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6 settembre 2012
Nuova Evangelizzazione
Bruno Maggioni,
Ed. Messaggero, Padova 2012, pp.
179, € 15,00
L'evangelizzazione annuncia
sempre qualcosa di nuovo: la novità di Cristo. Questo libro di Maggioni
esce proprio nell'anno in cui il Sinodo dei Vescovi parlerà di "Nuova
Evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana". La
semplicità dell'annuncio ne costituisce la tela spirituale di fondo, lo
rende efficace, radicale, contemplato per mezzo di un percorso ascetico.
Per
essere freschi e per indurre interesse bisogna mediare tra conoscenza
biblica e capacità comunicativa, conoscenza umana e accessibilità. La
semplicità ha il grande dono di raggiungere tutti, di parlare una lingua
universale che è anche la lingua dello Spirito e che sa comunicare
l'opera di Dio. La nuova evangelizzazione deve avvenire nell'orizzonte
dell'essenzialità evangelica per non assumere caratteristiche
propriamente sociologiche o pastorali. E' quindi importante fare perno
sulla priorità della Parola di Dio che deve illuminare e abitare
l'evangelizzazione. Con cristallina limpidezza evangelica l'Autore
riesce a far risuonare nell'oggi la sacra scrittura, senza mai
banalizzarla o polemizzare su alcune inattuabilità. La mitezza è sempre
un punto di partenza forte, l'approccio maturo dolce e pungente sa
andare sempre oltre, sa squarciare i dubbi, toccare i cuori. La
semplicità è sapienza. La novità, lo stupore e la forza di convincimento
del Vangelo stanno nella sua radice. La Scrittura è importante ma non è
isolabile da altre realtà. Come viene fatto notare nella Dei Verbum
in più passaggi, solo all'interno di un'economia in cui giocano più
fattori armonicamente, la Parola può svolgere la sua funzione di
rivelazione e di salvezza. Lo scritto è stabile ma esige -perché la sua
forza esploda- di ridiventare parola viva. La Scrittura è come una
parola "congelata" che ha bisogno di essere riportata nel suo ambiente
vitale: la comunità, la tradizione, lo scambio di pensieri. Sicuramente
la pratica della lectio divina favorisce un approccio culturale,
un’esegesi e una catechesi biblica profonda e riflessiva. La Sacra
scrittura è piena di domande: l’uomo interroga Dio e Dio interroga
l’uomo. In queste domande c’è l’universalità, l’inquietudine, la
singolarità, l’essenza, la solidarietà, lo stimolo e la speranza. Anche
l’idea di nuova evangelizzazione deve basarsi sulla centralità della
Parola. Nella Bibbia si è dentro la storia perché se ne illustrano le
contraddizioni. La croce ne è la metafora più straordinaria. Ma in esse
si deve saper cogliere il volto di Dio, non smentirlo.
Essere e diventare figli
Anna Bissi,
Paoline, Milano 2012, pp.
192, € 13,00
«Dio ha tanto amato il mondo
da dare il Figlio unigenito» (Gv 3,16): tanto e dare sono
due termini che si riempiono di mistero, in essi possiamo veder
rispecchiata tutta la storia della salvezza, l’Incarnazione e la Pasqua
del Cristo, la Pentecoste e l’amore trinitario che si comunicano
all’uomo. Lo scopo di questo libro è quello di introdurci e farci meglio
comprendere l’esperienza dell’essere figli. Provando a partire dal
basso, dall’esperienza psicologica che poi può diventare una via
d’accesso privilegiata alla relazione con Dio. Alcuni processi psichici,
se osservati con un giusto approccio, aiutano a mettere in risalto la
presenza di un fenomeno inatteso: il superamento dell’egoismo naturale,
la tensione verso la trascendenza. Il dato psicologico integra quello
antropologico: cambia la concezione dell’uomo, non più reputato come
essere in grado di perfezionarsi nel benessere esteriore ma anche
interiore. Esiste una dimensione contemplativa che è la capacità di
riconoscere un contenitore di realtà più ampie e profonde. Da qui
traspare la vita dello spirito. Nello stupore dell’uomo di fronte alla
bellezza, nella solidarietà presente fra le persone, nell’amore capace
di sacrificarsi per l’altro, nell’intelligenza che si trascende per
penetrare il mistero della persona e delle cose. Nel creato l’uomo
occupa un posto importante e ricopre un ruolo a lui unicamente
riservato. Nel libro della Genesi è detto che egli è chiamato a «dare un
nome» (cfr. Gen 2,19) agli esseri che popolano il cosmo e ad esercitare
una signoria su esso. Questa è una manifestazione di quel ministero
regale, conferito con il battesimo, attraverso il quale l’uomo nuovo può
riappropriarsi della sua libertà e guardare alle cose e al mondo con
quella purezza di cuore che gli permette di vedere Dio in tutto. Il dono
della vita e l’amore filiale sono presenti in noi ancor prima
dell’esperienza che poi ci permetterà di viverli e metabolizzarli.
