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José María Arnaiz

PER UN PRESENTE CHE ABBIA FUTURO
Vita consacrata oggi: più vita e più consacrata

È normale che, quando ci accingiamo ad aprire un libro, ci vengano alla mente una serie di domande alle quali generalmente troviamo risposta man mano che procediamo nella lettura dello stesso. Proviamo a esaminarne alcune e a dare una prima risposta.

Di cosa si parla in queste pagine?

Desideriamo presentare subito e in modo chiaro il contenuto di questo libro. Come lo stesso titolo indica, parleremo di vita consacrata (v.c.) e di una v.c. che abbia un futuro. Pertanto indicheremo come passare dalla intuizione carismatica alla scelta missionaria. Inoltre, sentiremo risuonare frequentemente termini come fedeltà creativa, rivitalizzazione, rianimazione, rifondazione, ristrutturazione, rinnovamento, rilettura, inculturazione, termini che indicano – tutti – la chiamata a dare intensità alla nostra vita consacrata e a metterla bene a fuoco. Sarà, comunque, la parola “rifondazione” quella che, implicitamente o esplicitamente, utilizzeremo maggiormente.

Per questo ci pare opportuno precisare il senso di questa parola e, soprattutto, della realtà che essa esprime. La rifondazione riguarda l’attuale orizzonte della v.c. e il metodo per rileggerne, rigenerarne e reincarnarne il carisma, sia nella sua dimensione di spiritualità come in quella di missione. Essa riguarda, inoltre, la chiamata alla radicalità, alle cose fondamentali, primordiali, alle radici, alla dimensione teologale, al silenzio contemplativo e al deserto, più che alla novità[1]. La fedeltà creativa ci ricorda che il problema che la v.c. sta vivendo, nel momento attuale, ha a che vedere con la significatività o visibilità della sua identità e, pertanto, con la reale efficacia della sua missione evangelizzatrice. Riguarda, infine, la chiamata dello Spirito. La rivitalizzazione è spirito nuovo e, soprattutto, è opera dello Spirito: è Lui che rifonda un carisma. I progetti di fedeltà creativa nascono dalla gioia e dalla fiducia nella v.c., non dal rammarico, dall’impotenza o dalla disperazione. Leggere la v.c. di oggi in termini di stanchezza e carenze non offre la motivazione né il coraggio necessario per lanciarsi nell’impresa della rifondazione.

Questo compito richiede uno spazio umano e un’indispensabile tranquillità per riflettere sui problemi di fondo che si pongono oggi per la v.c. Esiste una vita religiosa che ha già svolto la propria missione e il proprio compito. È necessario pensare, descrivere e proporre un altro modo di vivere, di essere e di stare nella Chiesa e nella società. Nella storia della v.c. vi è una linea d’azione costante: essa ha cercato sempre di staccarsi dal sistema economico, politico, sociale, culturale e religioso del suo tempo. Ebbene, cosa fare per tirarci fuori dal sistema nel quale siamo immersi oggi, offrendo un’alternativa nuova?

A chi si rivolge questa riflessione?

La risposta a questa domanda è fondamentale per chi scrive. Queste pagine si rivolgono ai religiosi e alle religiose di questo inizio di millennio; si rivolgono ai tanti che cercano di vivere una svolta significativa all’interno della v.c., alla luce dell’esperienza carismatica dei rispettivi fondatori, ma che non sanno ancora come attuarla. Essi sono certamente consapevoli del fatto che un nuovo millennio è ormai iniziato, e non solo per il cambiamento sul calendario, ma per l’aria che si respira; intuiscono, quindi, che ciò che è servito a rendere fecondo il passato del loro istituto non necessariamente sarà utile per rilanciarne il futuro. Proprio per questo hanno assoluta necessità di creatività e di lucidità, per andare avanti come veri seguaci del Signore. Credo che, ogni volta che essi guardano al loro fondatore e ne ascoltano le parole, sentano di aver bisogno di affrettare il proprio cammino di rivitalizzazione; sentono che gli uomini e le donne dei nostri giorni hanno bisogno di una testimonianza e di una ispirazione più chiara e stimolante. Per questo la cercano con insistenza.

