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NEL GREMBO E NEL CIELO

ROBERTA VINERBA,

PAOLINE, MILANO 2014, pp. 140, € 12,00

In queste pagine l’Autrice esprime la propria concezione della donna, che viene presentata in una triplice dimensione: come spazio, come deserto, come cielo.
La donna è innanzi tutto spazio che accoglie, contiene e protegge, come ben dimostra l’esperienza della maternità, durante la quale essa sa fare posto a colui che è «altro» da lei, diventando «casa accogliente» per il nascituro. Questa sua predisposizione ricalca, in un certo senso, l’atteggiamento misericordioso di Dio, sempre pronto ad accogliere e confortare.
Come deserto, cioè come spazio di verità, la donna è chiamata a prendere le distanze dagli aspetti negativi dell’amore, quelli che tendono a imprigionare l’altro, piuttosto che renderlo libero (il che può accadere sia nel rapporto con i figli sia in quello con il partner). Il modello dell’amore liberante è Maria di Nazaret, che in più di un’occasione ha saputo farsi spazio desertificato (per esempio, nell’episodio di Gesù a colloquio con i dottori nel tempio e, soprattutto, ai piedi della croce).
Maria è infine speranza, il prototipo del cielo, inteso come grembo che accoglie tutta l’umanità. È lei la madre universale, la madre della Chiesa, la donna del paradiso nella quale vengono composte in perfetta armonia tutte le dimensioni e anche le contraddizioni di quello che papa Wojtyla definì il «genio femminile». In lei, secondo la profezia biblica, il deserto è fiorito.
La questione che il libro affronta con uno sguardo veramente incarnato nella nostra realtà è quella delle maternità che passa attraverso l’autocoscienza dell’essere donna. Una buona madre deve pian piano trasformare il proprio esserci in qualcosa che non sia strumentalità , deve saper operare quel distacco necessario ai figli ma soprattutto necessario a se stessa per ritornare alla propria irriducibile dignità di persona voluta da Dio. Il percorso di affrancamento prevede il riconoscimento della donna in quanto tale, la sua storia, le sue fatiche, la sua umanità, ciò che la rende vera. Un riconoscimento che sono chiamati a fare tanto i figli che le stesse madri. Alla donna appartiene il compito di essere casa speciale e accogliente. La casa è attinente all’ospitalità. La consapevolezza di ogni essere umano di esserci per volontà di qualcun altro, la coscienza di dover abbandonare il narcisismo della nostra esclusività decisionale è l’apertura alla carità. La carità nella verità pone l’uomo davanti alla stupefacente esperienza del dono. La madre -nostra madre- è l’invito a riconsiderare il mistero della vita, è un invito alla gratuità che va ad escludere la preponderanza del solo senso utilitaristico delle cose.
 


  

LA CONDIZIONE GIOVANILE IN ITALIA

RAPPORTO GIOVANI 2013 - ISTITUTO GIUSEPPE TONIOLO,

IL MULINO, BOLOGNA 2013, pp. 229, € 20,00

Non ci sono più i giovani di una volta? In realtà non ci sono mai stati.
Si è giovani sempre in modo diverso rispetto alla generazione dei padri e delle madri. Più che identificare una categoria di persone, la giovinezza è una fase della vita che ciascuna generazione reinterpreta in modo unico e irripetibile, in base ai vincoli e alle opportunità del proprio tempo. Alla base del concetto di generazione sta l’affinità di collocazione di suoi appartenenti, in particolare l’essere nati nello stesso intervallo limitato di anni e quindi l’essere cresciuti condividendo alla medesima età gli influssi degli eventi storici e del clima sociale della propria epoca e avendo davanti le sfide comuni del proprio tempo. Studiare il cambiamento sociale con una prospettiva generazionale è ancora più importante in questa epoca di forte accelerazione prodotta dalla globalizzazione, dall’innovazione tecnologica, dalle trasformazioni demografiche.
Sono in grande ridefinizione le stesse tappe della transizione alla vita adulta, non solo come e quando vengono vissute ma anche interpretate. Gli eventi chiave continuano a essere la fine degli studi, l’ingresso nel mondo del lavoro, l’uscita dalla casa dei genitori, la formazione di una unione stabile di coppia, fino a diventare a propria volta genitori, punta più avanzata di un percorso di acquisizione progressiva degli impegni e delle responsabilità della condizione adulta.
L’elevato tasso di cambiamento e grado di complessità che caratterizza le società moderne avanzate proietta i giovani in un contesto di incertezza, riguardo a rischi e implicazioni delle proprie azioni, mai sperimentato dalle generazioni precedenti. L’incertezza costituisce un vincolo importante all’interno dei processi decisionali. Se da un lato i giovani adulti hanno sempre più il desiderio e l’opportunità di costituire in modo creativo e strategico il loro percorso di vita, potendo comunque scegliere tra alternative strutturalmente determinate, dall’altro, però, complessità e incertezza tendono a rendere i giovani particolarmente prudenti nel prendere decisioni definitive.
Le nuove generazioni italiane trovano più difficoltà, sia rispetto al passato sia relativamente ai coetanei degli altri paesi, nel conquistare una propria autonomia dalla famiglia di origine e nel realizzare le condizioni di formarne una propria. Questo evidentemente accentua ulteriormente, in prospettiva, la bassa natalità e quindi anche l’invecchiamento. Le difficoltà di stabilizzazione occupazionale e di adeguata remunerazione producono anche una grave perdita di fiducia da parte dei giovani, in primis verso la società, che non offre loro spazio e non li valorizza, ma poi anche verso se stessi e le proprie capacità. Con l’esito di incentivare la strategia di uscita verso l’estero o a rivedere al ribasso le proprie aspettative, a dar di meno rispetto a quanto potrebbero lasciando in larga parte sepolti i loro talenti.
Un paese che vuole promuovere le competenze e le capacità delle nuove generazioni- al fine di metterle al servizio di un solido modello di crescita e di sviluppo- ha bisogno prima di tutto di conoscerne le specificità e caratteristiche. Per dare risposte adeguate bisogna ascoltare con attenzione le domande che in modo autentico partono dai giovani.
Da un lato c’è quindi una questione sempre più centrale per lo sviluppo del paese e per la sua coesione sociale, che riguarda la difficoltà a mettere in piena funzione il potenziale delle nuove generazioni, dall’altro abbiamo una carenza di informazioni adeguate per indagare in modo approfondito e dettagliato la loro realtà e i cambiamenti in atto.

a cura di Romina Baldoni
usminforma@usminazionale.it

 

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