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Libertà e responsabilità del vivere

Mario Signore - Gian Luigi Brena (a cura),

Ed. Messaggero, Padova 2011, pp. 283, € 24,00

Ennesima collaborazione con il Servizio nazionale CEI per il progetto culturale - in cui si riaprono aspetti nodali dell’esperienza del vivere.

In tempi come quelli attuali, dove si riaprono scenari antropologici che richiedono di andare oltre una riduttiva e superficiale filosofia accademica, si ripensa ad una speculazione con ancoraggi al pratico e all’effettiva comprensione della realtà.

Cosa significa vivere responsabilmente nel mondo di oggi? Dove si orienta il bisogno incessante di felicità dell’uomo moderno?

La natura, l’economia, la politica, la fede vanno probabilmente rivalutate alla luce di una nuova rielaborazione etica. La verità deve sempre individuare una realtà a cui si deve far corrispondere, per cui è necessario ridefinire cosa sia una buona ragione e quanto essa sia in grado di fornire buone ragioni.

Per ciò che riguarda la morale e la giustizia, la verità cui questi concetti devono rispondere è collegata alla relazionalità dell’uomo, al sociale. Per cui nel ponderare ogni giudizio e adattarlo nel migliore dei modi al bene collettivo si deve rispondere ad un criterio di saggezza ancor più che di sapienza. Ovvero adattare all’arte del vivere la propria intelligenza, la propria esemplarità e le proprie doti con temperanza.

La verità si declina in una forma pratica che è la norma che orienta l’agire. In questo contesto la soggettività di ogni singolo si libera da ogni passione e nella giusta conoscenza del sé indulge ad un controllo responsabile che altro non è che l’impegno di autofornirsi ragioni di coerenza e di equità nel proprio agire (coscienza). Ovvero il “penso dunque sono” è inscindibile dall’essere a nostra volta “pensati” dalle persone con le quali entriamo in relazione e conviviamo.

Nello stesso modo l’attitudine filosofica non può limitarsi ad una ricerca di verità in sé ma deve adattarla alla nostra storicità. Si fa filosofia per stabilire la buona ragione, la buona ragione ci dà un senso e nello stesso tempo ci aiuta ad affrontare la vita o ci fornisce i mezzi per affrontarla nel migliore dei modi. Quindi il compito della filosofia diventa quello di rendere possibile, per il singolo e per gli altri, qualcosa che non si risolve solo in emotività e irrazionalità, ma che si può condividere e che contiene in delle universalità nel suo essere. Universalità possibili e a nostra misura.

   

Che cosa significa essere cattolici oggi?

Clara Mankowski

Elledici, Leumann 2011, pp. 104, € 14,00

 

In questo testo rivolto ai giovani, si cerca di capire le motivazioni er cui, arrivati ad un certo punto della propria maturazione, l’entusiasmo sulla pratica cattolica viene meno.

O meglio, si vengono a formare una serie di dubbi sulla ritualità, sull’assistere con costanza alla messa domenicale, sulla necessità effettiva di tante piccole gestualità codificate che improvvisamente possono apparire insignificanti o antiquate.

Il mondo giovanile diventa reticente ad una forma comunicativa legata alla tradizione o prestabilita da pratiche formali consolidate (dogmi), perché legge in tutto questo una forma preclusiva e artificiale limitante della propria interiorità e del proprio sentire individuale.

Quando concretamente i giovani vengono messi di fronte al significato più autentico e profondo della propria fede, non riescono a trovare le giuste risposte semplicemente andando ad attingere alla liturgia, alle nozioni apprese durante il catechismo, alla lettura troppo approssimativa della Bibbia.

Viene naturale rapportare il proprio sentire e la propria fede al nostro mondo, alle situazioni realistiche che ci troviamo a vivere e a volte l’adeguamento sembra non essere più rispondente o si fa con sempre maggiore difficoltà.

Viene allora da chiedersi: il mondo di oggi è adatto alla religione cattolica? Ci sono o possono trovarsi mezzi nuovi per esprimere la propria fede? Con questo manuale ogni ipocrisia di fondo viene messa da parte e si prova ad esaminare in modo dettagliato ciò che la Chiesa cattolica offre e quali sono le critiche più ragionevoli e avallabili che le vengono mosse.

