n. 5
maggio 2005

 

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di Tiziana De Rosa
 

 

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In questo mese di maggio, che la tradizione cristiana dedica in modo particolare alla Vergine Maria, anche noi vogliamo lodare questa nostra Madre celeste, impegnando la nostra mente e il nostro cuore alla contemplazione di quel cantico che Lei stessa rivolse a Dio, quando Elisabetta la riconobbe Madre del Signore, domandando: «… A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?»
E Maria le rispose:
L’anima mia magnifica il Signore...

Noi sappiamo bene che l’anima, per gli antichi, non era solo una parte dell’essere umano, ma l’intera persona: l’anima, infatti, è l’essere umano che può cantare: «Loda il Signore, anima mia… finché vivo canterò inni al mio Dio» (Sal 146). Per il linguaggio biblico l’anima mia sono io stessa, la mia persona, la mia vita. Maria, che è interamente se stessa nel suo canto, esprime ciò molto bene quando proclama: «Magnificat anima mea Dominum - l’anima mia magnifica il Signore» (Lc 1,46).

Riflettiamo con quale consapevolezza e gratitudine Maria si riconosce debitrice di tutto nei confronti del suo Dio e con quale gioia e felicità lo proclama, a voce alta, con tutto il proprio essere,… a se stessa e al mondo intero… Sembra che Maria voglia far sapere a tutti che se c’è qualcosa di buono in lei, lo deve al suo Signore! Egli è intervenuto con potenza nella sua povera vita, perché l’ha trovata disponibile, bisognosa di tutto, povera di spirito, umile, impotente, debole, fragile, accogliente, docile, attenta…

Maria gioisce della sua povertà, della sua indigenza, dei suoi limiti, proprio perché, a motivo di essi, il Signore ha potuto compiere in Lei tali meraviglie…

«Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono».

E’ vero! In Maria, Dio ha compiuto meraviglie… e poi? Si è forse messo a riposo? Certamente Egli non si è fermato soltanto a Maria. Ha continuato e continua ad operare, a compiere meraviglie in tutte le sue figlie, e in tutti i suoi figli, che glielo permettono, che si aprono, cioè, alla sua azione di grazia, al suo Spirito di vita e di amore.

Dio ha compiuto e compie meraviglie in tutte quelle persone che, come Maria, sono contente di essere quello che sono: creature; e ringraziano il Creatore per tutti i suoi doni. Come Maria, queste persone cercano di capire qual è il progetto di Dio su di loro e con fede pronta e vigile vi aderiscono, nonostante i propri limiti e la propria piccolezza…

Sì, anche oggi il Signore compie grandi cose in noi, e attorno a noi, se lo lasciamo lavorare e se eliminiamo ogni impedimento alla sua azione trasformatrice in noi, se apriamo il nostro cuore ad accogliere la sua Parola, il suo Verbo; Egli compirà grandi cose anche in noi se ci riteniamo bisognose del suo aiuto, se siamo realmente povere di spirito e in tutta umiltà invochiamo la sua misericordia e con fede viva crediamo e imploriamo il Suo divino intervento paterno.

Ancora oggi, se lo crediamo fermamente, il Signore rinnova e rinnoverà per noi i prodigi operati in Maria: disperderà i superbi nei pensieri del loro cuore e nelle loro azioni; rovescerà i potenti dai troni, innalzerà gli umili, soccorrerà i deboli e gli indifesi; ricolmerà di beni gli affamati, proteggerà “l’orfano e la vedova”; rimanderà a mani vuote i ricchi e i superbi, umilierà gli autosufficienti e i prepotenti…

Egli soccorrerà le sue discepole, ricordandosi della sua misericordia, del suo amore, del suo perdono, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre. A noi è chiesto di essere recettive, aperte, disponibili, misericordiose, trasparenti, autentiche e fiduciose, persone che non contando sulle proprie forze, ma coscienti della propria debolezza e miseria, sappiano implorare da Colui che tutto può di farsi torrente impetuoso di grazia perché intervenga nella nostra vita e ci doni occhi nuovi per vedere le sue meraviglie; persone capaci di implorarlo incessantemente perché ci doni un cuore di carne capace di amare e cum-patire con tutta l’umanità, ponendoci empaticamente in sintonia con i miti e i poveri, i pacifici e i puri di cuore, gli affamati e i giusti, le persone che piangono e quelle che soffrono per qualsiasi motivo; e vi aggiunga, in sovrappiù, anche la parresia, cioè il coraggio di affermare la verità contro la menzogna, da qualunque parte venga, e la forza di denunciare l’oppressione e le infinite ingiustizie del nostro mondo globalizzato…

Ogni volta che siamo misericordiose con il nostro prossimo, ci perdoniamo di cuore tra di noi e perdoniamo coloro che ci offendono, ci calunniano, ci fanno soffrire senza ragione; ogni volta che ci “spendiamo” per gli altri e, dimentiche di noi stesse, difendiamo i deboli, i poveri, gli indifesi, i senza “partiti”; tutte le volte che in nome del Vangelo ci opponiamo all’ingiustizia e alla prepotenza, al sopruso e all’oppressione; tutte le volte che siamo capaci di “annunciare” e “denunciare”… ci mostriamo vere discepole del Maestro divino e onoriamo anche Maria, riconoscendola come Madre, Maestra e Regina della nostra vita. Allora, e solo allora, come Maria, anche noi, in tutta verità possiamo affermare:

L’anima mia magnifica il Signore…

Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome!

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