|
|
|
Spezzare
le catene
Suor Eugenia Bonetti con
Anna Pozzi, Rizzoli,
Milano 2012, pp. 143, € 13,00
Ascoltare
il racconto della vita di suor Eugenia Bonetti è sempre emozionante ed
illuminante. Un’esperienza lunga 24 anni in Kenya e poi la richiesta di
tornare in Italia per prestare servizio presso la Caritas di Torino.
Qualcosa che suona come una chiamata ad affrontare una nuova sfida, a
rimettersi di nuovo in gioco, ad intraprendere una nuova partenza in una
nuova forma di apostolato. Qualcosa da cui prende avvio un cammino di
lotta e salda determinazione in aiuto delle donne vittime di tratta e
sfruttamento sessuale. Qualcosa di grande, di cui si sentiva un gran
bisogno e che doveva essere affrontato dalla perspicacia e dalla forza
di una personalità coraggiosa e prodiga come appunto lo è suor Eugenia.
E il Signore ha mandato dei segnali forti a questa instancabile
Missionaria della Consolata, ha usato i suoi mezzi prodigiosi per farle
capire quanto ci fosse bisogno del suo servizio laddove le sue sorelle
africane -che tanto le avevano saputo dare in Africa-, erano costrette a
subire l’umiliazione più atroce di dover vendere il proprio corpo, di
vivere un’altra schiavitù voluta da mercenari senza scrupoli. Perché la
missione non è solo una questione geografica, la missione è
sostanzialmente un annuncio di Buona Novella che viene prodigato ai
poveri e ai bisognosi. In Italia, in un Paese cosiddetto ‘civile’, nel
paese di suor Eugenia, è possibile scoprire dei «nuovi poveri», questo
ormai purtroppo non è un mistero più per nessuno. Ragazze africane che
diventano merce e proprietà di organizzazioni criminali, di traffici di
vite mossi da meri interessi economici. Da quel lontano 1993 è stato
fatto molto per cercare di scardinare gli anelli di questa catena
infamante, per dare informazione, per sostenere sia una prevenzione che
una reintegrazione sociale adeguata. Suor Eugenia è sempre stata in
prima fila, come donna, come religiosa e soprattutto come autentica
missionaria. Il 13 febbraio 2011, durante la manifestazione a sostegno
delle donne Se non ora, quando? L’abbiamo vista con grande
stupore salire su un palco di fronte a più di un milione di partecipanti
a gridare con la voce di tutte le donne offese e mai rassegnate di
fronte ai soprusi, con la voce di un orgoglio forte e più vivo che mai.
Le sue parole hanno scosso e hanno toccato, hanno fatto capire che
quella voce cercava sostegno e condivisione e non pubblicità o
visibilità fine a se stessa. Ha toccato molti cuori suor Eugenia, ci ha
fatto vedere con i suoi occhi nella progettualità sconfinata di nostro
Signore che ha grandi disegni per ognuno dei suoi amati figli. La sua
domanda di quel lontano 1993, come quella di san Paolo lungo la via di
Damasco «Signore, che cosa vuoi che io faccia?» abbiamo provato a
farcela anche noi tutti, amareggiati da tante ingiustizie, sinceramente
provati da tanta disuguaglianza e violenza ingiustificata. Il nostro
ruolo qual’è? Come possiamo dare il nostro contributo di singoli per
costruire una società diversa? Far passare questo messaggio nella misura
in cui ha saputo farlo lei è già un successo. Al di là delle possibili
critiche o delle facili insinuazioni. L’emarginazione sociale deve poter
trovare voce, deve poter pesare su alcune coscienze, deve poter
intravedere uno spiraglio di speranza. Noi tutti che tipo di immagine
della donna e del suo ruolo stiamo promuovendo? Nella nostra cultura,
nel nostro vivere quotidiano di gente figlia del progresso e della
modernità. Dove stiamo andando? Bisogna prendere atto una volta per
tutte, da ogni piccolo particolare a cui ci pieghiamo impassibili, per
ogni nostro silenzio assenso, che il nostro sistema educa allo
sfruttamento e al sopruso, al piacere inteso come potere, ad una
relazionalità mercantile. Le donne devono poter alzare la testa, essere
in prima linea nell’indignarsi, nel non rimanere indifferenti. Insieme
possiamo fare tanto per arginare questa piaga, per riprenderci la nostra
identità e dirottare un’intollerabile urgenza civile verso un futuro di
pace e di armonia. Con suor Eugenia abbiamo compreso che è il momento
del coraggio e della lungimiranza.
a cura di Romina Baldoni
usminforma@usminazionale.it
Bakhita La santa africana
Scheda
del Film
REGIA:
Giacomo Campiotti
Genere:
Avventura, Biografia
Durata:
207’ ca
Anno:
2008
Produzione:
Rai Radiotelevisione
Italiana, Rai Trade,
Rai Fiction,
San Paolo.
