SINTESI DELLA GIORNATA

Ancora un inizio di giornata in atteggiamento di ascolto attento e meditativo. Atteggiamento esigito non da imposizione esterna, ma da quella Parola che indica il ‘manifestarsi di Dio nella storia in maniera adatta all’uomo, intelligibile e dialogica, in ordine alla salvezza’. La lectio divina di questa mattina è in continuità con quella di ieri: che dice Dio a noi, religiose oggi, viventi nel tempo della marginalità e della itineranza, attraverso le parole umane di Pietro? La proposta è ancora di M. Diana Papa, dell’Ordine Sorelle Povere di santa Chiara.

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Dopo uno spazio di silenzio che ha permesso ad ognuno di fare sintesi, la parola è stata affidat a Mons. Luciano Monari, Vescovo di Piacenza al quale era stato affidato il tema: La vocazione religiosa nella relazione con le altre vocazioni ecclesiali. Riflessioni di un Vescovo.

Egli è partito con una affermazione semplice e densa: “Ogni persona vale molto per Dio”. E chi segue Cristo come scelta di vita si fa più uomo. Il rapporto esistente tra essere cristiano e uomo richiede esperienze di fede cha facciano crescere in esperienze di umanità. L’uomo è soggetto libero, autocosciente, che cresce  attraverso una progressiva coscienza di sé: è dotato della capacità conoscitiva, della volontà diretta al bene e di capacità d’amore.

·        La V. religiosa ripresenta la Vita di Gesù uomo povero, obbediente, Parola vivente del Padre. La divinità rende più integra e completa l’umanità di Gesù; porta a compimento l’impulso alla trascendenza presente in Lui. Egli ha amato ‘sino alla fine’ perché Dio era con lui. Non ha cercato potere per sé. L’uomo è in grado di amare se vive in rapporto pieno con Dio, come Gesù che, nell’amore e nel perdono. ha realizzato in pienezza la propria umanità.

·        L’uomo d’oggi, è particolarmente affascinato dal possesso, dalla sessualità, dalla libertà. E fa fatica ad accogliere messaggi che lo provochino in una linea diversa. Nel piacere prodotto dal sesso, nell’attimo dell’estasi cerca l’immortalità e con la generazione cerca l’immortalità, la continuità nel tempo, perché il tempo passa e inghiotte tutto ciò che produce. Piacere e procreazione devono essere orientati nell’ottica cristiana, nell’ottica della fedeltà, dell’impegno. Se vissuta in ottica oblativa diventa luogo della glorificazione di Dio.

·        La verginità insegna all’uomo e alla donna a valorizzare le proprie potenzialità d’amore al servizio di Dio e di tutta la creazione. Induce gli sposi a vivere correttamente la propria esperienza d’amore, perché è amore che si prende cura dell’altro.

·        Ogni essere umano è obbligato all’obbedienza, a stare attento all’altro. Ma è giusto che ci sia chi lo fa per scelta. La vita religiosa ha, nella Chiesa, la vocazione di ridimensionare il desiderio del possesso, del piacere. E’ immettere nella società una alternativa.

·        La comunità, vissuta sulla linea della prima comunità cristiana, - che aveva un cuor solo e un’anima sola e tutto veniva messo in comune secondo le necessità di ciascuno - rende visibile il mistero della Chiesa. Richiama ai valori evangelici, secondo l’insegnamento di Paolo: “Non conformatevi alla mentalità di questo secolo”. Allora la vita ricevuta diventa dono, si trasforma in offerta.

·        Nella Chiesa esistono anche i ministeri ordinati che hanno la loro origine nel ministero di Cristo ed esprimono una vocazione particolare. Tutti insieme: i ministri ordinati, gli sposi, i religiosi, ognuno secondo la propria specificità immettono nella storia i gesti d’amore di Dio.

La relazione completa verrà inserita negli Atti che verranno pubblicati nel n. 7-8/2007 di Consacrazione e Servizio

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Ha fatto poi seguito la comunicazione dalla dott. Daniela Mazzucconi; donna dalla  ricca esperienza nel campo ecclesiale, culturale, politico, ha ammesso subito che il nostro tempo di grandi trasformazioni si dibatte tra opportunità stuzzichevoli e grandi difficoltà.

In attesa di leggere la relazione intera pubblicata nel testo che riprenderà tutti gli Atti, cogliamo alcuni flash:

·        L’uomo d’oggi ha un problema in più: la frammentarietà.

·        Non si può ‘attraversare’ il tempo. Bisogna viverlo. L’uomo d’oggi lo attraversa senza lasciarsi coinvolgere. Preferisce non avere la percezione del tutto. Per il singolo è il tempo della percezione individuale: della personale emotività, che è superficiale anche se esplosiva.

