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Mandato d’amore
Giovanni Paolo II
(curato da Paola Pellicanò),
San Paolo, Cinisello Balsamo 2012, pp. 121, € 9,00
Nell’arco del suo lungo
pontificato Giovanni Paolo II ha dedicato molto spesso la sua attenzione
al tema della procreazione responsabile. In questo volume si raccolgono
diciotto interventi che in svariate circostanze vengono rivolti agli
educatori dei metodi naturali, ai medici, ai sacerdoti e operatori
pastorali. Il Centro di Regolazione Naturale della Fertilità
dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, presente presso il
Policlinico Gemelli di Roma, ha voluto renderli noti a distanza di anni
come testimonianza tangibile di profondo rispetto che il Papa ha dato
all’amore nella coppia. Sicuramente qualcosa di raro ed immensamente
importante nella realizzazione di vita delle persone, specialmente per i
più giovani. Allo stesso tempo fragile nel suo bisogno intrinseco di
bellezza, istinto, rispetto e verità. Wojtyla spesso ha sottolineato
come nel suo sacerdozio ha amato e preso a cuore l’amore umano,
qualcosa, egli diceva “che non si impara, e tuttavia sarebbe necessario
come mai dover imparare”. La verità chiede di essere ricercata nella
piena disponibilità del cuore e della mente, la verità risponde a tutte
le sfaccettature della persona. Spesso la sessualità e il corpo non sono
scindibili dall’essenza metafisica dell’essere; fenomeni naturali come
la fecondità e l’attrazione passano proprio da significati ultimi sul
senso, sulla dignità, sulla relazionalità che ci contraddistingue.
Nell’esortazione apostolica Familiaris Consortio si asserisce che
tra contraccezione e controllo dei ritmi temporali della fecondità vi è
una “differenza antropologica e al tempo stesso morale” (n. 32). Ovvero
la divisione è nella sostanza non solo nella metodologia tecnica e
scientifica. Si pensi alla “teologia del corpo” che il Papa polacco ha
sviluppato nel corso delle sue catechesi del mercoledì, alla
sottolineatura del corpo come ‘sacramento’, come dono e non solo
semplice e mero strumento. L’autopossesso degli istinti, delle pulsioni
legate alla propria affettività consente quel dono autentico di sé tra i
coniugi in cui si compie l’amore. Nello stesso tempo la conoscenza
fisiologica precisa dei nostri ritmi riflette un disegno del Creatore
ben preciso, che si collega direttamente al valore morale altissimo del
dare la vita. Per tale motivo seguire con interesse la ricerca
scientifica, supportare metodi diagnostici semplici e non invasivi per
aiutare o prevenire qualcosa di sublime come una nascita è sempre
profondamente umanizzante. I coniugi non sono né passivi esecutori né
arbitri della potenzialità del dare la vita, però sono senz’altro
collaboratori responsabili; dal loro rispetto, dialogo e confronto si
sviluppa il senso profondo e più sublime dell’amore. Tutto deve essere
incanalato nell’ordine primario dell’amore.
Il
fattore R (Le religioni alla prova della
globalizzazione)
Brunetto Salvarani
Emi, Bologna 2012,
pp.158, € 12,00
Tensioni interreligiose
e interculturali che sempre di più destano preoccupazione all’interno di
società liquide e basate sulla legge dell’economia e del controllo del
potere. Ci si chiede fino a che punto si può essere società evolute ed
efficaci senza realmente cercare di comprendere nella sfera pubblica la
religione e il suo bagaglio antropologico. Probabile che nella maggior
parte dei casi saper capire una religione e i suoi fondamenti sia
altrettanto determinante che conoscere i meccanismi di controllo del
proprio PIL. In questo libro viene presentata una riflessione sulle
religioni che si rivolge ai non addetti ai lavori e ai curiosi per
tentare di dare una sommaria spiegazione al bisogno di identificazione
con il sacro e ricostruire razionalmente e metodologicamente il percorso
storico del credere e della fede. Soprattutto si tenta di capire come
nel nostro continente la pluralità e la secolarizzazione abbia portato
ad una crisi profonda dell’identità religiosa. Il ricorso ad Dio
user-friendly e pronto uso, la perdita di agganci concreti alla
dottrina, il proselitismo spesso disincarnato hanno portato ad un
trionfo della superficialità, della banalizzazione, della credulità.
