Le Porte della felicità
Xavier Quinzà Lleó,
Paoline, Milano 2011, pp. 200, € 13,00
Le
Beatitudini rappresentano una teologia della benedizione che sicuramente
è un forte messaggio di speranza per tutti i credenti afflitti dalle
sofferenze e dagli imprevisti della vita. Esse però racchiudono anche
una spiritualità della maturazione e della crescita, il passaggio
interiore che conduce alla felicità. Come disse Gesù nel momento della
trasfigurazione, essere innalzato sulla Croce significa entrare nella
gloria del Padre, spazzare via la morte nell’estremo momento del dolore.
Ritrovare la felicità, la serenità e l’equilibrio è avere
l’umiltà e la forza di compiere una sequela in tutto e per tutto simile
a quella di Gesù e che il Vangelo ci testimonia. Significa portare la
nostra fede nei contesti più disparati del quotidiano, nelle
vicissitudini insite nel nostro stesso essere umani, ovvero sospesi e
sballottati in equilibri precari fatti di speranze e di fragilità.
Il paradigma cristiano reclama la sua centralità nella
«grazia» di Dio, ovvero nel dono che ci viene fatto attraverso
l’incarnazione del Figlio Gesù Cristo. Tale rivelazione è per la nostra
fede cristiana un segno incontestabile di redenzione e salvezza per il
mondo.
E’ un invito alla scoperta della cultura della bellezza,
della gioia e dell’amore che è soprattutto un sapersi donare, così come
ha fatto Gesù, saper trarre linfa di benessere dall’alterità, sapersi
trasformare attraverso una continua scoperta interiore, attraverso una
purificazione e una conversione progressiva, dare un nuovo senso
all’esistenza.
La conversione al Vangelo è sicuramente un modo per dare
maggiore flessibilità alla vita, lasciarci alle spalle ciò che non siamo
per scoprire un’essenza più autentica, per recuperare la relazione
originale con l’amore e con l’esistere. Dal cuore povero, puro,
rappacificato, scaturisce una nuova felicità: quella di una persona
matura per la visione e la comprensione di Dio in tutte le circostanze.
Riuscire a riconoscere Dio nella realtà del mondo di oggi e
non prefigurarci un Dio ideale fatto a misura dei nostri desideri è una
delle strade giuste per distinguere la verità dalla falsità del nostro
essere felici.
Nell’Ascensione presso Dio, Gesù porta il mondo con sé,
rende schiava la schiavitù, la sua umanità gloriosa è anche la nostra
umanità, quella di tutti noi. In questa nuova modalità da leggersi
partendo dal modello paolino, la relazione tra Dio e il mondo non è più
monarchica ma assolutamente riconciliata e inclusiva.
Parlandoci del samaritano come nostro prossimo, Gesù
abbatte ideologicamente i confini legali, sociali e religiosi che fanno
le differenze tra gli uomini per dirci che la fonte dell’io e
della comunità che ci avvicina di più al suo regno nascosto è la
fratellanza e la condivisione.
Ci vuole una giusta predisposizione del cuore per capire al
fine che Dio è anche nel nostro mondo, ci vuole un’esperienza di deserto
e di meditazione profonda per capire che il positivo ci può appartenere
da subito e che il regno di Dio ha sovranità nascosta che si rivela a
chi sa cercare, a chi sa raggiungere la beatitudine del dono di sé.
a cura di Romina Baldoni
usminforma@usminazionale.it
L’identità del Laico Catechista nell’evangelizzazione dei
popoli
Atti del Convegno del Collegio Miss. Int. San Giuseppe, (a cura di)
Sante Bisignano,
EMI, Bologna 2010, pp. 223, € 12,00
Finalmente
riportati per intero su testo gli Atti del Convegno sull’identità e la
formazione del laico catechista, promosso dal Collegio Missionario
Internazionale San Giuseppe nel 30° della fondazione, insieme
all’Istituto Superiore di Catechesi e Spiritualità Missionaria, tenutosi
nei giorni 28 e 29 aprile
2009 a Roma, nella
sede dell’Università Pontificia Urbaniana.
Sicuramente il fascicolo è un interessante e utile studio
sulla figura del catechista nell’attuale realtà missionaria, arricchito
da testimonianze dirette ed approfondimenti teorico riflessivi che
ripercorrono la storia e mettono a fuoco l’oggi.
Un avvenimento innovativo per
la Chiesa missionaria
è stato la creazione, da parte della Congregazione per
l’Evangelizzazione dei Popoli, del Collegio Mater Ecclesiae per i laici
e laiche catechisti inviati a Roma dai propri vescovi per ricevere una
adeguata formazione.
Questa esigenza si stava avvertendo da tempo per dare una
nuova vitalità e freschezza, in ambito di evangelizzazione e animazione
giovanile, nelle varie comunità cristiane.
Inoltre il decreto Ad Gentes del Concilio Vaticano
II e la
Costituzione Dei verbum
avevano auspicato precisi orientamenti da seguire per rendere
specializzati ed efficienti, nonché indispensabili, le figure degli
educatori.
La grande novità che il Collegio ha rappresentato nel corso
di questi trent’anni è stata quella di accogliere “gente mista”,
dimostrando in tale modo una profonda comprensione della Chiesa sul
senso di corresponsabilità e compartecipazione nell’offrire aiuto, una
presa d’atto dei nuovi contesti multiculturali che si vanno definendo.
Da tale lungimiranza e dal coraggio profetico dei fondatori del Collegio
è partito un messaggio forte e ambizioso che negli ultimi tempi ha
permesso il proliferare e il moltiplicarsi di scuole di formazione nelle
Chiese locali. Ora si vuole arrivare ad uno scambio e ad una
relazionalità capillare che serva a tutti come continuo arricchimento e
aggiornamento.
Tutto questo è una manifestazione tangibile dell’azione
dello Spirito nei cuori e nelle culture.
Per ciò che riguarda gli approfondimenti curati nella
seconda parte del testo, si intende con essi porre uno sguardo al
vissuto del laico per contestualizzarlo nella vocazione. Essi toccano
gli aspetti teologici, pedagogici, pastorali e spirituali della sua
identità, della sua persona. Un modo per raccogliere una visione della
Chiesa da più punti di vista, per abbracciare più umanità e tenere conto
dei tanti modi in cui l’operosità della fede può esprimersi.
«Voi siete una lettera di Cristo composta da noi, scritta
non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di
pietra, ma su tavole di cuori umani» (2Cor 3,3). Ed è così che
la Parola di Dio
riporta tutta la riflessione nel suo alveo, quello della vita che si fa
dono per amore.
a cura di Romina Baldoni
usminforma@usminazionale.it
Archivio recensioni |