n. 10
ottobre 2012

 

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Sorella musica
Risonanze francescane
 

GIULIO OSTO

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Per vivere con maggiore intensità la festa di S. Francesco d’Assisi del 4 ottobre, suggeriamo l’ascolto di quattro composizioni molto diverse per periodo, genere e messaggio. Le prime due sono risonanze strumentali: il San Francesco d’Assisi che predica agli uccelli per pianoforte del 1863 di Franz Liszt (1811-1886) e i Tre momenti francescani: Fervore, Colloquio con le rondini, Beatitudine per organo del 1923, di Marco Enrico Bossi (1861-1925). Le altre sono l’opera lirica: Saint François d’Assise del 1983, di Olivier Messiaen (1908-1992) e l’album: L’infinitamente piccolo del 2000 del cantautore Angelo Branduardi (1950-). Risonanze francescane quasi per ogni orecchio: pianoforte, organo, melodramma e «pop-folk».

 

Frate Francesco e sorella musica

L’abbondanza delle risonanze musicali francescane nella storia è riconducibile a diverse ragioni, non ultima alla particolare relazione del santo con la musica: una sorella importante nella sua vita. In estrema sintesi questa relazione attraversa quattro tonalità. Innanzitutto Francesco ama cantare, con «canti di letizia nel suo cuore», tanto da essere chiamato giullare di Dio. È un uomo del suo tempo, tra menestrelli, cantori e trovatori. È un cavaliere cortese che ama modulare le sue laudi non tanto alla donna amata, eccetto Madonna Povertà, ma al Dio Altissimo. Francesco poi ama far cantare esortando i frati e tutte le persone a essere amiche dell’arte dei suoni. Continuando così nella vita, nella voce, quel cantico delle creature che ci rivela continuamente la bontà del Signore. Francesco ancora ama comporre canti o testi musicali: laudi, preghiere, cantici appunto.

Molto probabilmente anche le Lodi al Dio Altissimo prevedevano una melodia, mentre per il Cantico delle creature, o Cantico di frate sole, le Fonti affermano che «Francesco compose anche la melodia, che insegnò ai suoi compagni». Francesco dunque cantore e compositore, ma anche ascoltatore. In particolare della cetra, soprattutto nei momenti di sofferenza. Le Fonti testimoniano infatti in modo discreto, ma profondo, l’affetto del santo per il suono di questo strumento.

Francesco nel Cantico non loda Dio per sorella musica, ma lui stesso è divenuto fratello di quest’arte, quasi una partitura vivente della musica della creazione e del «grande e ammirabile Signore, Dio onnipotente, misericordioso salvatore».

 

I mille volti di Francesco

Soprattutto a partire dalla seconda metà dell’Ottocento la figura del poverello di Assisi viene riscoperta da diverse prospettive: storiografiche, culturali, ecclesiali. Si tratta di una vera e propria renaissance francescana che culminerà, ad esempio in Italia, con la pubblicazione delle Fonti Francescane. Le tendenze culturali di questi decenni vengono amplificate da tutto ciò che sembra avere un «sapore francescano»: la volontà di riforma della Chiesa, la contestazione della civiltà industriale, la salvaguardia dell’ambiente, la critica alle ideologie e così via. Possiamo ritrovare i mille volti di Francesco riflessi in tante espressioni culturali: letterarie, pittoriche, politiche, spirituali e musicali. Questi fenomeni poi si intensificano maggiormente in occasione degli anniversari francescani. Il rischio è forse quello di ritrovare enfatizzato un solo aspetto della ricca testimonianza del santo oppure di vederlo ridotto a sostegno di qualche causa. In ogni caso possiamo rallegrarci di tanta abbondanza, essere curiosi nella ricerca e attenti nel discernimento.

 

Con tutte le tue creature

Lo sfondo delle composizioni di Liszt e Bossi intreccia il clima romantico, la ricerca spirituale degli artisti e questa renaissance. Sono esperimenti musicali che intendono esplorare le potenzialità sinfoniche dei due strumenti musicali più «totalizzanti»: il pianoforte e, il suo illustre «predecessore» sulla scena: l’organo. Entrambi gli strumenti nell’Ottocento diventano sinfonici nella convinzione che le loro tastiere, come le grandi orchestre, possano dare corpo a tutte le voci del mondo (synphonein). Il pianoforte e l’organo «romantici» esprimono la ricerca di questa armonia totale: con se stessi, con il mondo, con Dio. Da qui nasce il fascino per l’universo cristiano con i suoi simboli, personaggi, tradizioni, dove la passione del genio artistico sembra intrecciare, a volte confondere, ispirarsi o elevare, quella del mistico cristiano.

È soprattuto il Francesco dei Fioretti a risuonare in questi due straordinari «recital strumentali» dove è importante la performance realizzata, la messa in scena che intende far rivivere all’ascoltatore soprattutto l’«emozione francescana», il pathos dell’esperienza del santo. Laudato si’... cum tucte le tue creature: questo potrebbe essere il sottotitolo e la cornice di tali musiche. Ascoltare Francesco vuol dire scoprire in Cristo la relazione di fraternità tra tutte le creature e il loro Creatore. Rivelazione cristiana che può risuonare benissimo ed essere comunicata attraverso un’esperienza estetica musicale. In Francesco e gli uccelli il pianoforte diviene quasi un pennello nelle mani di un pittore impressionista. Nel Fervore della preghiera, con le rondini e nella Beatitudine della perfetta letizia, invece, Bossi sfrutta al massimo la gamma dei timbri dell’organo, quasi riportandoci ed evocando le atmosfere dei luoghi di Francesco.