FORMATO:
Colore
Attori:
Teresa Giuditta
Acerbis;
Ettore Bassi;
Sonia Bergamasco;
Maria Grazia Bon;
Stefano Fregni;
Ludovico Fremont;
Giulia Gorietti;
Fatou Kine Boye;
Alberto Molinari;
Natalia Piatti;
Nathalie Rapti
Gomez;
Stefania Rocca;
Francesco Salvi;
Fabio Sartor.
Trama:
Nel convento delle canossiane giunge una distinta signora,
Aurora Marin, richiamata dal cattivo stato di salute di Suor Bakhita,
una suora di colore spentasi in realtà da pochi giorni.
Aurora la
conosceva bene e ne racconta l’incredibile storia alla figlia che l’ha
accompagnata nel viaggio. Bakhita, nata nel 1869 in un villaggio
sudanese, ancora bambina viene rapita dai nigeriani che la vendono a un
Generale turco. In questa casa trascorre dieci anni di umiliazioni sino
a che Federico Marin, un ricco commerciante italiano, ateo e
avventuriero, le salva la vita e la porta con sé a Zianigo, un paesino
del Veneto dove abita insieme alla figlia di otto anni, Aurora, bambina
malata e sola…
L’isola
Titolo
originale:
Ostrov
Regia:
Pavel Longuine
Paese:
Russia
Anno:
2006
Genere:
drammatico
Produzione:
Tv Channel Russia, 2006
Durata:
85 minuti ca.
Dati
tecnici:
PAL Area 2
Schermo
standard tv:
1.85:1; 16:9
Lingua
audio: italiano,
5.1; russo, 5.1
Lingua
sottotitoli:
italiano - italiano per non udenti
Contenuti:
trailers; galleria fotografica
Trama:
1942. Durante la seconda guerra mondiale, un
rimorchiatore russo viene bloccato dai tedeschi sul Mar Bianco, ed un
giovane marinaio russo, preso dal panico, per conquistarsi la fiducia
dei tedeschi e salvarsi la vita, obbedisce all'ordine di un nemico ed
uccide un suo compagno, ma poco dopo il rimorchiatore affonda.
Una trentina di anni dopo, i naufraghi, si
ritrovano in un monastero su un'isola del Mar Bianco dove aspettano
l'aiuto di Anatoly, un monaco guaritore. Anatoly però, si ritiene un
peccatore e forse esiste un legame tra lui e il marinaio che uccise il
suo compagno durante la guerra...
Il
Villaggio di cartone
GENERE:
Drammatico
REGIA:
Ermanno Olmi
SCENEGGIATURA:
Ermanno Olmi
ATTORI:
Michael Londsdale,
Rutger Hauer,
Massimo De
Francovich,
Alessandro Haber
FOTOGRAFIA:
Fabio Olmi
MONTAGGIO:
Paolo Cottignola
PRODUZIONE:
CinemaUndici, in collaborazione con Rai Cinema
DISTRIBUZIONe:
01 Distribution
PAESE:
Italia 2011
DURATA:
87 Min
FORMATO:
Colore
Trama:
La Chiesa si svuota e viene dismessa. Un’impresa di
traslochi porta via con sé arredi e crocefisso. Il parroco si dispera
sussurrando parole di dolore, mentre la rassegnazione del sacrestano è
austera. Pareti nude e l’altare spoglio come una sorta di sepolcro. Ma è
in quei nudi muri sacrali, e nella nuova compagnia di un gruppo
d’immigrati e clandestini africani che trovano rifugio, conforto,
compagnia in quegli interni, che l’uomo di Chiesa capirà quanti inutili
orpelli ed ornamenti hanno distorto le percezioni degli esseri umani al
presunto servizio di Dio.
a cura di Romina Baldoni
usminforma@usminazionale.it
Archivio recensioni |