In tale modo si può riflettere in modo obiettivo e aperto su problematiche, eventuali errori, incomprensioni o fraintendimenti che ci sono e tutti possono avere un’opinione ponderata e tollerante come valore aggiunto di crescita.

Ad esempio il sacramento della Riconciliazione riletto alla luce delle Beatitudini, intese come principi base del cristianesimo, ridà un nuovo senso alla pratica Eucaristica. L’Eucaristia ha un senso anche nel suo significato di Comunione, ovvero condivisione fraterna della fede in Dio nostro padre, che si attua durante la distribuzione dell’ostia.

Molto spesso una scarsa spiegazione dei dogmi o un certo relativismo religioso assimilato durante l’infanzia per superficialità, o perché dato per scontato, finisce per ritorcersi contro il fedele se non adeguatamente ripreso e rielaborato in fasi successive.

A questo deve provvedere una pastorale adeguata alle esigenze della vita moderna, capace di stimolare dialogo e confronto in ogni fase della vita.

Per tutte le problematiche inerenti alla sessualità, all’omosessualità, ad alcune forme di maschilismo, bisogna considerare la responsabilità morale oggettiva e tutta quella serie di circostanze e concause da ricondurre ai casi soggettivi. Provando a capire che gli insegnamenti della Chiesa devono sempre avere come obiettivo il bene degli uomini e al contempo guardare oltre: nell’orizzonte di superamento terreno verso quello di compimento spirituale.

     

Il volontariato
Risorsa per sé e per gli altri

Rossella Semplici - Quirino Quisi 

Paoline, Milano 2011, pp. 177, € 12,50

Il volontariato è un “assaggio di cielo. E’ la risposta immediata di Dio alle suppliche dei poveri e alle risate degli atei che, come i soldati sotto la croce, gli chiedono un segno” (dalla Prefazione di Rosario Carello).

Il 2011 è stato proclamato l’Anno europeo del volontariato e corrisponde anche al decimo anniversario dell’Anno internazionale del volontariato proclamato nel 2001 dall’ONU.

Con questo libro si vuole provare a fare una riflessione su cosa esattamente rappresenta il volontariato per i soggetti coinvolti, sui riverberi che questa attività effonde nella complessità dell’essere umano e degli aspetti della vita.

Il renderci disponibili per gli altri in gratuità è un arricchimento. Ma come è possibile arricchirsi senza ricevere nulla in cambio? Quali sono le cause misteriose e irrazionali che determinano questo arricchimento?

Forse tentare di scoprirlo può significare ripercorrere e scoprire gli intimi sentieri dell’animo umano.

Il lavoro viene articolato in cinque capitoli che cercano di puntualizzare gli aspetti costitutivi del volontariato: dall’evoluzione storica, alla realtà in Italia, dalla situazione attuale, alle strategie di sviluppo per il futuro e alle testimonianze dirette.

Per aiutarci a capire come mettere in atto la nostra socialità, come proteggere in noi le virtù della pazienza, del saper attendere e costruire, come riuscire a creare integrazione e contribuire al miglioramento del bene comune. Poiché la solidarietà è creazione effettiva di uomini e cittadini responsabili, partecipazione attiva alla vita comunitaria, luogo privilegiato per riporre gli ideali a volte utopistici di una società a misura d’uomo.

Soprattutto, la motivazione sottesa al bisogno umano quasi innato di spendersi in aiuto dei fratelli, è quella complessa e travagliata del trovare amore. Le parole di san Paolo (1Cor 13,4-7) tracciano i lineamenti essenziali dell’amore nell’espressione più alta e completa della carità:

«La carità è paziente, è benefica; la carità non è astiosa, non è insolente, non si gonfia; non è ambiziosa, non cerca il proprio interesse, non si muove a ira, non pensa male, non gode dell’ingiustizia ma fa suo il godimento della verità; a tutto s’accomoda, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta».

 

a cura di Romina Baldoni
usminforma@usminazionale.it

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