Tutto ciò denota una crescente confusione e solitudine dell’individuo
che sta conducendo sempre più a fanatismi, fondamentalismi o rigorismi
sempre sbilanciati e sempre snaturati dal vero significante religioso.
In realtà la grave crisi che vive l’uomo moderno è una crisi di valori
generalizzata, la società volge verso dinamiche completamente avulse da
sentimenti di uguaglianza, cooperazione, assistenzialismo, solidarietà e
democrazia. Cambiano le comunità umane, cambia la percezione storica
della tradizione, ci si muove verso un disincanto e una straniazione del
mondo. La nuova legittimità è un individualismo egoico e prevaricatore
in ogni disciplina. Il fatto che sia venuto meno il cristianesimo
politico e sociologico non ha trovato compensazione nel riorganizzare
adeguatamente la nostra esistenza e i nostri smarrimenti esistenziali.
Allo stesso tempo in molti casi la volontà di credere, la ricerca di
senso non è mai venuta meno, anzi, in molti casi si è incanalata su
percorsi ambigui e fuorvianti. Da qui una nuova necessità che potrebbe
essere il ridiventare cristiani nell’interreligiosità e trovare nuovi e
sostanziali stimoli educativi a questa domanda.
Iniziazione Cristiana per i nativi
digitali
AA.VV., Paoline,
Milano 2012, pp. 182, € 15,00
La fede non si può più
supporre ma proporre. L’esperienza non può evocarsi con racconti,
letture e narrazioni ma va costruita insieme. Sulla base di questo clima
che respirano le nuove generazioni c’è sempre meno possibilità di
scindere la convenzione sociale dal principio morale autentico, la
relatività, l’esperienza personale da ciò che può dirsi valido per
tutti. La
Chiesa può farsi proponitrice, indicare una via, chiedere Sequela. E’
una cultura povera di speranza ma al tempo stesso desiderosa di
speranza. Si cerca di rendere visibile il Mistero della nostra salvezza
e il grande sì della fede, dell’amore umano, della vita e gioia
cristiana. Si cerca di accogliere ciò che rimane di sano e bello nella
cultura contemporanea senza trascurarne le possibili contraddizioni. E’
necessario arrivare ad una evangelizzazione e, quindi, ad una
iniziazione cristiana non “compiacente”, portando un annuncio compiuto e
integrale di fede, secondo categorie culturali e teologiche
contemporanee. Il cuore della speranza cristiana è la vita eterna.
Oggi si vive nell’eclissi dell’escaton. E’ proprio l’escaton
a essere capace di generare un rinnovato pensiero antropologico.
Si deve riuscire
ad avere la sapienza di amare il nostro tempo, la nostra cultura, l’uomo
nuovo che sta emergendo e saper rileggere il Vangelo alla luce dei nuovi
orizzonti postmoderni. Il cammino da compiersi dovrà procedere dai
valori evangelici ad un progetto culturale-pastorale sempre più
popolare, capace di indicare una speranza bella, affascinante e vera. In
questo è necessario uscire dall’intimismo del ripiegamento sul privato
per essere annunciatori, per cercare risposte che partano dai sentimenti
e si richiamino ed essi. Per fare ciò occorre il potere della grazia.
L’educazione del giovane è primaria e ha in sé mete inderogabili.
Educare all’intelligenza, alla libertà, all’affettività, alla conoscenza
integrale della realtà. Il giovane deve saper riconoscere, nella loro
limitatezza, forme di ragione che accettano solo ciò che è
sperimentabile e matematico, da ciò che richiede coraggio, impegno e
investimento affettivo, amore, ascolto. Molti dei fallimenti affettivi
attuali sono figli di incapacità di amare, incapacità oblativa,
superficialità e sviamento del sapersi donare. L’amore è un valore
esperienza che si intreccia con la vita affettiva, con il senso della
vita e con la sua eticità. I giovani cercano l’amore come valore guida.
L’amore è da evangelizzare in una prospettiva catecumenale che sia
adatta anche agli adolescenti. I nativi digitali necessitano in
conclusione di una pastorale giovanile iniziatica a partire
dall’esperienza di Dio, da un’esperienza sacramentale del Signore, da
una pastorale sempre più mistagogica.
a cura di Romina Baldoni
usminforma@usminazionale.it
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