trasp.gif (814 byte) trasp.gif (814 byte) trasp.gif (814 byte)

Tra Silenzio e Parola
Percorsi di comunicazione

Franco Lever - Mauro Mantovani (a cura)
LAS, Roma 2013, pp. 221, € 15,00

Per rispondere al Messaggio del Papa in occasione delle Giornate Mondiali delle Comunicazioni Sociali, la facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontificia Salesiana ha deciso di dare avvio ad una serie di pubblicazioni annuali per promuovere una riflessione approfondita sul tema. Il testo in questione si rivolge non solo agli ‘addetti ai lavori’ del settore ma anche a tutti coloro che operano negli ambiti dell’animazione sociale, culturale, educativa e nell’azione pastorale. I nove saggi riportati affrontano il tema del Silenzio e della Parola. I primi due sono presi direttamente dagli interventi dei rispettivi autori alla XLVI GMCS del 12 maggio 2012; il terzo contributo è un sunto degli eventi della Settimana Culturale della Comunicazione sociale presso l’UPS; gli ultimi sei invece cercano di affrontare la tematica inquadrandola da angolature diverse: pubblicità, stampa, rete e società, cinema, dialogo.

Franco Lever prova ad associare al silenzio forme di comunicazione che esimono dalla percezione uditiva: linguaggi sensoriali e percettivi e tutta quella serie di suggestioni e deduzioni che non possono rientrare nel catalogabile. La complessità e le sfumature della mente umana rimangono parte di un sistema aperto e imprevedibile che pur essendo imperfetto è di fatto in continua evoluzione e trasformazione.

Maria Antonia Chinello illustra la parola come pienezza dell’essere, esaminandola in ambito della linguistica e della filosofia del linguaggio. La parola come evento e come accadimento implica necessariamente l’analisi del confine con il silenzio. Allo stesso modo la parola veicola responsabilità, da essa scaturisce coerenza e dignità che sono elementi fondamentali nel campo educativo.

Fabio Pasqualetti invece muove verso considerazioni di tipo spirituale. Parte dall’interrogativo sul posto che viene dato a Dio in un mondo dominato dal digitale e da una comunicazione altamente invasiva ed altamente rumorosa in cui coltivare interiorità e riflessione silente è sempre più difficile. Allo stesso modo però ci sono anche forme di silenzio che appaiono intollerabili e negative. Sono i silenzi di chiusura e i silenzi delle incomprensioni, sono i muri che ostacolano la relazionalità e ancor più spesso la verità.

Simonetta Blasi pone un tema assai stimolante e suggestivo: Le parole del silenzio nella pubblicità. I messaggi ad effetto dei mass media, il bombardamento di parole ed immagini che catturano l’attenzione ma sono prive di consistenza narrativa e spesso di logica che non sia quella di voler indurre al consumo, omologare, confondere.

Vittorio Sammarco prova invece a ripensare proprio nel campo del giornalismo l’importanza del silenzio riflessivo. Essere consapevoli che le parole spese hanno una grande importanza, dosarle e meditarle invece che divulgarle a raffica per scopi di spettacolarizzazione e per suscitare clamore. Discernimento, logica del dubbio, memoria storica, memoria critica.

Antonio Giannasca in Parole nel silenzio: universo digitale e reti sociali prova a fare un’analisi sociologica e di ricaduta sui comportamenti collettivi delle nuove comunicazioni. L’azione educativa ne viene influenzata? E soprattutto ne trova arricchimento? I ‘new media’ possono portare delle insidie che coinvolgono gli aspetti psicologici e comportamentali delle persone e, lo stesso modo di mettersi in contatto e di relazionarsi, può assumere un carattere diverso. Si prova così a scongiurare l’impoverimento etico, la banalizzazione, la freddezza e la superficialità che il cyberspazio porta con sé.

Carlo Tagliabue analizza il significato del silenzio nel cinema. La filosofia di alcuni autori celebri che rendono attraverso i silenzi l’intensità e l’universalità delle emozioni.

Mauro Mantovani considera la dinamica del dialogo e propone spunti di ordine teoretico. Quanto c’è nell’interazione diretta che si ricollega al dono di sé e all’ascolto? Come collocare l’idea di trascendenza e la sfera del divino in ambito comunicativo? Esiste un tipo di linguaggio in grado di rappresentarle meglio? Riferimenti alla teologia della comunicazione, già analizzati da Chiara Lubich, al dialogo come apertura e come pienezza di sé.

