Amore e verità –
Commento e guida alla lettura dell'Enciclica
Caritas in veritate di Benedetto XVI
AA.VV.
Paoline, Milano 2009, pp. 159, € 10,00
L'Enciclica Caritas in veritate è la
terza Enciclica di Benedetto XVI, resa pubblica in occasione del G8
dell'Aquila del 7 luglio 2009.
In essa vi è il messaggio chiarissimo che il
Pontefice ha voluto rivolgere principalmente ai grandi della Terra per
trovare supporto: «L'economia, per un suo corretto funzionamento, ha
bisogno di un'etica amica della persona».
Si tratta della tanto preannunciata e voluta
Enciclica sociale, elaborata proprio in un momento in cui la crisi
economica, la globalizzazione, il crollo del modello cosiddetto
"occidentale", imponevano una risposta alla confusione generalizzata,
delle indicazioni veramente innovative sul modo di fare economia, per
impiegare le risorse in modo consapevole e rispettoso dell'ambiente.
In realtà si tratta di un documento assai
importante a portata rivoluzionaria, per questo si tenta di spiegarne i
contenuti ricorrendo all'autorevole ausilio di più mani, di più pareri:
per fornire uno strumento idoneo di interpretazione che ne aiuti ad
assimilare e svelare i contenuti innovativi e gli insegnamenti più
autentici.
Padre Bartolomeo Sorge, che si sofferma
sull'introduzione e sul primo capitolo, ci fa notare che l'intento di
papa Ratzinger è quello di dimostrare che la fede non mortifica ma bensì
purifica la ragione. L'economista Stefano Zamagni supporta invece la
sfida di Benedetto XVI di battersi unitariamente per restituire il
principio e la logica del dono alla sfera pubblica.
Flavio Felice mette invece a confronto il testo
con la Populorum progressio del 1967 ad opera di Paolo VI,
facendo emergere tutta la complessità e l'articolazione che la nuova
impostazione intende dare alla visione del significato di sviluppo
umano.
Simona Beretta illustra il quarto e sesto
capitolo analizzando le questioni connesse al progredire dei popoli:
demografia, problematiche ambientali, sfide e speranze dell'innovazione
tecnologica.
Don Virginio Colmegna rilegge nel quinto
capitolo il contenuto profetico e la continuità delle due encicliche sul
piano spirituale.
Perché attraverso le critiche e le discussioni
non venga mai meno l'insegnamento biblico, il messaggio evangelico, la
più autorevole e veritiera chiave di volta intorno a cui tutto si muove.
Il vero intento del Pontefice è infatti quello
di farci riscoprire in ogni sua sfumatura il messaggio d'amore che il
Vangelo custodisce.
Affinché si impari a vivere l'amore così come
ci è stato rivelato.
Per costruire una società buona e realizzare
uno sviluppo integrale e uniforme di tutta l'umanità.
Leggere la Bibbia con i Padri
- Per una lettura credente delle Scritture
MARIA CAMPATELLI
Lipa, Roma 2009, pp. 195, € 11,00
Solo in questi ultimi tempi la prassi ecclesiale ci ha resi
coscienti dell'importanza della comprensione biblica.
Di un approccio alla Bibbia più autentico e profondo volto
a coglierne i reali significati e insegnamenti piuttosto che di tipo
rituale o ammonitivo, come veniva concepito un tempo.
Spesso travisata o conosciuta in modo sommario, più per
consuetudine che per reale riflessione svolta sui suoi testi.
Molto si deve alla costituzione sulla divina rivelazione Dei
Verbum, promulgata durante il Concilio Vaticano II che ha
formalmente espresso un accorato invito alla costante frequentazione del
testo biblico ma anche e soprattutto ad una nuova posizione di tutta la
Chiesa cattolica nel voler rimuovere da essa il frutto degli usi e
costumi susseguitesi nel corso dei secoli, i tentativi speculativi, le
influenze dettate dalle pretese scientifiche e storiche che man mano
avevano ciascuna accampato la pretesa di trovare in essa
l'interpretazione più confacente.
Quella che si palesa oggi è invece una necessità di
riscoperta da credenti, da uomini di fede.
Questo perchè anche i metodi di studio basati sul tentativo
di interpretare e decifrare i testi antichi, spesso nascondevano
l'insidia di voler, attraverso un esasperato affanno apologetico,
dimostrare come inconfutabile l'esistenza di Dio, di Gesù, la storicità
dei fatti narrati.
