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LA MISSIONE DELLA CHIESA
nel contesto della mobilità umana

“Nel passato l’immigrazione era un fenomeno relativamente marginale. Riguardava alcune minoranze che abbandonavano le proprie terre per lavoro, nella speranza di poter trovare altrove condizioni migliori di vita. La loro integrazione sociale rappresentava un problema di non sempre facile soluzione. Per quanto questa realtà e questi problemi siano ancora presenti, oggi parliamo piuttosto di mobilità; ne parliamo per indicare un fenomeno globale che ha molte e diverse ragioni”.

Così inizia la prefazione di questo opportuno volume il teologo Gianni Colzani. Un volume “opportuno” perché intende chiarire sotto il profilo umano-teologico cosa si intenda per ‘immigrato’ o ‘migrazione’. L’immigrato, infatti, non è soltanto forza-lavoro. La migrazione è movimento di culture, di religioni. Le culture si intersecano; sono messe a confronto. “Si influenzano vicendevolmente e profondamente” - come scrive ancora il Colzani.

Questa situazione – lo si costata giorno dopo giorno – crea difficoltà, incentiva problemi; da origine a situazioni di forte disagio o anche sbandamento per chi arriva, e disagi, perplessità e interrogativi per il paese ospitante.

E’ un discorso dalle dimensioni ultranazionali e ultrasociali che la Chiesa vuole affrontare non solo nella prospettiva socio-assistenziale o assistenziale-caritativa, ma da una prospettiva missionaria, nella luce della teologia. Su questa prospettiva ha lavorato l’autrice di questo libro.

Il libro, con ragione, analizza nel primo capitolo il percorso fatto negli ultimi quarant’anni, concretamente dal Concilio in poi, ossia il pensiero esistente nei documenti conciliari Ad Gentes e Christus Dominus e la novità espressa nell’enciclica missionaria Redemptoris missino, al n. 37. Il capitolo secondo si sofferma a descrivere le relazioni tra Chiesa e mobilità umana: Chiesa popolo di Dio, dove nessuno è straniero, e pertanto deve imporsi una pastorale nuova per un contesto ecclesiale e locale che è contesto migratorio.

Man mano nel libro vengono affrontati i temi “Chiesa e migranti non cristiani”, e ciò, decisamente, è diventato una nuova e vera sfida missionaria; “La missione tra i migranti cristiani”: quale liturgia, quale didaskalia, quale koinonia in questo contesto. E giunge al discorso specialistico: mobilità umana ed ecumenismo, e relazionalità tra fede e cultura.

In sintesi, il libro approfondisce i vari aspetti di una problematica precisa: come superare lo sguardo soltanto rivolto a finalità di tipo assistenziale e “non perdere di vista la ragione ultima per cui la Chiesa si pone come interlocutrice e spazio di salvezza di fronte ed entro il fenomeno della mobilità umana”.

Un contesto, il nostro, che esige preparazione, richiede competenza. L’USMI da anni ha affrontato nelle sue Assemblee nazionali questa situazione di mobilità, presente all’interno delle comunità religiose stesse e occasione ed esigenza di una nuova missionarietà. Questo libro può essere di aiuto per capire meglio, approfondire il discorso, e operare alla luce delle nuove conoscenze acquisite.

 

L’autrice, Carmen Lussi, è religiosa missionaria scalabriniana, dirige il Centro Scalabriniano di Studi Migratori (CSEM) a Brasilia. Ha lavorato tra i migranti e i rifugiati in Italia, Germania e Repubblica Democratica del Congo. Ha studiato teologia, spiritualità, missiologia e sociologia a Milano, Roma e Urbino. È socia fondatrice della Cooperativa Interculturando, di formatori per l´intercultura e le migrazioni.

 

Editore: Urbaniana University Press, Roma 2005, € 11.00

 

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