n. 11
novembre 2010

 

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La morale nella storia
Un cammino di 40 anni

di LILIA SEBASTIANI

 

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Un libro importante, quello di Luigi Lorenzetti, che raccoglie i contributi più significativi dei 40 anni della Rivista di Teologia Morale.1 La vastità del volume può conferire un carattere quasi enciclopedico. In effetti, si sofferma su tutte le questioni più rilevanti dell’etica cristiana e cattolica nel momento presente, sia dal punto di vista dei fondamenti teorici sia da quello delle questioni più specifiche e degli aspetti normativi. Ma tuttavia è animato, caso per caso, da un’attenzione monografica. Il lavoro ha nell’elemento ‘storia’ non solo l’occasione e lo stile di approccio, ma il fulcro teologico e spirituale.

L’autore chiarisce all’inizio il senso duplice di questo programmatico riferimento alla storia: "La storia ha un senso ed è guidata dalla Provvidenza […]. La prospettiva storica (o della storia) conduce la teologia morale, come disciplina teologica, a mettersi in sintonia con il proprio tempo", sottolineando che dal messaggio cristiano nasce una morale che porta ‘dentro la storia’, con tutti i suoi problemi complessi, e nello stesso tempo delegittima ogni tipo di morale funzionale all’ordine costituito.

Quattro grandi sezioni

Non occorre presentare l’autore, Luigi Lorenzetti, uno tra i più importanti teologi moralisti italiani, docente allo Studio Teologico S. Antonio di Bologna, e autore di numerose pubblicazioni che hanno segnato il cammino dell’etica cattolica negli ultimi decenni. Qui ricordiamo solo che è stato presidente dell’ATISM (Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale) e ha fondato nel 1969 la Rivista di Teologia Morale (= RTM), pubblicata dalle Edizioni Devoniane di Bologna, della quale a tutt’oggi è direttore.

Il volume di cui ci occupiamo raccoglie appunto i suoi interventi ai Forum organizzati dalla RTM nell’arco del suo primo quarantennio; non in ordine cronologico, ovviamente, bensì raggruppati su base tematica, e preceduti da un’importante introduzione ("Un cammino di quarant’anni"). Qui vengono ricordate tra l’altro le dimensioni che la teologia morale ha recuperato dopo il Concilio: teologica - quindi cristologica e biblica -, antropologica, storico-escatologica ed ecclesiale; e si sottolinea come novità fondamentale il fatto che "l’elaborazione della teologia morale cristiana non è più monopolio dei chierici ad esclusione dei laici, degli uomini ad esclusione delle donne. […] I laici, uomini e donne, non sono soltanto fruitori, ma anche attivi e preparati insegnanti di morale" (p. 6).

Il contenuto si articola in quattro grandi sezioni. La prima, La teologia morale del periodo postconciliare, ha carattere generale: guarda in modo più specifico e sistematico ai fondamenti (quantunque il problema dei fondamenti si ritrovi in tutto il libro, assumendo un ruolo o anche nelle questioni di morale speciale) e si divide in due grandi capitoli: 1. Una morale di fede e di ragione, 2. La risposta alla domanda morale oggi.

Parlare di ‘capitolo’ forse non rende bene l’idea dell’ampiezza di ognuno di questi ambiti. Il primo capitolo, ad esempio, conta oltre cento pagine e si suddivide a sua volta in diversi capitoli; non li chiameremmo sotto-capitoli e tantomeno paragrafi, essendo ognuno dotato di una propria autonomia quantunque in correlazione con gli altri. Ciò vale per l’intera opera.

Una morale "evangelizzata"

Nell’impossibilità anche solo di offrire un elenco esaustivo degli argomenti, ricordiamo appena i principali, quelli cioè che maggiormente contribuiscono a delineare anima e fisionomia del libro:

- la morale come luogo di incontro comune tra credenti e non credenti, la morale da ‘evangelizzare’ (nell’ambito dell’impulso alla nuova evangelizzazione che caratterizza l’impegno della chiesa negli anni ’90 e non solo, l’autore osserva che anche la morale cristiana deve essere evangelizzata per ritrovare il suo ruolo profetico nella storia umana);

- le vicende dell’amore nella morale cristiana; l’autonomia della riflessione morale; la speranza (ultima) e le speranze (penultime) in rapporto alla morale; fede e ragione; il Decalogo come base di una morale universale;

- il peccato del mondo e il peccato originale, il senso del peccato e la sua crisi, il fondamento di una ricomprensione del peccato;

- la teologia morale nella storia, la sua conversione e le nuove responsabilità verso il passato e il presente; distinzione e possibile collegamento tra ‘mali collettivi’ e ‘peccati collettivi’;

- bilancio dei nuovi manuali di morale apparsi dopo il Concilio; cristologia e morale; morale sociale nella Bibbia; l’apporto dei cristiani e delle Chiese alla domanda di senso nella società complessa;

- le nuove domande morali; il problema morale e "l’impossibile neutralità morale" nell’educazione; la morale cristiana come educazione alla felicità e offerta di senso ai tempi della vita.

In tutta l’articolazione di questa prima parte, ma non solo, assume un particolare rilievo la questione antropologica come base dell’etica.

La seconda sezione affronta i temi relativi a Matrimonio e famiglia, e anche questa si articola in due capitoli. Nel primo capitolo si affronta il senso del matrimonio ovvero - per usare l’espressione dell’Autore - la proposta morale cristiana in positivo: viene accordato ampio spazio all’enciclica Humanae vitae di Paolo VI. Il tema ‘famiglia’ può apparire predominante, almeno quantitativamente, rispetto ai temi relativi alla coppia e all’amore coniugale. Nel secondo capitolo (Situazioni irregolari) si parla ovviamente dei divorziati risposati, delle coppie di fatto e della discussione al Parlamento Europeo sul possibile matrimonio delle persone omosessuali.

