n. 9
settembre 2012

 

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Maria di Nazaret, icona del dono sincero di sé
Metafore bibliche


di MARIAMARCELLINA PEDICO

 

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Donne di tutte le latitudini: donne sfruttate, oppresse, umiliate; donne serene, appagate, responsabili in settori del pubblico e del privato; donne schierate a fianco dei più deboli, dei bambini, degli anziani; donne al servizio della giustizia e della pace; donne sposate, sole, consacrate, che annunciano l’amore del Padre tra i fratelli con l’esempio, la parola, la solidarietà evangelica; donne che nelle loro famiglie, nelle loro comunità sono segno visibile del volto materno di Dio. Su tutte, Maria, la Donna del fiat e del Magnificat; la Donna dell’Ora di Gesù a Cana e sotto la Croce; la Donna orante che nel Cenacolo invoca il dono dello Spirito; la Donna gloriosa, vestita di sole dell’Apocalisse. Ma soprattutto Madre. Madre di Dio e Madre nostra, Madre della Chiesa, Madre dell’umanità. Giovanni Paolo II nella Lettera alle donne privilegia due aspetti del profilo della Vergine, dove risplende in modo evidente il suo essere icona del genio femminile: «Maria, la Serva del Signore» e «Maria, dono sincero di sé».

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L’autodefinizione di Maria «Serva del Signore» non la riconduce al servizio che le è proprio, iscritto quasi nel suo corpo, in quanto sposa e madre. Sottolinea invece chi è il termine del servizio, di chi Maria si proclama serva. Dicendosi serva del Signore ella risponde ad una domanda profonda e assillante, cioè alla domanda sulla sua identità e quale sia lo scopo della sua esistenza. Maria è la serva del Signore. Ogni uomo/donna è chiamato a riconoscere la signoria di Dio, a dichiararsene servo. Di fronte ad una cultura dominata da violenza, schiavitù, razzismo, contese, guerre, odio, il genio femminile impersonato da Maria di Nazaret suggerisce che fuori dal riconoscimento della sovranità di Dio la persona è alienata da se stessa, dall’altro, dal creato. L’uomo è un essere per l’altro. Il servizio è la chiave dell’esistenza, la risposta ai problemi che ci travagliano. «Mettendosi a servizio di Dio, - afferma Giovanni Paolo II - Maria si è posta anche a servizio degli uomini: un servizio di amore. Proprio questo servizio le ha permesso di realizzare nella sua vita l'esperienza di un misterioso, ma autentico “regnare”. Non a caso è invocata come “Regina del cielo e della terra”. La invoca così l'intera comunità dei credenti, l'invocano “Regina” molte nazioni e popoli. Il suo “regnare” è servire! Il suo servire è “regnare”!» (n. 10).

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In Maria si è avverato soprattutto il dono sincero di sé. Riflettendo sulle due note della Vergine di Nazaret, «serva del Signore» e «regina », il Papa affronta il rapporto tra «regnare e servire», tra «servire e regnare» (n. 10). «Così - continua il Santo Padre - dovrebbe essere intesa l'autorità tanto nella famiglia quanto nella società e nella Chiesa. Il “regnare” è rivelazione della vocazione fondamentale dell'essere umano, in quanto creato ad “immagine” di Colui che è Signore del cielo e della terra, e chiamato ad essere in Cristo suo figlio adottivo. L'uomo è la sola creatura sulla terra “che Iddio abbia voluta per se stessa”, come insegna il Concilio Vaticano II, il quale significativamente aggiunge che l'uomo “non può ritrovarsi pienamente se non attraverso il dono sincero di sé” (GS n. 24)». Un amore a servizio della vita, della pace, dell’unità, di un’esistenza qualitativamente più umana fa del servire un regnare e del regnare un servire. Questo percorso fatto proprio da Maria manifesta la sua genialità femminile.

Facendosi dono per il Figlio ella è diventata dono anche per l’intera famiglia umana. È questo l’itinerario che ella propone, svelando alle donne e agli uomini del nostro tempo come non sia possibile perseguire il traguardo che Dio ci ha assegnato se non per questa via. Il servizio d’amore di Maria è quello stesso del suo Figlio, messo in atto nella sua incarnazione e nella sua morte di croce. Cristo è disceso dalla condizione divina e ha fatto propria quella di servo (cf Fil 2,6-11). Per questa via egli ha meritato dal Padre di essere glorificato (cf Gv 13.31-32).  ’incarnazione rivela la vocazione originaria dell’uomo: essere per l’altro, accogliere l’altro, donarsi. Il che a ben pensarci è già iscritto nel circolo dell’amore trinitario. Maria fa pienamente sua questa logica e questa esperienza. Per tutti noi non si tratta di uno dei percorsi possibili, ma dell’unico atteggiamento che ci consente di essere autentiche persone.

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Amiche lettrici e cari lettori, il fascicolo di Consacrazione e Servizio che avete tra le mani, il nono del 2012, si apre con le consuete due rubriche. Nella prima: «I 50 anni dell’Usmi», p. Giordano Cabra, quale testimone del cammino della vita consacrata e della sua evoluzione dal Concilio Vaticano II ad oggi, dà voce alla parola «Fedeltà». Nell’altra rubrica: «Per educare alla fede», la nostra collaboratrice Paola Bignardi riflette su come oggi i giovani vivono la preghiera. La rubrica: «Orizzonti» arricchisce il fascicolo con due contributi. Il primo, di Angelo Bertani giornalista e scrittore, sul tema: «Silenzio e Parola per la nuova evangelizzazione» presentato alla luce del documento Instrumentum laboris del prossimo sinodo dei vescovi; il secondo contributo del prof. Giuseppe Savagnone considera alcuni percorsi educativi nell’ambito della scuola.

Una parola particolare per il «Dossier». Sotto il titolo: «Grazie a te, donna!», espressione tratta dalla Lettera alle donne (29 giugno 1995) di Giovanni Paolo II, sono raccolti sei studi che aprono l’orizzonte sulla dignità della donna da riconoscere e valorizzare. Il tema è declinato secondo vari profili di donne, quelli che il Santo Padre esplicita al n. 2 della Lettera. L’avvio è dato dalle provocazioni lanciate dal Papa con la Lettera (M. Trigila); seguono: una riflessione sul valore della maternità quale contributo a migliorare il genere umano (P. Barigelli-Calcari), alcune puntualizzazioni sulla donna come sposa e madre (M. Corradi), come figlia e sorella (M. P. Giudici), come lavoratrice (A. Augruso), come consacrata (N. Spezzati). Un ventaglio di prospettive meritevoli di ulteriori sviluppi e approfondimenti. Anche il presente Editoriale si pone sulla stessa linea del Dossier, arricchendolo con un contributo su Maria di Nazaret.

La rubrica: «Vedere-Leggere» presenta il film «Corpo celeste» (T. Braccio) e le segnalazioni di libri (M. M. Pedico). Un’attenzione speciale è data al «Libro del mese»: La fuga delle quarantenni di Armando Matteo (a cura di Francesco Cosentino).

Facciamo nostro l’auspicio di Giovanni Paolo II: «Vegli Maria, Regina dell’amore, sulle donne e sulla loro missione al servizio dell’umanità, della pace, della diffusione del Regno di Dio!».

Maria Marcellina Pedico
Serve di Maria Riparatrici
Via Monte Velino, 30 - 00141 ROMA
m.pedico@smr.it