Al di là della semiotica, dell'esegesi, dell'ermeneutica e
di tutti gli studi prevalentemente analitici promossi in campo cattolico
per poter ricostruire l'autenticità e la genesi dei testi, vi è un
rinnovato bisogno di spiritualità e sacralità da voler riscoprire nella
Bibbia.
Il credente si vuole riappropriare delle scritture per
penetrare e ritrovare Dio, per nutrire il proprio spirito e la propria
fede, e questa chiave di accesso non può essere fornita da metodologie
scientifiche.
In essa per il credente vi è racchiuso il significato della
Rivelazione, l'evocazione di una presenza che si rende necessaria per
nutrire il nostro senso di appartenenza e comunione con l'Eterno.
Da qui si scopre e si torna ad apprezzare il lavoro
compiuto dai Padri, che al di là dell'analiticità, era volto al
tentativo di avvicinare al disegno divino attraverso l'insegnamento di
uno sguardo contemplativo, mistico, devoto, attraverso l'allusione al
mistero del trascendente che di per sè non può essere nè spiegato nè
compreso ma solo accolto poichè ha in sè una grandezza che non può
essere compresa ovvero circoscritta ai nostri occhi.
Bisogna allora cercare un nuovo ordine di rapporti e di
nessi vitali tra il mondo immanente e trascendente, tramite il quale la
realtà venga accolta dal di dentro, attraverso piccole fenditure, e il
fenomeno diventi accesso al mondo spirituale.
Il libro è allora solo un mezzo, non un oggetto, per
arrivare alla speranza, per attuare un dinamismo di vita, per rendere la
realtà sempre attuale e per tenere sempre accesa la vicenda
esistenziale.
L'Autore
Maria Campatelli è
nata nel 1962 a Poggibonsi, in Toscana. Si è laureata in Lettere (1985)
e poi in storia (1988) all'Università di Siena. Ha poi studiato
teologia, conseguendo un dottorato al Pontificio Istituto Orientale nel
1998 con una tesi su Sergej Bulgakov. Fa parte dell’équipe del Centro
Studi e Ricerche Ezio Aletti. Si occupa dell’Oriente cristiano ed è sua
convinzione che le tradizioni delle Chiese orientali, sollecitate dalle
domande presenti nel mondo contemporaneo, possano contribuire a rendere
feconda la pastorale della Chiesa nel mondo occidentale. È direttrice di
Lipa.
Le
forme
di vita consacrata
Commentario teologico – giuridico al codice di diritto canonico
DOMINGO ANDRÉS
Ediurcla, Roma 2008, pp. 892, s.i.p.
Opera di capitale importanza frutto di una
lunga esperienza accademica, pubblicata nella collana Manualia
dell’Institutum iuridicum claretianum.
Tradotta in diverse lingue, è la sesta edizione del commento magistrale
al diritto della vita religiosa, la cui prima stampa avvenne nel 1984.
Il commento è teologico-giuridico: non due
commenti separati, contrapposti o successivi ma un solo commento
contenente due dimensioni inseparabili.
Le principali leggi sulla vita consacrata, infatti, sarebbero mal
comprese e commentate -sottolinea l’autore- se non si tenesse conto
delle ragioni bibliche, cristologiche ed ecclesiologiche che le
giustificano e consentono la loro applicazione e il loro valore. Così
l’aspetto teologico e quello giuridico si illuminano a vicenda per una
più sostanziosa comprensione del testo
Il commento canonistico ad ogni forma di vita consacrata è preceduto da
una introduzione generale che la descrive nei suoi elementi
caratterizzanti e innovativi. Quindi la Norma presenta il testo
del canone che si intende commentare. Seguono le Fonti
magisteriali e documentali. La Glossa è il commento personale
dell’autore. La bibliografia completa l’apparato critico.
L’autore tratta prima le norme comuni che caratterizzano tutte le forme
della vita consacrata e apostolica. Poi spiega la normativa propria
degli istituti religiosi. Dopo questo tratta degli istituti secolari.
Riserva alle forme di vita individuale di vita consacrata uno spazio
paritario e distinto rispetto a quelle collettive e alle nuove forme uno
spazio successivo e conclusivo.
80 pagine nuove arricchiscono e completano la sesta edizione, con
l’aggiunta di sussidi necessari ad un utilizzo proficuo e immediato
dell’opera.
L'Autore
E’ il maggiore specialista del diritto
costituzionale canonico in genere e soprattutto della vita consacrata.