Nell’insieme, questa sezione, nonostante i suoi pregi e l’equilibrio e lo sforzo evidente di superare il tradizionale linguaggio prescrittivo e proibitivo, può apparire meno approfondita o meno innovativa delle altre, forse semplicemente per minore centralità delle questioni relative nei Forum, organizzati dalla RTM nei suoi primi quarant’anni di vita.

Bioetica e nuove frontiere

La terza sezione verte su Vita, bioetica, biodiritto. Anche in questo caso la prima parte raccoglie i principi fondamentali della riflessione cristiana sulla bioetica, mentre la seconda affronta diverse questioni particolari. Idea di fondo del primo capitolo è che la morale cristiana, più che enunciare regole, deve promuovere atteggiamenti favorevoli alla vita. Il più importante documento magisteriale considerato a questo riguardo è ovviamente l’Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II (1995), di cui vengono evidenziati alcuni elementi di novità; si parla ancora delle affinità/differenze tra legge morale e legge civile in difesa della vita, dei cosiddetti "valori non negoziabili", della Commissione Veronesi, delle diverse posizioni a riguardo dei trapianti di organo, dell’AIDS e della droga.

In questi campi evidentemente non è facile scindere le questioni particolari dai principi generali. Comunque, il secondo capitolo si occupa in particolare dei temi più dibattuti del momento presente, quelli in cui possono verificarsi le contrapposizioni più aspre, amplificate e radicalizzate dai mass-media: l’aborto, l’eutanasia, la fecondazione assistita. Dal punto di vista teorico (speriamo che l’aggettivo non suoni per nessuno come opposto a concreto, vitale, operativo), la questione forse più coinvolgente in questa parte è il rapporto problematico tra morale e diritto, la dissociazione/correlazione dei due ambiti.

Infine la quarta sezione, Teologia morale nel sociale, raccoglie tematiche diverse e costituisce quasi un volume nel volume, per la sua ampiezza e complessità sempre unificate dal fattore storia: non solo come indispensabile riferimento e come metodo, ma come principio teologico. Si apre con un capitolo generale introduttivo dal titolo "Nuove frontiere", in cui tra l’altro appare molto rilevante e molto articolata la riflessione sulla globalizzazione e sui nuovi problemi che da essa derivano anche in ordine all’etica. Il secondo verte sulla morale sociale specifica, ed è articolato in quattro ambiti (politica – economia - ecologia/ambiente - scienza/tecnica); il terzo sui temi relativi alla pace e alla guerra.

Ricordiamo che Luigi Lorenzetti è curatore (e direttore della sezione ‘teologia morale’, e autore di diverse voci) del notevole Dizionario di Teologia della Pace che fu pubblicato dalle Edizioni Dehoniane di Bologna nel 1997. Il quarto capitolo affronta il magistero sociale della Chiesa, soprattutto attraverso le encicliche sociali dei pontefici, a partire dalla Laborem exercens di Giovanni Paolo II (1981). Tra i principali nodi teorici affrontati in questa parte si rilevano: il passaggio dalla filosofia alla teologia nella riflessione magisteriale, la correlazione/distinzione tra dottrina sociale della chiesa e teologia morale, i nuovi problemi sociali che urgono all’inizio del terzo millennio.

Un libro militante

Le ultime pagine vertono su un argomento più ristretto, ma di grande interesse per i lettori italiani: il magistero della CEI e un profilo del cattolico italiano moderno, con sintetico riferimento al significato e alle acquisizioni più rilevanti dei convegni ecclesiali di Loreto (1985), Palermo (1990), Verona (2006).

Infine, anche se non è certo l’ultimo tra gli elementi importanti del volume, è da segnalare l’ampio indice tematico che, insieme a un indice dei nomi, si trova alla fine: reso indispensabile dalla vastità dell’opera, semplifica la ricerca e agevola l’uso del volume sia a fini scientifici che pastorali.

In questo lavoro, dunque, oltre alla riflessione approfondita sui fondamenti della teologia morale, sul rinnovamento di essa, segnato dal Concilio e sul suo statuto epistemologico, non mancano le quaestiones vexatae oggetto da anni di non indolore dibattito sia all’interno della Chiesa sia fuori di essa. Quindi, nonostante la pacatezza e l’equilibrio dell’esposizione, si avverte bene di non essere dinanzi a un manuale né a un dizionario né a un’enciclopedia, bensì a un libro, nel senso più nobile del termine, militante.

Va detto che per quanto concerne la dimensione strettamente normativa, insomma il ‘che fare’, l’Autore in sostanza non si discosta mai dalle posizioni ufficiali del magistero della Chiesa, e tuttavia l’opera è notevole soprattutto per il suo carattere problematico e aperto, in gran parte dovuto proprio all’impostazione storico-dinamica e solidale, all’aver interiorizzato profondamente il messaggio più importante e durevole del Concilio Vaticano II: l’atteggiamento riconciliato nei confronti del mondo contemporaneo e della società pluralista, il valore del dialogo con le morali laiche ("nessuno può pensare che la morale laica sia sinonimo di non morale", p. 6), l’attenzione alla persona.

Lilia Sebastiani
Articolista e conferenziera
in materia teologica
Via Isonzo, 9 - 05100 Terni

 

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