n. 11
novembre 2010

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sfumature spirituali delle relazioni
(MICHELINA TENACE)
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Terapia delle relazioni:
aiuto e illusioni
(MARCELLO BRUNINI) [
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Educare alle
relazioni
di MARIAMARCELLINA PEDICO |
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P
P arlare di "relazione"
significa parlare della persona umana, un soggetto-in-relazione fin dal suo
principio: con Dio, con se stesso, con gli altri. La relazione più importante e
forse la più difficile che la persona impara a instaurare è quella con se
stessi. Il rapporto con Dio è senza dubbio la relazione che caratterizza in
maniera fondamentale la vita del cristiano, ed è molto simile al modo in cui
egli si relaziona con gli altri: fiducia-sfiducia, accoglienza, condivisione,
ascolto-rifiuto. L’intera storia biblica è storia di relazioni, perché nasce
dalla relazione originaria che la fonda: quella con il Dio Trinità, che in se
stesso è pluralità di persone, in comunione e reciprocità. Il Dio biblico, a
differenza degli dèi, ama, parla, comunica, cerca, crea relazioni.
Oggi, più che in passato, sembra che vi sia un crescente
numero di persone che vive il proprio essere in relazione con disagio e
sofferenza. Le relazioni sono alla base del nostro vivere sociale; incidono sul
benessere psicofisico, influenzano la nostra autostima e il nostro senso di
identità;possono renderci felici o amareggiati, irritati e depressi, fino a
favorire l’insorgere di vere e proprie patologie. La crisi delle "relazioni" ha
messo in difficoltà anche le strutture del sistema di vita civile che ci siamo
dati e che tanti beni e vantaggi ha prodotto finora. Relazionarsi con gli altri
è un’arte che, come tutte le arti, deve essere imparata e educata. Un bravo
artista parte, sì, da un’ispirazione, da un sentimento, da una visione
spontanea, ma poi la plasma, la esprime e la rende opera d’arte grazie alla sua
abilità tecnica e alla sua sensibilità acuita. Non è mai troppo tardi per
migliorare le relazioni. L’educazione relazionale mira a perfezionare la
consapevolezza di sé e dell’altro e a sviluppare una più corretta comprensione
delle dinamiche interpersonali e intrapersonali che stanno dietro ogni
relazione. Ognuno di noi è chiamato nella vita ad esercitare le arti difficili e
sublimi del comunicare e del relazionarsi. Perciò più che mai oggi è necessario
parlare di "riconciliazione" delle relazioni personali, sociali, religiose.
Un contributo specifico a questo impegno di "riconciliazione"
lo può dare la vita consacrata attraverso la testimonianza pubblica dei consigli
evangelici e il dono della carità nell’impegno culturale e sociale. Dallo
sguardo fisso su Gesù, modello di ogni autentica relazione, i consacrati
comprendono il cammino che sono chiamati a percorrere. La sequela - come è
raccontata nei Vangeli - è una profonda relazione con una Persona, che è Gesù
stesso. E come ogni vera e profonda relazione, è segnata dalle note della
gratuità e della libertà. Se i primi quattro pescatori di Galilea hanno vissuto
insieme, non è stato perché si sono scelti fra loro, ma perché tutti hanno
scelto di stare vicino alla stessa Persona. Il loro sguardo è stato sempre
rivolto a Cristo. Prima sono stati scelti da Gesù, poi è nata la vita
comunitaria. Il rapporto con Gesù genera la comunità, non viceversa. La sequela
di Cristo genera la comunione, permettendo di costruire fraternità, per un di
più di umanità (B. Maggioni).
Considerando l’attuale crisi nelle relazioni personali,
sociali e religiose, la Chiesa, i fedeli laici, le persone consacrate sono
interpellati direttamente, sono chiamati a svolgere con funzioni diverse la
medesima missione di coscienza critica e profetica, secondo il Vangelo. Il
consacrato sa che la comunità religiosa è da costruire. La comunità è il luogo
dove si diventa sorelle e fratelli, oppure dove si può negare la fraternità.
Nella Lettera ai Galati l’apostolo
Paolo ci ricorda una dinamica che diviene quasi un imperativo per la costruzione
della comunità: "Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di
Cristo" (Gal 6,2). Dunque, per divenire maestri nel condividere, è necessario
crescere nella relazione con Cristo e con gli altri, curare le ferite
relazionali e addestrarsi nelle relazioni, un impegno centrale che richiede un
gran lavoro su se stessi, una fatica per lasciarsi levigare dalla grazia di Dio.
L’autenticità nella costruzione di relazioni fraterne è
complementare all’autenticità della comunicazione. Comunicare, mettersi in
relazione, fa parte di un cammino di ascesi e chiede ai cristiani, ai
consacrati, una lettura sapienziale della realtà. È questa la prospettiva che
può dare vita e verità alle relazioni. Relazioni caratterizzate da
compartecipazione, da compassione, permettono di superare superficialità di
giudizio, rigidità mentali, schemi che ingabbiano la vita dando false sicurezze.
