La PACE PREVENTIVA
Speranze e ragioni in un mondo di conflitti
Andrea Riccardi
Il 2000 ci ha riservato una
sorpresa. Si attendeva la pace e invece sono arrivate le guerre. Alcuni
conflitti vengono quasi seguiti in diretta, altri vengono completamento
ignorati. Un fatto, tuttavia, resta indubitabile: le guerre si
diffondono nel mondo e tutto lascia prevedere che questa condizione è
destinata a durare.
Poi vi sono gli attori della
guerra. Una volta i conflitti venivano dichiarati dagli stati con
solennità retorica. Oggi molte nazioni subiscono piuttosto le guerre. A
scatenarle in modo subdolo sono le organizzazioni terroristiche, le
multinazionali delle armi, la violenza dell’economia.
In questo contesto di grave
inquietudine ha senso parlare di pace? La domanda è all’origine del
libro di Andrea Riccardi, presidente e fondatore della comunità di S.
Egidio. Scrive nell’introduzione: Le chiacchiere sulla pace non sono
particolarmente interessanti e probabilmente hanno stancato molti. Qui,
tuttavia, si tratta di “ripensare cosa sia la pace, come arrivare alla
pace, come rendere più stabile la pace interna e internazionale”.
Insomma più che una realtà donata, la pace è una conquista. La proposta
rivelatasi disastrosa di anticipare i terroristi con la guerra, Riccardi
oppone la ricerca concreta di una pace preventiva.
Un libro nato negli ultimi anni a
confronto con i problemi delle guerre. Alle tesi di S. Huntington sullo
scontro delle civiltà e alle accuse lanciate ai cattolici da Oriana
Fallaci, Riccardi risponde con una serrata riflessione sui motivi della
pace, sulle risorse per viverla e realizzarla.
Un libro di grande interesse,
un tentativo di scavalcare il pessimismo di chi si rassegna alla guerra.
Edito dalla San Paolo, Cinisello Balsamo
MI, pp. 224, € 14,50
agli estremi confini
Testimoni al crocevia
dei popoli
Autori Vari
Giovanni Ferrò
(a cura di)
In un’epoca in cui i luoghi lontani sono
diventati facilmente raggiungibili e virtualmente conoscibili, gli
estremi confini sono ancora quelli geografici? Le metropoli dei paesi
ricchi e tecnologicamente avanzati nascondono pieghe di emarginazione,
di povertà e di abbandono che fanno pensare a frontiere estreme, anche
se si tratta di realtà geograficamente vicine. Le pagine di questo libro
raccontano di testimoni speciali che hanno scelto non di andare lontano,
ma di andare in fondo all’esperienza umana di chi, sotto tutte le
latitudini, soffre l’emarginazione e l’abbandono. Queste storie
documentano un modello di evangelizzazione e di solidarietà ispirato al
rinnovamento teologico e pastorale aperto dal Concilio Vaticano II.
Le ventisette
storie che compaiono in questo libro sono state pubblicate sul mensile
Jesus; raccogliendole in volume è possibile avere un quadro
abbastanza interessante e completo di contesti culturali e sociali
diversi tra di loro, rappresentativi di tutti i continenti. Storie
diversissime tra di loro ma con un denominatore comune: la fedeltà
creativa al Vangelo suggerisce forme nuove, e non di rado difficili, per
incarnare la costante novità del messaggio cristiano.
Lo stile giornalistico delle
testimonianze, diretto e facilmente accessibile, rende il libro molto
coinvolgente.
Concretamente il libro narra di
uomini e donne fuori dal comune che lavorano in situazioni estreme per
dilatare i confini della missione. Del resto “una sola anima
siamo, come c’è un solo mondo” (da una canzone degli indios della
Patagonia)
Il Curatore
Giovanni Ferrò
è caporedattore del mensile di cultura e attualità religiosa Jesus.
Laureato in scienze politiche, è autore tra l’altro del volume Taina
pro año.
L’avventura di un vescovo tra gli Indios dell’Ecuador.
Per Jesus ha curato numerosi dossier su temi ecclesiali e di
dialogo interreligioso; su temi di politica internazionale e dei
rapporti Nord/Sud del mondo e della globalizzazione.
Il Libro fa parte della collana
nordsud – pagine per capire - che raccoglie narrazioni, reportage,
testimonianze. E’ edito da Paoline Editoriale Libri, Milano 2004, pp.
250, € 12,00.
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