Per
vivere con maggiore intensità la festa di S. Francesco d’Assisi del 4
ottobre, suggeriamo l’ascolto di quattro composizioni molto diverse per
periodo, genere e messaggio.
Le prime due sono risonanze strumentali: il
San
Francesco d’Assisi
che
predica agli uccelli
per
pianoforte del 1863 di Franz Liszt (1811-1886) e i
Tre
momenti
francescani: Fervore, Colloquio con le rondini, Beatitudine
per
organo
del
1923, di Marco Enrico Bossi
(1861-1925). Le altre sono l’opera
lirica:
Saint François d’Assise
del
1983, di Olivier Messiaen (1908-1992) e l’album:
L’infinitamente piccolo
del
2000 del cantautore
Angelo Branduardi (1950-). Risonanze
francescane quasi per
ogni
orecchio: pianoforte, organo, melodramma e «pop-folk».
Frate Francesco e
sorella musica
L’abbondanza delle risonanze musicali francescane nella storia è
riconducibile a diverse ragioni, non ultima alla particolare relazione
del santo con la musica: una
sorella
importante nella sua vita. In estrema sintesi questa relazione
attraversa quattro tonalità. Innanzitutto Francesco
ama
cantare,
con «canti di letizia nel suo cuore», tanto da essere chiamato
giullare di Dio.
È un uomo del suo tempo, tra menestrelli, cantori e trovatori. È un
cavaliere
cortese che ama modulare le sue laudi non tanto alla donna amata,
eccetto Madonna Povertà, ma al Dio Altissimo. Francesco poi
ama
far cantare
esortando i frati e tutte le persone a essere amiche dell’arte dei
suoni. Continuando così nella vita, nella voce, quel
cantico delle creature
che
ci rivela continuamente la bontà del Signore. Francesco ancora
ama comporre canti o testi
musicali:
laudi, preghiere, cantici appunto.
Molto probabilmente anche le
Lodi
al Dio Altissimo
prevedevano una melodia, mentre per il
Cantico delle creature,
o
Cantico di frate sole,
le
Fonti
affermano che «Francesco compose anche la melodia, che insegnò ai suoi
compagni». Francesco dunque cantore e compositore, ma anche
ascoltatore.
In particolare della cetra, soprattutto nei momenti di sofferenza. Le
Fonti
testimoniano infatti in modo discreto, ma profondo, l’affetto del santo
per il suono di questo strumento.
Francesco nel
Cantico
non
loda Dio per sorella musica, ma lui stesso è divenuto fratello di
quest’arte, quasi una
partitura vivente
della musica della creazione e del «grande e ammirabile Signore, Dio
onnipotente, misericordioso salvatore».
I mille volti di
Francesco
Soprattutto a partire dalla seconda metà dell’Ottocento la figura del
poverello di Assisi viene riscoperta da diverse prospettive:
storiografiche, culturali, ecclesiali. Si tratta di una vera e propria
renaissance
francescana che culminerà, ad esempio in Italia, con la pubblicazione
delle
Fonti Francescane.
Le tendenze culturali di questi decenni vengono amplificate da tutto ciò
che sembra avere un «sapore francescano»: la volontà di riforma della
Chiesa, la contestazione della civiltà industriale, la salvaguardia
dell’ambiente, la critica alle ideologie e così via. Possiamo ritrovare
i mille volti di Francesco riflessi in tante espressioni culturali:
letterarie, pittoriche, politiche, spirituali e musicali. Questi
fenomeni poi si intensificano maggiormente in occasione degli
anniversari francescani. Il rischio è forse quello di ritrovare
enfatizzato
un
solo
aspetto
della ricca testimonianza del santo oppure di vederlo
ridotto
a sostegno di qualche causa. In ogni caso possiamo rallegrarci di tanta
abbondanza, essere curiosi nella ricerca e attenti nel discernimento.
Con tutte le tue
creature
Lo
sfondo delle composizioni di Liszt e Bossi intreccia il clima romantico,
la ricerca spirituale degli artisti e questa
renaissance.
Sono esperimenti musicali che intendono esplorare le potenzialità
sinfoniche dei due strumenti musicali più «totalizzanti»: il pianoforte
e, il suo illustre «predecessore» sulla scena: l’organo. Entrambi gli
strumenti nell’Ottocento diventano
sinfonici
nella convinzione che le loro tastiere, come le grandi orchestre,
possano dare corpo a tutte le voci del mondo
(synphonein).
Il pianoforte e l’organo «romantici» esprimono la ricerca di questa
armonia totale: con se stessi, con il mondo, con Dio. Da qui nasce il
fascino per l’universo cristiano con i suoi simboli, personaggi,
tradizioni, dove la passione del
genio artistico
sembra intrecciare, a volte confondere, ispirarsi o elevare, quella del
mistico cristiano.
È
soprattuto il Francesco dei
Fioretti
a
risuonare in questi due straordinari «recital strumentali» dove è
importante la
performance
realizzata, la
messa in scena
che
intende far rivivere all’ascoltatore soprattutto l’«emozione
francescana», il
pathos
dell’esperienza del santo.
Laudato
si’...
cum tucte le tue creature:
questo potrebbe essere il sottotitolo e la cornice di tali musiche.
