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«Finchè Cristo sia formato in voi»
Vita consacrata e maturazione affettiva
AA.VV., Paoline, Milano 2012, pp.150, € 12,50
Il testo della lettera ai
Galati 4,19 che dà il titolo al Corso per le formatrici, svolto a
febbraio 2011 presso la sede USMI, rappresenta una sfida e un grande
gesto di coraggio.
Le formatrici sono
chiamate a trasmettere fiducia e sapienza alle giovani che intraprendono
il cammino. Trovare la via è il desiderio profondo che abita ogni cuore,
avere chiara nella testa la meta che si vuole raggiungere è invece
spesso più difficile, a volte ci si smarrisce, altre si perseguono
obiettivi che poi si rivelano effimeri. Il senso più profondo della vita
è quello di assaporare il gusto delle cose attraverso una conquista e
non essere semplici e insensibili consumatori.
Alcune persone vivono l’esperienza della chiamata che
necessita di un drastico cambiamento di rotta e di un rinnovato modo di
mettersi in gioco nel proprio personale percorso di vita. Essi vivono la
meravigliosa avventura della fede e si fanno pellegrini dell’Assoluto.
Nella fase dell’ascolto e dell’incertezza, nella fase degli
interrogativi e dello stupore diventa importante avere una guida
formativa che sappia fare chiarezza, che sappia illustrare luci e ombre
dei paesaggi che ci si stagliano innanzi, aiutandoci ad accogliere
Cristo. Il cammino della fede conduce alla fonte dell’Amore ma spesso è
intrigato e faticoso. La crescita interiore e la maturità affettiva si
raggiungono accanto a madri e padri affettuosi e pazienti che sappiano
trasmettere la sapienza della vita, che aiutino a stabilire un contatto
diretto e vero con il nostro cuore. Il formatore è nella pratica un
pedagogista della sequela che sa metterci di fronte alle responsabilità
e alle esigenze del seguire una regola. E’ colui che sa allenare la
mente e i sensi alla perseveranza e alla tenacia; qualcosa che forse ci
sfugge con maggiore facilità nel mondo di oggi, dove tutto è
superficiale, dove l’egoismo rifiuta ogni sacrificio del sé per il bene
del prossimo. Il discernimento e l’opposizione convinta ai vizi
capitali, ai tranelli delle scorciatoie, è una conquista che arriva
attraverso una conoscenza profonda di se stessi. Lo Spirito Santo viene
accolto ed esplica i suoi effetti prodigiosi allorché gli spazi del
cuore sono dilatati nella libertà dell’amore. La via della sequela è
quindi anche una sorta di via crucis che percorriamo insieme a
Cristo per liberare il cuore e renderlo idoneo a condividere la
sofferenza di tanti fratelli e sorelle, per aiutarli a portare le loro
croci, per farci testimoni del superamento della croce, Pasqua di Cristo
morto e risorto. L’apostolo Paolo è maestro del nostro camminare in
Cristo, illuminanti e rivelatrici sono le sue parole: «Sono stato
crocifisso con Cristo e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa
vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che
mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2,19-20).
«Per me vivere è Cristo» è la sintesi vertiginosa
dell’approdo di Saulo di Tarso in Paolo. E’ l’essenza della vita
cristiana e a maggior ragione della vita consacrata. I consacrati sono
chiamati a mostrare al mondo la bellezza della vita in Cristo,
l’umanizzazione nell’amore. Per mezzo dell’amore si stabilisce una
intimità e una comunione con Cristo tale che lo stesso Cristo si forma
in noi. La missione apostolica è esperienza contemplativa che, mentre
opera e si affatica per il Vangelo, contempla Dio che l’ha preceduto.
Altro tema stimolante del volume è l’educazione dei giovani religiosi
alla castità del cuore. La castità è un segno umano che rende presente
nella storia l’amore divino, lo incarna nell’esistenza e dà voce a
qualcosa che non si limita al visibile ma si traduce in una risposta
interiore di accoglienza e gratuità destinata a risvegliare la fede
altrui.