Docente ordinario di diritto canonico presso la Pontificia Università
Lateranense, è presidente dell’Institutum iuridicum claretianum in Roma
e nello stesso tempo è preside dell’Institutum Utriusque Iuris del
Laterano. Dirige, inoltre, le prestigiose riviste scientifiche
Apollinaris e Commentarium pro Religiosis et Missionariis.
America Latina – Italia Vecchi e nuovi migranti
CARITAS/MIGRANTES
Edizioni Idos, Roma 2008, pp. 512,
€
20,00
Questo volume di Caritas e Migrantes presenta le migrazioni degli
italiani in America Latina e i flussi che, più di recente, si
sonodeterminati da quel continente in Italia.
Iniziata con un viaggio studio a Buenos Aires nel 2008 e arricchita
dagli apporti di studiosi latinoamericani e italiani, la ricerca è
imperniata nella prima parte sulla storia degli italiani come
popolo di migranti con prevalente sbocco nel sud America (dove risiede
circa il30% dei circa 4 milioni di italiani all’estero), nella
seconda parte sulla situazione delle collettività latineamericane in
Italia (poco meno di un decimo dei 4 milioni di cittadini stranieri che
vivono in Italia) e nella terza parte –di natura socio-pastorale – sugli
atteggiamenti degli italiani nei confronti degli immigrati, questione
quanto mai attuale.
I dati statistici, utili per evitare i pregiudizi, vengono completati
da spunti storici, rilievi culturali, annotazioni giuridiche,
approfondimenti economici, documenti ecclesiali ed esempi concreti di
integrazione delle diverse collettività.
Secondo i responsabili di Caritas e Migrantes (mons. Enrico Feroci,
mons. Vittorio Nozza e mons. Piergiorgio Saviola), è necessario
collegare il passato dell’Italia, come Paese di emigrazione di massa,
con l’immigrazione che sta trovando sbocco nel nostro Paese.
L’ampia accoglienza riservata in America Latina ai nostri emigrati,
nonostante fossero inizialmente meno istruiti di quanto lo siano oggi
gli immigrati latinoamericani e non mancassero i problemi, consentirono
di favorire un positivo processo di integrazione.
Questa memoria del passato porta a chiedersi se noi oggi riserviamo
un uguale trattamento ai cittadini stranieri che siinsediano da noi.
La domanda sottolinea la necessità di apprendere la virtù
dell’accoglienza, senza considerare gli immigrati un prodotto usa e
getta a seconda delle congiunture ma, al contrario, rispettando
quegli obiettivi considerati irrinunciabili dalla dottrina sociale
cristiana e abituandosi anche ad apprezzarne le opportunità.
Immigrazione. Dossier Statistico 2009.
XIX Rapporto
CARITAS/MIGRANTES
Edizioni Idos, Roma 2009, pp. 512,
€
20,00
Il nuovo Rapporto Caritas/Migrantes sull’immigrazione è strutturato in
queste parti:
·
Introduzione e scheda riepilogativa
·
Il contesto internazionale ed europeo
Le 512 pagine del volume si articolano in 50 capitoli a carattere
nazionale, completati dai rapporti sulle singole regioni e da tabelle
statistiche. Vengono aggiornati e commentati dati sui vari aspetti del
fenomeno migratorio, con riferimento sia alla storia di singole
collettività immigrate, sia a temi culturali, socio-economici e
religiosi di carattere innovativo, oltre che alle recenti modifiche
normative.
L’introduzione si sofferma sul binomio conoscenza e solidarietà.
Secondo mons. Vittorio Nozza (Caritas Italiana), mons. Piergiorgio
Saviola (Fondazione Migrantes) e mons. Enrico Feroci (Caritas di Roma)
«anche se una più adeguata conoscenza non sempre garantisce un migliore
atteggiamento, resta vero che la mancanza di conoscenza produce sempre
seri danni. Per questo Caritas Migrantes pubblicano i dati
sull’immigrazione dal 1991, ritenendoli indispensabili per la
riflessione e gli interventi».
Il Dossier Statistico Immigrazione fa capo alla rete nazionale e
territoriale Caritas e Migrantes e si avvale della collaborazione di
organizzazioni internazionali, strutture pubbliche nazionali,
università, enti locali e organizzazioni sociali che si occupano di
immigrazione.
A cura di Luciagnese Cedrone
Biblioteca USMI nazionale
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