Essere figli è essere amati. Con la grazia del sacramento possiamo
lenire le ferite di eventuali esperienze filiali negative e vivere con
gioia questo dono.
Dove sei Signore?
Gianfranco Ravasi,
San Paolo, Cinisello Balsamo
2012, pp. 150, € 14,00
Il libro parte da una
riflessione di tipo simbolico. Nel Vangelo di Giovanni la domanda dei
due discepoli «Rabbì, dove stai?» (Gv 1,36-38) si focalizza in un dove,
in un incontro e in una frequentazione che è lo spazio dell’abitare.
Trasversalmente la dimensione spaziale e il costituirsi di un suo
orizzonte è la metafora dell’incontro uomo-Dio. Nella Bibbia si
percepisce in modo sensibile lo spazio, alcuni luoghi finiscono per
diventare familiari, si identificano come punto di partenza di relazioni
complesse e capaci di intrecciarsi, definendo quella che sarà la storia
della salvezza. Abitare uno spazio significa lasciare delle tracce di
presenza e di vissuto che l’uomo a venire dovrà riscoprire e
ripercorrere. Saperle decifrare è dare senso alla propria natura e nello
stesso tempo cogliere il segno luminoso e sempre mutevole di una realtà
altra e più complessa. Qualcosa che non si svela completamente ma che
può essere attesa e percepita nella speranza e nella fede. Esplorare la
ricchezza dei simboli biblici che raccontano lo spazio in tre contesti
diversi ci aiuta a cogliere il bagliore dell’infinito e la meraviglia
del mistero. L’ordine induttivo crescente ci fa distinguere: lo spazio
abitato, lo spazio creato e lo spazio oltre lo spazio. La simbologia ha
la funzione di provare ad indagare l’oltre della realtà, ci offre un
appiglio in più, ci fa affacciare su un orizzonte di inafferrabile. La
degna conclusione di una trilogia che mons. Ravasi ha voluto donarci e
che ci aiuta meglio a capire la natura umana e la grandezza della
spiritualità che ci avvicina e ci riconduce a Dio. Dopo Che cos’è
l’uomo? Sentimenti e legami umani nella Bibbia e Chi sei,
Signore? Incontri e scontri con un uomo che ha cambiato la storia.
Ci si addentra nella comprensione del Cristo e della sua persona che
unisce ed evidenzia alcune apparenti inesplicabili dualità: carne e
Verbo, spazio e infinito, contingenza e assoluto. Gesù ci parla
attraverso parabole e parte da semplici realtà quotidiane perché parte
dal presupposto che il nostro presente e il nostro scibile, la nostra
capacità critica e le cognizioni morali hanno in sé le potenzialità per
rivelarci la trascendenza. In questo libro vengono tracciate delle
“geografie” che riconducono alla presenza uomo-Dio, latitudini aperte in
cui è possibile attingere risposte importanti nel cammino di fede e di
speranza.
a cura di Romina Baldoni
usminforma@usminazionale.it
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