggezza. Questo libro intende esplorare tale saggezza, avventu-randosi in un percorso affascinante che coinvolge teologia, filosofia, psicologia, arte e letteratura. L’Autore presenta tali vizi non come una pedante e antiquata modalità di complicarsi l’esistenza, ma piuttosto come un habitus che coinvolge la persona negli aspetti più profondi dal punto di vista psicologico, morale e spirituale; come una questione di vita o di morte, come frutto di una passione ordinaria, che, eliminata dalla riflessione della saggistica attuale e dei trattati di morale, si è riversata nelle pagine dei quotidiani e continua così a parlare all’uomo di oggi. L’Autore dimostra che i vizi capitali sono direttamente collegati ad una serie di problemi di cui oggi si occupa la psicologia clinica e sociale: bassa stima di sé, animosità razziale, obesità, depressione…E spiega come l’indulgere al vizio, in ogni tempo, conduca alla scomparsa stessa del piacere che in esso si cerca. Le pagine di questo volume sono animate da una visione di grande fiducia nella libertà e nella bontà dell’uomo, considerato capace di riconoscere il bene e di attuarlo; muovono il lettore ad una riflessione sui vizi, che partendo da semplici dati di cronaca, riprende il proprio ruolo di rilettura sensata delle problematiche presenti nella giornata di ogni essere umano e del suo agire. Recupera così un patrimonio antico e ricchissimo, ma oggi forse poco conosciuto.

L’autore. Giovanni Cucci è laureato in filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dopo l’ingresso nella Compagnia di Gesù ha compiuto gli studi di teologia a Napoli presso la facoltà san Luigi e successivamente la licenza in psicologia presso la Pontificia Università gregoriana di Roma, dove ha anche conseguito il dottorato in filosofia. Insegna etica presso lo studentato della Compagnia di Gesù a Padova ed è professore di filosofia e di psicologia all’Università Gregoriana. Tra le sue pubblicazioni si ricordano:Ricoeur oltre Freud. L’etica verso un’estetica (Cittadella Editrice, Assisi 2007 e per le Edizioni AdP La forza della debolezza. Aspetti psicologici della vita spirituale.

Edizioni AdP, Roma 2008. € 19,00.

Luciagnese Cedrone -Centro Studi USMI


Come la Bibbia divenne un libro
Willam M. Schniedewind
 

Negli ultimi duecento anni, gli studiosi biblici hanno di solito supposto che la Bibbia ebraica sia stata messa per iscritto e redatta principalmente durante i periodi Persiano ed Ellenistico (durante l’epoca, quindi, che va dal V al II secolo a. C.). Scoperte archeologiche recenti e nuove prospettive aperte dall’antropologia linguistica indicano però il periodo anteriore a questo, e cioè la parte finale dell’Età del Ferro (fra l’VIII e il VI secolo a.C.), come epoca di formazione degli scritti della letteratura biblica.

Come la Bibbia divenne un libro collega le recenti scoperte archeologiche nel Vicino Oriente con le acquisizioni fornite dalla storia dell’arte dello scrivere per comprendere come la Bibbia fu dapprima messa per iscritto e, in seguito, divenne sacra Scrittura. Questo libro, destinato al normale lettore così come allo studioso, fornisce una ricca prospettiva sulle ragioni per cui questi testi conseguono l’autorità di Scrittura e illustra come l’antico Israele – una cultura essenzialmente orale – abbia cominciato a mettere per iscritto la propria letteratura. Descrive un’emergente società alfabetizzata nell’antico Israele contestando l’affermazione secondo cui l’alfabetizzazione sarebbe avvenuta prima che altrove in Grecia durante il V secolo a.c. Un contributo importante per gli studi biblici e per la storia dell’antico Israele.

L’autore. William M. Schniedewind è docente di studi biblici e di lingue semitiche e direttore del Dipartimento di lingue e culture del Vicino oriente all’Università della California, Los Angeles (UCLA). E’ stato ricercatore invitato all’Università Ebraica di Gerusalemme e membro dell’Istituto di ricerche archeologiche Albright. E’ l’autore di The Word of God in Transition  e di Society and the Promise to David.

