Assemblea Annuale USMI - Forum 19 aprile 2001
Sr Lucy Thorson, nss
Come sorella di Nostra Signora di Sion....
vorrei raccontare alcune mie esperienze di vita
(di riconciliazione) a GERUSALEMME
ESPERIENZA PERSONALE
Come la moderatrice a detto, sono un membro della Congregazione delle
Sorelle di Nostra Signora di Sion (una Congregazione internazionale che
è presente in 23 paesi e che è attivamente impegnata nelle relazioni
inter religiose, nella lotta per la RICONCILIAZIONE e soprattutto per
una migliore comprensione delle relazioni ebraico-cristiane nella
Chiesa).
(Infatti, Alla radice della mia vocazione di Sorella di Sion c'è l'amore
fedele di Dio per il Popolo ebraico, che è radicato nell'amore di
Gesù per il suo popolo)
Ho vissuto a Gerusalemme per 18 anni ... dal 1973 al 1991.
(Per me, è' singolare ricordare - alla luce della situazione ATTUALE - che
la mia esperienza a Gerusalemme iniziò e finì in circostanze di guerra
e di conflitto: arrivai il 6 settembre del 1973 e la Guerra
di Yom Kippur ebbe inizio il 6 ottobre 1973 e andai via nel
settembre del 1991, nel pieno della Guerra del Golfo.)
*1 primi tre anni ho vissuti nella parte di Gerusalemme che allora era ebraica,
i sette anni che seguirono nel quartiere arabo musulmano e cristiano
della Città Vecchia, dove le Sorelle di Sion hanno una casa nella Via
Dolorosa.
E ... per otto anni ho abitato in varie zone della parte ebraica di
Gerusalemme dove le Sorelle di Sion hanno diverse piccole comunità e
una foresteria.
-
Nel periodo vissuto a Gerusalemme, ebbi l'opportunità di
studiare per diversi anni il giudaismo e, in particolare, la liturgia
ebraica ... con dei professore ebrei all'Università ebraica ... e, di
partecipare alla celebrazione ebraica delle feste religiose e del sabato
-
(Infatti, come Sorelle di Sion, cerchiamo di offrire a tutte le
Sorelle un'esperienza di vita e di studio a Gerusalemme durante i loro
anni di Formazione iniziale e continua).
noi crediamo che lo studio e l'esperienza del giudaismo, come storia viva,
conferiscono nuove dimensioni alle nostra preghiera, alla nostre
comprensione della Bibbia e al nostro impegno apostolico
[*Nel 1991 tornai in Canada per tre anni, per un aggiornamento
teologico e nel 1993, arrivai a Roma].
(Dal 1993, sono tornata a Gerusalemme ogni anno per insegnare per sei
settimane in un Centro Biblico Internazionale (organizzato dalle Sorelle
di Sion) nel cuore della Città Vecchia.)
* Quindi, quando
rifletto sulla mia esperienza personale a GERUSALEMME è ovvio ricordare
che la reale
SITUAZIONE
UMANA e RELIGIOSA (per non parlare della situazione politica) a
Gerusalemme, (quindi in tutta la Terra Santa, in Israele, nei territori
palestinesi), è davvero estremamente COMPLESSA.
Vivendo a Gerusalemme, la lotta per la RICONCILIAZIONE diventa molto
CONCRETA perché non è facile restare OBIETTIVI e allo stesso tempo
comprendere ESSERE SOLIDALI con tutti e due i popoli (gli ebrei
israeliani e gli arabi palestinesi) che soffrono.
Allora, a Gerusalemme, ho sperimentato che in molti situazione la riconciliazione
è veramente necessario..
Ad esempio,
-
(alla luce della
situazione attuale, il primo caso che mi viene in mente è il conflitto
politico ebraico-palestinese.)
-
c'è la presenza della Chiesa cristiana - che abbraccia
una ricca e grande molteplicità di comunità -' e, allo stesso tempo,
-
è profondamente divisa al suo interno.
-
e, naturalmente, c'è tuffo il campo' delle relazioni tra le
religioni ebraica, musulmana e cristiana che chiede
a gran voce la riconciliazione.
…..Sono tutte realtà veramente COMPLESSE!
* (Dopo aver vissuto a Gerusalemme per un buon numero di anni, a volte
dicevo alle persone che appena uno arriva in Terra Santa è
pronto a scrivere un LIBRO ...
Dopo circa un anno, forse scriverà un ARTICOLO...