Per un ascolto più fruttuoso di questi brani è opportuno accostare la lettura di alcuni testi francescani che possono offrire ad essi una cornice narrativa. Anche la proposta di alcune immagini, ad esempio degli affreschi di Giotto, può favorire l’ascolto. L’esecuzione dal vivo rappresenterebbe l’apice della proposta, ma anche una riproduzione di qualità risulta comunque coinvolgente.

 

Questa è perfetta letizia

La composizione dell’opera lirica Saint François d’Assise occupò Messiaen per ben otto anni (1975-1983). Essa può essere considerata il suo testamento. L’opera è costituita da otto scene distribuite in tre atti con testi, in francese, composti dallo stesso musicista. L’articolazione generale presenta il cammino verso la santità di Francesco, verso la Joie parfaite, perfetta letizia, alla quale è legato anche un preciso tema musicale. Ecco la sequenza delle scene: Atto I: 1. La Croce; 2. Le Laudi; 3. Il Bacio al Lebbroso. Atto II: 4. L’Angelo Viaggiatore; 5. L’Angelo Musicante; 6. La Predica agli Uccelli. Atto III: 7. Le Stigmate; 8. La Morte e la Nuova Vita. L’ambientazione si svolge in Italia nel XIII secolo con sette personaggi: l’Angelo, Francesco, il Lebbroso, Frate Elia, Frate Leone, Frate Masseo e Frate Bernardo. Le fonti maggiormente utilizzate sono i Fioretti e le Considerazioni sulle stigmate.

I tanti fiumi dell’arte di Messiaen sfociano nell’oceano di quest’opera: la ricerca di un nuovo linguaggio tra la sapienza della classicità e le scoperte delle avanguardie musicali, l’interesse per il canto degli uccelli e il mondo sonoro asiatico, la relazione tra suoni e colori e il fascino della sinestesia di tempo, musica e luce, l’importanza dei numeri, il messaggio cristiano e la riflessione teologica, il dialogo perpetuo tra gli opposti di tonalità e atonalità, musica e silenzio, suono e parola, natura e arte, modalità e ritmo: quello che lo stesso compositore chiama lo charme delle cose impossibili.

Il S. Francesco è la «Passione» di Messiaen. È l’azzardo di abitare tutti i linguaggi del nostro tempo attraversandoli nell’impresa di una nuova creazione. La musica di Messiaen richiede impegno, ma soprattutto ascesi e tensione. Non è un’operazione bizzarra o artificiosa, ma il coraggioso e temerario sporgersi ai confini del linguaggio per ascoltare l’eco del compimento che ci attende. A noi la libertà di intraprendere questo viaggio iniziatico. È una musica dell’invisibile nella quale Francesco rappresenta l’icona della riconciliazione, di cui tutti abbiamo bisogno.

Esistono delle buone riproduzioni dell’opera, anche video. Sarà necessario accompagnarne l’ascolto con un sussidio che proponga il testo integrale e, se possibile, la traduzione italiana. La suddivisione dell’opera potrebbe suggerire un ascolto svolto in più tappe volendo, anche, in un contesto di preghiera. La lettura diretta di alcuni testi francescani è sempre opportuna come pure un’introduzione allo sconosciuto e labirintico mondo di Messiaen.

 

L’infinitamente piccolo

L’album di Branduardi prende il titolo dall’incantevole rilettura poetica di Francesco offerta da Christian Bobin nel suo libro del 1992. L’opera intreccia la ricerca sulla musica medievale, in particolare sulla Lauda, e lo stile peculiare del cantautore italiano. L’intento è quello di offrire una rivisitazione musicale di testi eterogenei delle Fonti e delle tonalità tipiche del loro contesto nella sensibilità musicale leggera contemporanea. Si tratta nell’insieme di una piacevole e non banale risonanza francescana, pregevole inoltre per la grande accessibilità e fruibilità.

Il percorso dell’album attraversa i «luoghi» principali dell’esistenza del santo: 1. Il cantico delle creature; 2. Il sultano di Babilonia; 3. Il lupo di Gubbio; 4. Audite poverelle; 5. Paradiso Canto XI; 6. Il trattato dei miracoli; 7. Nelle paludi di Venezia; 8. La regola; 9. La perfetta letizia; 10. La morte; 11. Salmo. Ogni brano può accompagnare un momento o un messaggio della vita di Francesco e alcuni si prestano anche a essere facilmente eseguiti e cantati. L’ascolto può diventare più attento con una contestualizzazione dei testi musicati, la lettura di quelli originali e l’abbinamento sia a dei luoghi francescani sia a delle immagini.

Sorella musica ci aiuti dunque a gustare meglio la festa del nostro fratello Francesco di Assisi.

Giulio Osto
Diocesi di Padova
osto.giulio@gmail.com

 

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