·        La paura di non essere genera angoscia e spinge a rifugiarsi nell’attenzione per i reality. Siccome le grandi questioni esigono l’andare in profondità si preferisce eliminarle dal pensiero e dalla vita.

·        Si corre il rischio allora di ricorrere a parole consolatorie, non consolanti; di cercare l’appartenenza securizzante a un ‘gruppo’. La condivisione dei principi diventa funzionale alla difesa di sé.

·        Rimangono molte questioni aperte: indistinzione dei profili, dei ruoli, delle vocazioni; alcune osservazioni sul ruolo della donna, delle congelazioni femminili, dei movimenti, delle fraternità.

·        E le religiose? I tempi e gli spazi si sono fatti diversi, ma la comunità può diventare il luogo dell’incontro e del dialogo. Le religiose devono saper stare con la gente, devono saper scorgere il bisogno locale, trasformare il tempo “ricchezza”, trovare il tempo pe pensare

Le provocazioni sono state davvero molte. E verranno pubblicate. E ciò faciliterà un ulteriore necessario arricchente approfondimento.

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Nel pomeriggio la relazione è stata di p. Mario Aldegani, csj, già Presidente della CISM, ora Superiore generale dei Religiosi di san Giuseppe, detti Giuseppini del Murialdo. Il tema affidato a lui è stato questo: Echi dal Convegno Ecclesiale di Verona. Portare fuori la speranza.

Rifacendosi, quindi, al Convegno Ecclesiale di Verona, dopo una accenno a quello che era stato il ‘cuore’ della riflessione di Verona e il ‘clima’ che là si era respirato ha suddiviso il suo discorso in tre punti ben delineati e progressivi:

·        L’orizzonte spirituale: unidentità cristiana pasquale.

·        L’orizzonte culturale: una testimonianza ecclesiale al altezza del bisogno di umanità.

·        L’orizzonte ecclesiale-pastorale: una pastorale missionaria integrata… a servizio della persona.

P. Mario ha terminato con una conclusione: Il Convegno di Verona ci invita ad essere protagonisti nell’impegno a “portare fuori la speranza”. Ne abbiamo la possibilità, quindi il dovere. La vita consacrata non può che continuare ad essere in prima linea.

Vedi la relazione completa. » Vai

Una TAVOLA ROTONDA ha permesso all’Assemblea di conoscere i Presidenti del Comitato di coordinamento, ossia di quegli organismi che da anni collaborano con l’USMI per alcune questioni particolari Ognuno di essi ha presentato il proprio Ente dicendone gli obiettivi e le attività.

·        Per l’AGIDAE (Associazione Gestori Istituti Dipendenti dall’Autorità Ecclesiastica), p. Francesco Cicimarra, barnabita.

·        Per l’ARIS (Associazione religiosa degli Istituti Socio-Sanitari) fratel Antonio Bonora.

·        Per La FIDAE (Federazione Istituti Attività Educative) d. Francesco Macri, sdb.

·        Per la FISM (Federazione Italiana Scuole Materne), il prof. Redi Sante di Pol.

·        Per l’UNEBA (Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative di Assistenza Sociale) il prof. Maurizio Giordano.

Alla dott. Daniela Mazzucconi è stato poi chiesto di offrire all’Assemblea alcune scintille. Eccone davvero solo alcune di quelle da lei lanciate, nell’attesa, anche qui, di leggere prossimamente tutto negli Atti:

·        Interrogarsi sulla leggibilità del senso della vita religiosa in questa nostra società.

·        La Chiesa non è il luogo della autoreferenzialità ma il luogo in cui si diventa testimoni, senza nascondere o misconoscer le problematiche.

·        E’ necessario essere interessati alla crescita di tutti i carismi, ma nella Chiesa non si potrà crescere insieme, se non si ridefiscono tutte le vocazioni. Da solo non cresce più nessuno. Ne viene compromessa la possibilità dell’annuncio evangelico.

·        Cercare l’altro. Scovare la povertà là dove essa è. Nei nostri Paesi è più difficile. Scoprire il nuovo bisogno da servire.

·        Valorizzare le istituzioni esistenti. La storia della carità sociale è questa e non bisogna dimenticarla.

·        Puntare sulla ricerca, sulla possibilità di collaborare, anche con confronti più chiari, liberi e, possibilmente, precisi.

·        Avere il coraggio di far confluire le differenze.

Anche la giornata di oggi si è chiusa con le celebrazione dei Vespri, come la mattinata aveva avuto la sua conclusione nella celebrazione dell’Eucaristia, perché Parola ed Eucaristia – è stato affermato anche in questa Assemblea -   danno ragione e senso alla vita religiosa.

sr. Biancarosa Magliano, fsp
biblioteca@usminazionale.it

 

 

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Modificato domenica 28 agosto 2011
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