Chi presenta questa riflessione?

Un religioso marianista: un religioso che crede nel processo di rivitalizzazione della v.c. di oggi, ma che ancora non sa bene come portarlo a termine; un consacrato che, lungo il cammino, scorge alcuni segnali che orientano i suoi passi. Personalmente, so con sufficiente chiarezza cosa non voglio e cosa non devo fare; non so con altrettanta chiarezza cosa voglio e devo fare riguardo a questa proposta di v.c. rifondata. Sono tanti gli istituti che hanno smesso di realizzare determinate cose e sono pochi quelli che si sentono come chi ha già trovato nuove presenze e nuovi compiti, nuove strutture e nuovi modi di procedere. La maggior parte di essi sta ancora cercando. Da parte mia, ho sempre affidato a Maria l’impegno in tal senso della mia congregazione e nelle sue mani ripongo i frutti che verranno dalla lettura di questo libro.

Come è affrontato questo tema?

Lo faremo a partire da un presupposto: la rivitalizzazione è un’azione, o meglio, un processo. Pertanto, è necessario descriverlo bene, parlare dei motivi che spingono ad avviarlo, segnalare chi deve iniziarlo, le difficoltà che si possono incontrare, i frutti che si otterranno, le tappe che bisogna percorrere e le condizioni che si devono porre. Non dimentichiamo che la v.c. diventa significativa a partire dalla sua missione. A partire da questa, dunque, si può rilanciare l’insieme della vita religiosa di un istituto: indicheremo, quindi, alcune delle implicazioni che essa comporta per i diversi aspetti della v.c.. Ovviamente essa ha le sue applicazioni, soprattutto nel campo del carisma e della sua assimilazione e trasmissione nell’attuale cultura e, in particolar modo, nella missione che bisogna ridefinire e rilanciare.

Attraverso questa riflessione, mostreremo, altresì, dove bisogna andare a cercare l’ispirazione per tenere il passo. L’ispirazione e la motivazione si possono trovare in alcuni istituti di recente fondazione e nelle comunità religiose insediate in luoghi nuovi; in province religiose che hanno già iniziato questo cammino, poiché in esse si trovano nuovi centri di vitalità; in alcuni movimenti ecclesiali che sono riusciti a dare intensità alla loro vita cristiana; nel contatto con i giovani e nelle presenze in culture, razze e popoli nuovi in cui il carisma sta emergendo con originalità e autenticità. Nel cuore della v.c. esiste una vena o azione rifondante molto forte, che bisogna saper scoprire e seguire. D’altronde, non possiamo certo non guardare a quei vecchi monasteri che hanno saputo rispondere all’invito di Teresa di Gesù Bambino – "è necessario ricominciare sempre" – ed essere fedeli nel quotidiano, aprendoci così a una misteriosa fecondità. È opportuno evitare, come ci ricorda Giovanni della Croce, di "mangiare dopo un’indigestione" o, in altre parole, accumulare dottrine e tecniche, norme e metodologia e pretendere di trovare la ricetta magica ripetendo vecchi modelli. È necessario mettersi in cammino e generare del nuovo!


[1]«Tutta questa presa di coscienza ci spinge a entrare, in atteggiamento orante, in un tempo di silenzio e di ascolto contemplativo. Come nel libro dell’Apocalisse prima di aprire il settimo sigillo, intuiamo che è il momento di fermarci per accogliere, come dono di Dio, questo momento di grazia e di sfida così radicale che chiamiamo rifondazione… che è anche esperienza di prova… prova nel deserto che è al tempo stesso occasione favorevole per ritrovarci e confrontare le nostre esperienza… tempo per ascoltare e dare ragione dell’opera dello Spirito tra noi, per condividere la vita, discernere insieme e pensare fraternamente in comune»: Teólogos CLAR, Rivista Clar 4 (2000), pp.

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