Io sono qui
(cofanetto libro + DVD)
Mario Melazzini, San Paolo, Cinisello Balsamo 2011, pp.
127, € 19,50
Convivere
con una malattia che comporta una grave disabilità è veramente
difficile, a volte addirittura può sembrare del tutto inconciliabile con
un’esistenza degna di essere vissuta. La realtà è che ogni tipo di
fragilità è vista come qualcosa che non ci appartiene e che rifiutiamo a
prescindere. Il dottor Mario Melazzini, con questo libro documentario,
ci aiuta a vedere oltre, si fa testimone diretto dell’infinita bellezza
dell’esistere con gioia e umiltà, di vivere pienamente come uomo, medico
e come malato. Egli si sente eletto per avere accesso ad un sapere
unico, ad una prerogativa che gli viene concessa proprio in veste di
malato cronico, che è la sintesi più illuminata di ascolto e attivismo
in campo sanitario, medico e socio psicologico.
La sua percezione può spaziare in orizzonti più vasti
nell’ambito della relazione medico paziente e nel modo di stabilire una
concreta alleanza terapeutica. Grazie a questa forza e a questa sua
determinazione si è fatto capire a molte persone scettiche che la
persona può diventare motore centrale di ogni cambiamento, che in ogni
momento può tirare fuori la sua ricchezza interiore e relazionarsi in
modo costruttivo. Molto si può fare per ampliare l’informazione, la
comunicazione, la cura del morire, la disponibilità da dedicare
all’ascolto. Lo strumento che permette questa possibilità dal punto di
vista politico e amministrativo si chiama sussidiarietà: a partire dal
proprio bisogno una persona si muove, costruisce e incontra le
istituzioni chiedendo spazio per sé e per altri soggetti con cui opera.
La sussidiarietà diventa uno spazio perché la libertà della persona
possa esprimersi e costruire, per il suo e altrui bene: il bene comune.
Molte volte è l’atteggiamento della società stessa, che addita il malato
grave come peso e come vittima di una condizione indegna, a creare
condizioni di discriminazione e atteggiamenti rinunciatari nel malato.
Se si vivesse tutti con la certezza di poter avere trattamenti, cure e
sostegni adeguati per malati e famiglie di malati, se si riconoscesse
con forza la dignità profonda di ogni esistenza e si difendesse, come
imprescindibile per ogni società, il valore dell’uguaglianza, allora
forse anche la malattia potrebbe affrontarsi con altri atteggiamenti
mentali.
Il messaggio forte del dr Melazzini è che la malattia,
anche la più subdola e invasiva come la SLA, pur segnando profondamente
la vita non decide mai del suo significato. Che non esiste solo il
cercare di guarire e la resa incondizionata di fronte all’inguaribilità,
esiste anche la cura. Un approccio multidisciplinare nella gestione dei
pazienti afflitti da malattie neurodegenerative come la SLA aiuta a
comprendere la patogenesi, le complicanze e i casi di progresso.
A tutt’oggi il dr Mario Melazzini è Presidente dell’AISLA
(Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica).
DVD Documentario
IO SONO QUI
Durata:
60’
Regia:
Emmanuel Exitu
Genere:
Documentario
Produzione:
Italia 2011
Edizione:
San Paolo
Sottotitoli
in sei lingue
Musica:
Alessio “Tour” Tonietti
Sette giorni di appunti dalla vita di Mario Melazzini
(medico - malato - uomo). “Quando scopri di avere una malattia
inguaribile, pensi che la tua vita sia finita. Invece con una malattia
inguaribile fai strane scoperte. Per esempio: deprimersi non serve a
niente; la vera malattia è nell’anima; la vita è bella (non solo nei
film, anche nella vita). E di inguaribile c’è solo la mia voglia di
vivere”.
Contenuti speciali: Cortometraggio “Cercati un ombrello”;
Prendersi cura della persona. Speciale “Il buon Governo”, la nascita e
la costruzione di Ne.M.O. (reparto specializzato nel trattamento delle
malattie neuromuscolari dell’Ospedale Niguarda – Ca’ Granda di Milano.
a cura di Romina Baldoni
usminforma@usminazionale.it
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