Ascoltare Francesco vuol dire scoprire in Cristo la relazione di
fraternità tra tutte le creature e il loro Creatore. Rivelazione
cristiana che può risuonare benissimo ed essere comunicata attraverso
un’esperienza estetica musicale. In
Francesco e gli uccelli
il
pianoforte diviene quasi un pennello nelle mani di un pittore
impressionista. Nel
Fervore
della preghiera,
con
le rondini
e
nella
Beatitudine
della perfetta letizia, invece, Bossi sfrutta al massimo la gamma dei
timbri dell’organo, quasi riportandoci ed evocando le atmosfere dei
luoghi di Francesco.
Per
un ascolto più fruttuoso di questi brani è opportuno accostare
la lettura di alcuni testi francescani
che
possono offrire ad essi una cornice narrativa. Anche la proposta di
alcune immagini, ad esempio degli affreschi di Giotto, può favorire
l’ascolto. L’esecuzione dal vivo rappresenterebbe l’apice della
proposta, ma anche una riproduzione di qualità risulta comunque
coinvolgente.
Questa è perfetta
letizia
La
composizione dell’opera lirica
Saint François d’Assise
occupò Messiaen per ben otto anni (1975-1983). Essa può essere
considerata il suo testamento. L’opera è costituita da
otto
scene
distribuite in
tre
atti
con
testi, in francese, composti dallo stesso musicista. L’articolazione
generale presenta il cammino verso la santità di Francesco, verso la
Joie parfaite, perfetta letizia, alla quale è legato anche un
preciso tema musicale. Ecco la sequenza delle scene: Atto I:
1.
La Croce; 2. Le
Laudi; 3. Il Bacio al Lebbroso.
Atto
II:
4.
L’Angelo Viaggiatore; 5. L’Angelo
Musicante; 6. La Predica agli Uccelli.
Atto
III:
7.
Le Stigmate; 8.
La
Morte e la Nuova Vita.
L’ambientazione si svolge in Italia nel XIII secolo con sette
personaggi: l’Angelo, Francesco, il Lebbroso, Frate Elia, Frate Leone,
Frate Masseo e Frate Bernardo. Le fonti maggiormente utilizzate sono i
Fioretti
e le
Considerazioni sulle stigmate.
I
tanti fiumi dell’arte di Messiaen sfociano nell’oceano di quest’opera:
la ricerca di un nuovo linguaggio tra la sapienza della classicità e le
scoperte delle avanguardie musicali, l’interesse per il canto degli
uccelli e il mondo sonoro asiatico, la relazione tra suoni e colori e il
fascino della sinestesia di tempo, musica e luce, l’importanza dei
numeri, il messaggio cristiano e la riflessione teologica, il dialogo
perpetuo tra gli opposti di tonalità e atonalità, musica e silenzio,
suono e parola, natura e arte, modalità e ritmo: quello che lo stesso
compositore chiama lo
charme
delle cose impossibili.
Il
S.
Francesco
è la
«Passione» di Messiaen. È l’azzardo di abitare tutti i linguaggi del
nostro tempo attraversandoli nell’impresa di una
nuova creazione.
La musica di Messiaen richiede impegno, ma soprattutto ascesi e
tensione. Non è un’operazione bizzarra o artificiosa, ma il coraggioso e
temerario sporgersi ai confini del linguaggio per ascoltare l’eco
del
compimento che ci attende. A noi la libertà di intraprendere questo
viaggio iniziatico. È una
musica dell’invisibile
nella quale Francesco rappresenta l’icona della riconciliazione, di cui
tutti abbiamo bisogno.
Esistono delle buone riproduzioni dell’opera, anche video. Sarà
necessario accompagnarne l’ascolto con
un
sussidio
che
proponga il testo integrale e, se possibile, la traduzione italiana. La
suddivisione dell’opera potrebbe suggerire un ascolto svolto in più
tappe volendo, anche, in un contesto di preghiera. La lettura diretta di
alcuni testi francescani è sempre opportuna come pure un’introduzione
allo sconosciuto e labirintico mondo di Messiaen.
L’infinitamente
piccolo
L’album di Branduardi prende il titolo dall’incantevole rilettura
poetica di Francesco offerta da Christian Bobin nel suo libro del 1992.
L’opera intreccia la ricerca sulla musica medievale, in particolare
sulla
Lauda,
e lo stile peculiare del cantautore italiano. L’intento è quello di
offrire una rivisitazione musicale di testi eterogenei delle
Fonti
e
delle tonalità tipiche del loro contesto nella sensibilità musicale
leggera contemporanea. Si tratta nell’insieme di una piacevole e non
banale risonanza francescana, pregevole inoltre per la grande
accessibilità e fruibilità.
Il
percorso dell’album attraversa i «luoghi» principali dell’esistenza del
santo: 1.
Il
cantico delle creature;
2.
Il
sultano di Babilonia;
3.
Il
lupo
di
Gubbio;
4.
Audite poverelle;
5.
Paradiso Canto XI;
6.
Il
trattato
dei
miracoli;
7.
Nelle paludi di Venezia;
8.
La
regola;
9.
La
perfetta letizia;
10.
La
morte;
11.
Salmo.
Ogni brano può accompagnare un momento o un messaggio della vita di
Francesco e alcuni si prestano anche a essere facilmente eseguiti e
cantati. L’ascolto può diventare più attento con una contestualizzazione
dei testi musicati, la lettura di quelli originali e l’abbinamento sia a
dei luoghi francescani sia a delle immagini.
Sorella musica
ci
aiuti dunque a gustare meglio la festa del nostro fratello Francesco di
Assisi.
Giulio Osto
Diocesi di Padova
osto.giulio@gmail.com