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La forza dei valori
Antonio D’Angelo,
Paoline, Milano 2012, pp. 167, € 13,00
Il presente
testo parte da una serie di meditazioni sulle quali si era basata la
catechesi di un gruppo della parrocchia salesiana dei Sacri Cuori di
Gesù e Maria di Portici. Si prendeva spunto dai sette segni
dell’evangelista Giovanni ma poi ogni singola riflessione si è ampliata.
Da una prima interpretazione del testo si è passati ad una trasposizione
dello stesso al contesto culturale attuale, per poi definire alcuni
suggerimenti pedagogici rivolti alle famiglie. Si è in tal modo dato
spazio ad un confronto critico assai utile nel cammino di formazione
cristiana. Soprattutto si è voluto offrire un valido aiuto educativo e
un orientamento a tutte le coppie desiderose di trovare strumenti
efficaci per aiutare i propri figli, per trasmettere nel modo più utile
la parola di Dio. Il fatto che Giovanni non parli mai esplicitamente di
miracoli o di guarigioni ma di segni, significa che si rimanda ad un
significato più profondo che va oltre al mero simbolo materiale. Lo
stesso Gesù quando compiva i suoi prodigi cercava di far capire alle
folle che dietro ai suoi gesti non doveva leggersi soltanto il vantaggio
materiale ma si doveva cogliere l’”oltre” a cui si rimandava. Tutto
questo può farci capire come in ogni attimo della nostra vita il Signore
costella di gesti d’amore la nostra esistenza e ci invia messaggi che
non sempre vengono colti o, peggio, si tende ad interpretarli alla luce
di una scarsa fede e scarsa fiducia.
Così come raccontato nel Vangelo, la presenza di Gesù è
anche nel qui e ora della nostra storia personale,
familiare e sociale. Il Vangelo deve aiutarci a comprendere la vicinanza
del Signore, guidarci in un discernimento capace di rafforzarci e di far
utilizzare al meglio le nostre risorse. Come genitori e come genitori
cristiani siamo chiamati a scorgere la presenza di Dio nelle pieghe del
tessuto quotidiano, a migliorarci per migliorare. Dio e la sua presenza
amplia i nostri orizzonti spaziando oltre gli angusti interessi
personali e individualistici. Essere consapevoli della sua vicinanza,
avere fede, maturare fiducia significa non subire più gli eventi in modo
passivo ma diventare liberi e responsabili. Protagonisti della storia,
consapevoli di dover portare un contributo personale per far crescere la
comunità umana nella cultura dell’amore. Ciò che può sembrare solo
utopia allora si trasforma in realtà sempre più totalizzante in cui ci
troviamo ad interagire solidalmente con gli altri e per gli altri
nell’unità di valori condivisi.
Educare,
se non ora quando?
Gian Franco Poli – Gloria conti,
Editrice Rogate, 2011 Roma, pp. 252, € 18,00.
I Vescovi
italiani hanno offerto degli orientamenti pastorali per il decennio
2010-2020 sulla scelta educativa. Non si tratta di documenti da leggersi
come lezione di pedagogia da impartire. L’educazione è profondamente
intrecciata con tutto l’agire della Chiesa. A partire dall’incontro con
Gesù Cristo e dall’accoglienza del suo Vangelo, i Vescovi italiani
sviluppano alcune riflessioni sull’educazione che sono ispirazione alla
vita buona del Vangelo. Alla Chiesa sono necessarie delle
puntualizzazioni che aiutino al discernimento e alla programmazione, dei
quadri ermeneutici, delle cornici di compatibilità per le singole
Chiese. Tutto questo ne riflette l’identità e la missione, soprattutto
volendo tracciare un percorso uniforme da suggerirsi ai consacrati e
alle consacrate. L’educazione è uno dei motivi di espressione, missione
e competenza della vita consacrata, attraverso di essa si può rilanciare
una nuova immagine e un nuovo orientamento per
la Chiesa e per le
persone che vi operano. L’educazione non può essere misurata, pesata,
quantificata per il semplice fatto che appartiene alla vita. Esiste un
nesso stretto tra educare e generare alla vita. L’arte di educare è
quella di far nascere l’uomo dall’uomo, ossia aiutare l’uomo a fare
nascere la sua verità, la verità di se stesso, chi egli è. La grande
fiducia della Chiesa in Italia è quella di poter condividere questa
convinzione con molti uomini e molte donne che sentono viva la
responsabilità per la vita. Un ulteriore riflessione che si apre nel
testo è sul termine «vita buona», per cercare di comprendere l’essenza
della morale e l’esercizio delle virtù. Un ritorno alle virtù morali
quali giustizia, prudenza, temperanza, fortezza. Qualità e ricchezza da
rivalutare per vivere una forma di vita non autoreferenziale ma aperta
agli altri e alla relazionalità comunitaria e istituzionale, dove il
giusto si apra sempre sia sul versante del «buono» che del«legale».
