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La
norma ultima della vita religiosa è la sequela di Cristo come viene insegnata
dall’Evangelo», per questo essa «deve essere considerata da tutti gli Istituti
come la regola suprema». Queste parole, tratte dal n. 2 del Decreto conciliare
Perfectae caritatis,
sono state consegnate dai Padri del Vaticano II a tutti i consacrati nel lontano
1965. Esse sono diventate nel tempo esperienza viva, in particolare, nelle
ultime due Assemblee dell’USMI (2009 e 2010), dedicate rispettivamente alla
Profezia in ascolto della Parola e all’umanizzazione della vita consacrata in
Cristo. Nell’Assemblea di quest’anno si è sperimentato il terzo passaggio che
completa il cammino. Infatti, il tema della vita comunitaria e le sue sfide
rappresentano più che un recupero, un investimento. È stato unanime il
riconoscimento positivo delle giornate vissute all’Urbaniana (Roma, 27-29 aprile
2011). Lo conferma la pubblicazione degli Atti.
Con viva
soddisfazione e gioia nel Signore, la rivista
Consacrazione e Servizio
si fa
portavoce della ricca e arricchente esperienza di quei giorni. Qui s’intende
solo enunciare quei segnali interessanti colti dalle relazioni, il cui filo
rosso si dipana nell’individuare percorsi di vita fraterna per dire che è
possibile essere «persone nuove in Cristo». Battesimo, celebrazione eucaristica,
comunione, interculturalità, sogno comunitario sono tratti essenziali e
fondamentali per la vita religiosa. Al riguardo, l’invito è a lasciarsi attrarre
e coinvolgere in una lettura meditata dei contributi sapienziali di M. Rupnik,
A. Brambilla, A. Potente. Anche l’Ultima
Cena,
riprodotta in copertina e commentata da fra’ Paolo Orlandini, vuole orientare
verso un basilare percorso: la dimensione eucaristica della vita comunitaria. La
nostra verità è eucaristica. Nell’Eucaristia siamo una sola cosa in Cristo;
l’Eucaristia è fondamento della vita ecclesiale: «Dove c’è l’Eucaristia c’è la
Chiesa», ci ricordano i Padri.
Dobbiamo
ammettere che le giornate dell’Assemblea devono molto della loro innegabile
riuscita al fatto che le Superiore Generali hanno saputo mettersi in ascolto
umile e rispettoso della
lectio
divina
che suor
Grazia Papola ha proposto all’inizio di ogni giornata. Nei tre episodi biblici
scelti: la lotta di Giacobbe nella notte (Gen 32,23-33), la storia di Giuseppe e
i suoi fratelli (Gen 37,2-36), la comunità di Corinto (1Cor 12; 13; 14), il tema
della fraternità ha un ruolo primario. Ogni partecipante, aiutata ad
intraprendere un percorso interiore, si è resa più consapevole che il vivere da
fratelli e sorelle è un dono di Dio, un cammino di conversione da percorrere,
una scuola di misericordia da sperimentare.
Nell’attuale
contesto sociale e religioso non è sempre chiara l’esperienza di «fraternità»,
dal momento che nelle famiglie nascono figli unici e in molte di esse è di fatto
venuta meno la relazione fraterna intesa come momento di crescita insieme. La
società si sente meno “fraterna” e di conseguenza più sola, e questo spinge
molti a ricercare all’interno delle varie situazioni comunitarie momenti di
condivisione, di incontro, di dialogo, di fraternità. Quanto mai opportuno
allora che le famiglie religiose si lascino educare alla vita fraterna dalla
Parola di Dio e se ne facciano promotrici.
La Bibbia ci
presenta delle storie di fraternità tutt’altro che pacifiche, ci ha ricordato
suor Grazia. Basti pensare alla storia di Caino e Abele, di Giacobbe ed Esaù, di
Giuseppe e dei suoi dieci fratelli, ma anche alla vicenda di Mosè,Aronne e Maria
e di tanti altri. La legge di natura vuole che i fratelli siano separati,
staccati, onde evitare il peggio e contenere le conseguenze del dissidio che si
scatena a motivo delle lotte per l’eredità, il diritto di primogenitura,le
invidie e le gelosie. La radicale novità portata da Gesù vuole che fratelli e
sorelle intraprendano l’itinerario della giustizia, del perdono, della
riconciliazione.
Dentro le
regole comunitarie di
Matteo
18, la principale è la misericordia. La fraternità infatti si scopre nei luoghi
dove abita la misericordia. Non rimane che augurare ad ogni lettrice e lettore:
«buona lettura!» e «buone vacanze!».
Maria Marcellina Pedico
Serve di Maria Riparatrici
Via Monte Velino, 30 - 00141 ROMA
m.pedico@smr.it
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