I consacrati, forse più degli altri, sono chiamati a investire la risorsa
preziosa del tempo in relazioni, condivisione, ascolto. Ascolto degli altri, di
se stessi, di Dio. Consapevoli che questo cambia i cuori (S. Gorla).
Con ragione, il grande filosofo contemporaneo Emmanuel
Lévinas sottolinea che "il tempo è relazione". L’incontro con l’altro fa vivere
il tempo come dinamismo, come processo continuo di uscita da sé o continuo
esodo, come apertura verso ciò che ci precede, trascende, arricchisce. Il tempo
diventa così l’atto in cui l’alterità si dona. E da come si vive la relazione
con l’altro dipende profondamente anche il modo di vivere il tempo. Relazioni
significative, rasserenanti, gioiose rendono portatori di gioia nella triplice
valenza di accoglienza, con sorriso, serenità, allegria, abbraccio,
parola buona, esclamazione del "che bello!", convivialità; di sollecitudine,
come aiuto, sostegno, consiglio, ascolto, correzione fraterna, interessamento
discreto, consolazione; di valorizzazione dell’altro, con la fiducia,
l’assenso, l’apprezzamento, la gratitudine.
Avere buone relazioni non è dunque questione di fortuna, ma
essere incamminati verso una meta che si consegue mediante lo studio, l’impegno,
l’esercizio, sviluppando la consapevolezza di sé e dell’altro e le abilità
comunicative.
Amiche lettrici e cari lettori, l’undicesimo numero del 2010
di Consacrazione e Servizio che avete tra mano si apre con la consueta
rubrica: "Figlie della promessa", affidata al biblista Tiziano Lorenzin,
in sintonia con il tema annuale indicato dalla Presidenza USMI. La storia di
Abramo viene letta alla luce della Lettera agli Ebrei: l’autore sacro ci
spiega in concreto che cos’è la fede e a che cosa essa tende.
"Anno Sacerdotale" e "Orizzonti". Nella prima
rubrica Paola Bignardi intervista padre Aristide Serra, religioso dell’Ordine
dei Servi di Maria, innamorato della Parola di Dio e della Vergine Madre, come
testimoniano le sue numerose opere. La seconda rubrica arricchisce il numero con
tre contributi. Il primo di Serenella Del Cinque ci informa sull’incontro
annuale nazionale dell’Ordo virginum, svoltosi a Loreto nei giorni 14-18
agosto del 2010 sul tema: "La profezia della fedeltà".
Il secondo contributo di Grazia Loparco, docente di storia
all’Auxilium, presenta l’originalità del volume di Maria Teresa Lucchetta,
soffermandosi su "Congregazioni religiose e spiritualità mariama", viste nel
contesto storico-spirituale dell’Ottocento. Il terzo apporto di Lilia Sebastiani,
offre una interessante lettura critica del volume del teologo moralista Luigi
Lorenzetti, sul cammino di 40 anni della morale (1969-2009).
Una parola particolare per il "Dossier". Sotto il
titolo: "Abbiamo creduto all’amore", espressione tratta dalla Prima Lettera
di Giovanni 4,16, sono raccolti sei studi sintetizzati nel sottotitolo con la
frase: "Persone di relazioni". Il primo articolo vuol far vedere come la fonte
del nostro essere relazionale è un Dio comunione (Maria Campatelli). Il secondo
- incentrato sui primi capitoli della Genesi - intende far emergere la relazione
originaria di Dio creatore con l’uomo e la donna (Giacomo Morandi). Il terzo ci
presenta la figura di Maria di Nazaret quale persona in relazione (Alfonso
Langella). Il quarto articolo declina alcune relazioni - uomo e donna,
padri-madri e figli, fratelli e sorelle… - cercando di cogliere il loro
significato spirituale (Michelina Tenace). Il quinto articolo – appunti per una
conferenza trovati dalla moglie di Olivier Clément († 2009) - presenta gli
atteggiamenti necessari a vivere e a promuovere la comunione. Il sesto
contributo infine illustra come la psicologia può arrecare beneficio alla
guarigione di certe ferite inerenti alle nostre relazioni. Nel contesto tematico
sulle relazioni ricordiamo che il Dossier del n. 11/2007 di Consacrazione e
Servizio aveva per titolo:"Per una cultura delle relazioni".
Oltre alle consuete esplorazioni sui film (Teresa Braccio) e
le segnalazioni di libri (Rita Bonfrate), un accenno va alla rubrica: "Facce
di preti", affidata alla teologa Cettina Militello, che rilegge in maniera
critica il volume Sussulti di speranza del noto presbitero milanese
Angelo Casati.
A tutti e a ciascuno l’augurio di buona lettura.
Maria Marcellina Pedico
Serve di Maria Riparatrici
Via Monte Velino, 30 - 00141 ROMA
m.pedico@smr.it
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