Infine l’approdo finale, la terza tappa del testo è
integralmente la vita buona del Vangelo, così come Benedetto XVI
ha detto al Convegno Ecclesiale 2011 della Diocesi di Roma, facendo
riferimento a sant’Ilario di Poitiers. La perfezione dell’uomo, così
come da richiesta nel discorso della montagna, è la buona intenzione al
momento decisivo, dove inizia la sfera della libertà. La cristianità,
la Parola di
Dio devono poter arrivare a tutte le sponde di vita che albergano il
cuore dell’uomo. L’opera educativa mette in atto la giusta
intercettazione, il raggiungimento. Basandosi sempre su desiderio di
verità, giustizia, amore e felicità. Educa chi è capace di dare ragione
della speranza che lo anima ed è sospinto dal desiderio di trasmetterla.
La passione educativa è una vocazione, un’arte sapienziale. Questo vale
imprescindibilmente anche per la fede, ovvero per la catechesi della
Chiesa.
Dimora di
Dio
Diana Papa,
EDB, Bologna 2012, pp.252, € 20,00
Sr Diana
Papa presenta le tappe di un cammino di una monaca clarissa o di tutte
quelle suore contemplative che vegliano nel silenzio. Il cammino si
compie nella dimora di Dio, dove la monaca attinge forza e luce;
nella dimora del cuore, dove rinvigorisce il suo amore sponsale;
nella dimora della Chiesa e del mondo, per cui ella intercede
invocando pace, perdono, comunione.
Il Salmo 84 ci illustra splendidamente l’esperienza del
pellegrinaggio al tempio, frutto spirituale di un cammino che può
cambiare un’intera esistenza. Cammino verso l’interiorità -per dirla con
le parole di mons. Ravasi- cammino verso la nostra essenza più
autentica. Cammino che viene scandito da tre beatitudini:
-Beati coloro che abitano nella casa di Dio e cantano
sempre le sue lodi;
-Beati coloro che fanno del proprio cuore il luogo dei
sentieri di Dio;
-Beati coloro che si affidano totalmente a Dio, perché essi
stessi sono divenuti «dimora della sua presenza». Le contemplative ci
insegnano che quando c’è Dio nel cuore, il viaggio quotidiano, anche
quello più amaro, può essere sopportato.
La Valle del pianto
della Salve Regina è attuazione della beatitudine evangelica, è il
tentativo di essere nel Tempio, con Dio, dare amore e vivere con amore
nonostante tutto. Vivere una profezia senza sconti, nel gaudio della
contemplazione per la gloria del Padre e per la salvezza del mondo.
Nella gioia della donazione, con cuore innamorato andare per le vie con
passo sollecito, nel coraggio della verità. I consacrati e le consacrate
che scelgono ancora oggi l’ideale del ‘vendere tutto’ per seguire le
orme di Gesù, incarnano la sua presenza nel loro esserci, nella loro
pienezza di vita.
Sono persone che non corrono in avanti, bruciando il
presente, o che si legano al passato, facendo morire ogni seme che
nasce, ma semplicemente uomini e donne che modulano i loro passi su
quelli di ogni Tu, traccia di Dio che incontrano, mentre avvertono lo
scorrere dello Spirito di Dio nella vita di ogni vivente. Si lasciano
raggiungere dalla polvere calpestata da ogni individuo, soprattutto
quando si fanno carico delle fatiche, delle ansie, dei progetti, delle
aspirazioni dell’umanità. La vita dei consacrati è inoltre incentrata
sulla costruzione della pace, sulla volontà di far emergere in ogni
creatura la propria parte di bene e di buono, la gioia dello spirito e
la giustizia.
Nel testo si raccolgono una serie di articoli che la nostra
Autrice ha pubblicato tra il 2003 e il 2007 sulla rivista
Consacrazione e Servizio, rivista del Centro Studi dell’USMI, sul
quotidiano SIR Italia e su L’Osservatore Romano tra il 2003 e
2008. Si possono sistematizzare in varie tematiche, il loro insieme
riassume il sogno e l’ideale di chi si converte. Il testo è aperto e
chiuso da una Lectio divina, ogni articolo contiene riferimenti biblici
e spunti riflessivi.
a cura di Romina Baldoni
usminforma@usminazionale.it
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