Queriniana, Brescia, pp. 346, € 29,50


«Io vivo rischiando per Te»
Christophe Lebreton trappista, martire del XX secolo.
Mirella Susini

Il volume è una biografia spirituale di Lebreton, costruita attraverso l’esame dei suoi testi, in maggior parte inediti. Oltre che trappista in mezzo ai poveri condividendo in tutto la loro vita povera,  e martire a Tibhirine in Algeria nel 1996 insieme ad altri sei monaci, Christophe Lebreton è un poeta, un contemplativo con i piedi per terra, dalla fede incarnata, un monaco sacerdote che «fa» teologia a partire dalla sua esperienza spirituale e dalla parola di Dio che rimane la sorgente inesauribile di tutto il suo pensiero. Egli, ricco di talento poetico e artistico, scrive lettere, relazioni, poesie, omelie, commenti biblici ed un Diario personale.

Mirella Susini si serve ampiamente di tutto questo materiale per rivelare al lettore come tutti gli avvenimenti quotidiani vissuti da Christophe Lebreton e dai suoi confratelli, insieme agli eventi drammatici e alle relazioni umane, si trasformassero per lui in preghiera e in occasione per lasciar sgorgare intorno a lui l’intensità del suo amore.

Attraverso le pagine di questo volume possiamo conoscere quindi il cammino spirituale di Christophe Lebreton e la sua graduale maturazione come vocazione al martirio, realtà percepita presente e possibilità preparata. Possiamo anche raccogliere da queste pagine la testimonianza, nel vasto e drammatico scenario della guerra fratricida algerina, della consapevolezza di sette monaci di andare incontro alla morte, mentre accolgono totalmente il rischio che connota la sequela di Cristo fino alla consegna della propria vita perdonando gli aggressori.

L’autrice. Mirella Susini, laica, dopo la laurea in lingue e letterature straniere moderne presso la Sapienza, ha conseguito il dottorato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum, ove ora insegna come docente invitata alla Facoltà di teologia e all?istituto superiore di scienze religiose. Dal 2005 è docente incaricata di cristologia e teologia trinitaria presso la Scuola di teologia per laici Mons. Guglielmo Giaquinta della diocesi di Tivoli. Presso le EDB ha pubblicato: Il martirio cristiano esperienza di incontro con Cristo. Testimonianze dei primi tre secoli, 2003; I martiri di Tibhirine. Il dono che prende corpo, 2005.

EDB, Bologna 2008. € 33,00


Storia delle vesti liturgiche
Sara Piccolo Paci

“In Italia, a più di quarant’anni dalla fine del Concilio, per quanto riguarda le vesti liturgiche la situazione è in movimento, ma è poco entusiasman-te: il cammino percorso risulta breve e tortuoso, con più ombre che luci, scarsamente documentato… In questo contesto vede la luce la ricerca originale e coraggiosa di Sara Piccolo Paci che, affronta la complessa materia delle vesti liturgiche alla luce di discipline diverse come la storia del costume, la storia dell’arte e l’antropologia. Questa ricerca costituisce un’assoluta primizia per l’Italia e va saluta come un autentico evento” (dalla Prefazione di Mons. Giancarlo Santi).Il testo, rigoroso e documentato, approfondisce in particolare il rapporto tra uomo e corpo, tra corpo e società, tra corpo e vestire. Il volume è diviso in due parti: la prima offre una breve sintesi dell’evolversi del concetto di corpo nella società occidentale in relazione al problema dell’abbigliamento e, in particolare, del “vestire sacro”; la seconda presenta la storia e l’evoluzione dei singoli “capi” dell’abbigliamento liturgico cattolico. Il testo è riccamente illustrato con disegni al tratto, opera dell’autrice.

L’autrice. Sara Piccolo Paci, nata a Firenze nel 1964, è docente di storia del costume e della moda ed Etnografia presso vari Istituti, tra i quali i Polimoda di Firenze, il Fashion Institute of Technology di New York e l’Università degli Studi di Firenze. I suoi interessi di studio vertono principalmente attorno all’interazione tra corpo e società attraverso i secoli. <consulente di storia del costume, esperta di sartoria storica, dal 1992 ha organizzato e realizzato numerose mostre e cataloghi sul costume, sull’arte e sulla sotira del territorio. O,tre a collaborare con riviste storico-artistiche a diffusione nazionale  interna-zionale, è autrice di Le vesti del peccato. Eva, Salomé e Maria Maddalena nell’arte (Ancora 2003)  e di Parliamo di moda. Manuale di storia del costume e della moda (Cappelli, 2004).

A cura di Biancarosa Magliano
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