Introdotta
da un canto di Mingo accompagnato da opportune diapositive la
giornata del 24 aprile è stata vissuta in un crescendo di
riflessioni contenutistiche.
Passare dalle riforme
alla rivoluzione è stata la sintesi
del messaggio di P. Innocenzo Gargano
obcam. Egli ha ammesso che ‘reimpostare la vita religiosa
all’interno della nuova Europa comporta un allargamento dei
nuovi orizzonti spazio-temporali’. La caduta delle grandi
visioni della modernità ha prodotto incredulità verso ogni
genere di ideologia. Ne è sorta una rottura dell’universalità
del sapere con la crisi della cultura occidentale, e si è aperta
la porta al dialogo tra le culture, acuendo la sensibilità e la
tolleranza rispetto alle differenze, senza però proporre una
misura comune. Conseguenza: rimane aperta la porta ad ogni
arbitrio.

Si vanno così esprimendo alcune
megatendenze che incidono sullo stile di vita: idolatria del
denaro, perdita dell’interiorità, disgusto dell’essere e
dell’esserci, fuga nel soggettivismo, angoscia, rifugio
nell’indifferenza.
E altro.
La vita religiosa dovrà pertanto
custodire gelosamente nel proprio cuore le Scritture nelle quali
abita e dalle quali alita lo Spirito stesso di Dio.
Concretamente:
-
contestazione visibile della cupidigia e dell’idolatria del
denaro
-
recupero della stabilità
-
rinuncia all’efficienza ad oltranza
-
perseguimento dell’interiorità
-
essere per gli altri… e altro ancora.
In sintesi la nuova vita religiosa
in una nuova Europa dovrà fare i conti con diversità
esponenziali ed essere sempre e comunque testimone pur in modo
nuovo, ma sempre gioioso, di valori perenni.

Secondo don Giancarlo Rocca
negli ultimi decenni si sono
prodotte mutazioni che possono porre in crisi la vita religiosa
stessa. Il sorgere delle nuove comunità spinge a pensare a
strategie nuove di impostazione della vita. Un solo esempio la
rottura tra celibato e opere apostoliche che può suggerire per i
nostri istituti?
Nel
pomeriggio durante la celebrazione eucaristica ha tenuto la sua
omelia
Sua Em. Rev.ma Signor Cardinale Eduardo Martinez Somalo,
Prefetto della CIVCSVA.
Padre Mario Aldegani,
presidente della CISM, durante il suo saluto ha parlato della
collaborazione sempre più fraterna che si va delineando tra USMI
e CISM.
P.
Marko Rupnik, fondando il suo
discorso sul passaggio dalla modernità alla postmodernità in
Europa ha sostenuto la necessità di ripensare alcuni
atteggiamenti: non più tolleranza ma accoglienza, amore,
Spirito Santo; non più pregiudizi ma ascesi; ripensamento e
reimpostazione della formazione; imparare dagli altri e con gli
altri; esplicitare la nuova fisionomia dell’Eurorpa; studiare i
valori dell’altro: considerare gli altri come maestri… I santi
soprattutto.
Relazioni interessanti, da
riprendere come è stato detto dopo nel dibattito, su cui
meditare, su cui condividere: perché la rivoluzione
progettata e proposta, diventi realtà accolta e maturante.
Molto altro hanno detto i relatori. Il
tutto per intero verrà pubblicato negli Atti (per
prenotare gli atti clicca qui).
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