Maria Paola Piccini prova a proporre una metodologia di rappresentazione del silenzio con l’aiuto di alcuni lavori prodotti dagli studenti della facoltà di scienze della comunicazione della UPS. Si offre quindi un questionario semi strutturato come appendice del testo.

a cura di Romina Baldoni
usminforma@usminazionale.it 

 


 

Gesù, insonnia del mondo

Ferdinando Castelli, San Paolo, Cinisello Balsamo 2013, pp. 238, € 20,00

Gesù è la figura più discussa, più indagata, più contraddittoria e più viva che il mondo abbia mai ricordato. Celebrato in tutte le salse, spesso anche combattuto o avversato, ma sempre rimasto vivo e attuale nel susseguirsi dei tempi e dei contesti storici. In questo volume si vuole aprire una finestra cognitiva sul Gesù nella letteratura, con maggior riguardo ed attenzione agli autori contemporanei. In un’epoca in cui si è affermata una diffusione capace di divulgare una spettacolarizzazione e una pubblicizzazione di tipo fantastico o fantascientifico di bassa lega e provocatoria, ci si interroga inevitabilmente su quanto sia stato restituito del vero volto e dell’opera del Verbo di Dio. Compito che non spetta necessariamente ed esclusivamente ai teologi ma anche agli uomini comuni. Gesù è il Verbo di Dio incarnato, l’esperienza soggettiva di ognuno di noi è chiamata a far proprio questo messaggio, a farlo entrare nella propria coscienza e ad accoglierlo secondo il metro della propria fede, della propria educazione sociale e familiare. Gli scrittori, anche di fede non strettamente cattolica, o anche chi non nasconde un certo scetticismo, possono comunque narrare, dal loro punto di vista, l’umanità di Gesù. Possono comunicare un Gesù vivo, un Gesù del quotidiano capace di imprimersi con forza nell’immaginario del lettore, possono renderlo più facilmente accessibile. Spesso la mancanza di pretenziosità, la disinvoltura scevra di catechesi sottesa ci può avvicinare ad un Gesù che sentiamo somigliante, fratello nella condivisione degli umori che ci abitano. Ventisette poeti, narratori e saggisti provano a tratteggiare a tinte lievi e profondamente affascinanti la loro cristologia. Per i cristiani Gesù è il Messia, per gli uomini tutti è un personaggio più o meno gradito ma che non possono ignorare. Continua a porsi nel bene e nel male l’interrogativo posto nel Vangelo «Ma voi chi dite che io sia?» (Mc 8,29). E così l’Autore prova a presentare le risposte dei letterati scindendole in quattro ideali categorie: l’angolatura negativa, quella parzialista, quella convinta e quella più fantasiosa che lo eleva ma rimane incredula sul considerarlo realmente il Figlio di Dio. Ma di quale Gesù ha più bisogno l’attuale umanità? Di un Gesù capace di darci senso, capace di colmare il vuoto del male, della sofferenza e della morte. Di un Gesù che si presti all’ascolto e alla comprensione. Viene da chiedersi se dopo svariati circoli viziosi tutto non possa ricondursi a ciò che il Vangelo ha già detto, a ciò che è stato il Gesù del Vangelo.

 

Ferdinando Castelli S.J. Già  docente di letteratura e cristianesimo presso l'Istituto di scienze religiose della Pontificia Università  Gregoriana, è redattore de La Civiltà  Cattolica per il settore letterario. La preparazione umanistica, filosofica e teologica lo annovera fra i critici più attenti che militino in campo cattolico. Nei suoi saggi critici egli cerca di cogliere l'anima profonda degli scrittori e il loro senso religioso, nascosto in pagine inquietanti e dissacranti. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Letteratura dell'inquietudine (1963), Sei profeti per il nostro tempo (1972), I cavalieri del nulla (1977), Volti della contestazione. Strindberg, Péguy, Papini, Camus, Mishima, Kerouac, Böll (1978), In nome dell'uomo (1980) e Carlo Bo. Una vita per la letteratura (1996). Citazione a sé meritano i tre volumi dal titolo Volti di Gesù nella letteratura moderna (1987, 1990, 1995), nei quali padre Castelli è impegnato a "leggere" il volto di Gesù negli scritti, a volte limpidi a volte tortuosi, degli scrittori più rappresentativi del nostro tempo. Nel grembo dell'ignoto. La letteratura moderna come ricerca dell'Assoluto (2001, 2006) è un'indagine sulla ricerca di Dio da parte di alcuni noti autori contemporanei. Da ultimo El gran teatro del mundo, Scenografie letterarie (2012).

a cura di Romina Baldoni
usminforma@usminazionale.it 

 

Archivio recensioni