Passato altro tempo, molti di noi non sanno cosa scrivere sulla
COMPLESSITÀ' della
situazione tranne
forse di
scegliere di IMMEDESIMARSI
in TUTTE E DUE LE PARTI e cercare di fare tutto il possibile per
favorire una certa comprensione tra i due popoli....)
Negli anni a Gerusalemme, come Sorella di Sion, ho avuto l'opportunità di
lavorare con molte persone ed organizzazioni (ebraiche, musulmane,
cristiane) che a MODO loro sono riuscite veramente a contribuire a
COSTRUIRE UN PONTE TRA ALCUNE DELLE DIFFERENZE che separano ... sia che
queste fossero DIFFERENZE religiose, sociali, (economiche,) o di altro
genere.
Penso, ad esempio, ad un a persona con cui ho condiviso varie esperienze
negli anni: PADRE BRUNO HUSSAR, un ebreo, nato in Egitto, di nazionalità
francese, che divenne cristiano, prete domenicano, cittadino israeliano
... e creò un VILLAGGIO COMUNALE vicino a Gerusalemme dove ebrei,
cristiani e musulmani possono vivere insieme.
(Gli ci volle molto tempo per realizzare il suo sogno!)
Al momento in questo villaggio, che si chiama NEVE SHALOM ( che vuol dire
OASI DI PACE), viene svolto un lavoro importante, quello di riunire
insieme gruppi di giovani (cristiani e musulmani ebrei e palestinesi)
per partecipare ad una cosiddetta 'Scuola di PACE' ...
Questi giovani arrivano da tutto il paese nei fine settimana per IMPARARE A
CONOSCERSI, per PARLARSI, per cercare di DISTRUGGERE GLI PREGIUDIZI che
hanno gli uni degli altri.
Sono convinta che questa iniziativa creativa sia veramente un'opera di
RICONCILIAZIONE: aiutare delle persone (giovani ebrei ed arabi) ad
INCONTRARSI e a COMPRENDERSI L'UN L'ALTRO ...
Ricordo, durante la cosiddetta INTIFADA (negli anni '80), di aver preso
parte di persona alla sessione di pace in un Fine Settimana, in cui dei
giovani palestinesi ed, ebrei si riunirono per condividere le loro
sofferenze anche se per loro era davvero DOLOROSISSIMO condividere le
loro storie ... per me fu realmente in segno di speranza e di
riconciliazione.
Come sapete, a Gerusalemme (e nel Medio Oriente in generale), spesso la
tentazione di DISPERARSI, di 'arrendersi' è forte tra i giovani.
Molti giovani (sia arabi cristiani, musulmani o ebrei ) non riescono a
pensare che potranno avere un futuro SICURO e RISPETTABILE, come
individui o come comunità.
Quindi, in un contesto come quello di questa "Scuola di Pace" di
Neve Shalom è importante per loro avere l'opportunità di CONDIVIDERE i
loro sentimenti di frustrazione, di disperazione ... e le speranze ...
in modo da poter restare APERTI verso l'altro CHE è DIVERSO sia che l'altro sia ebreo musulmano o cristiano.
Nello svolgere il nostro lavoro di Sorelle di Sion nella Chiesa di
Gerusalemme la nostra vocazione ci chiama - in modo particolare, -a
compiere un lavoro di RICONCILIAZIONE.
Come dicevo, Il nostro carisma ci invita ad essere sensibili e a
testimoniare l'AMORE LEALE di Dio per il POPOLO EBRAICO - e la
fedeltà di Dio alle Sue promesse di giustizia e di pace per tutti i
popoli.
Quindi, l'esperienza di Gerusalemme fu che questo ministero di
riconciliazione mi chiamava, come Sorella di Sion, quotidianamente -(
sia che vivessi nella Via Dolorosa cristiana nel quartiere arabo
musulmano, sia che vivessi nel quartiere ebraico)- a tentare di essere
una persona che voleva 'STARE NEL MEZZO'
La scelta di 'stare nel mezzo' mi aiuto a divenire più consapevole e
sensibile alle PENE e alle LOTTE di tutti e due i popoli a
Gerusalemme ... e, in qualche modo, a cercare di essere un piccolo 'ponte'
di riconciliazione.
Allora, ... mi chiedo ... Come ho FATTO a fare
questo? Ebbene, ad
esempio, ero convinta che fare uno sforzo per imparare la LINGUA
dell'ALTRO fosse un modo concreto di costruire un piccolo ponte.
Così, nei primi anni di vita nel Quartiere Musulmano, cercai di imparare
l'arabo parlato (per comunicare con la gente con cui vivevo). Poi,
quando stavo compiendo i miei studi per la laurea in Liturgia ebraica
all'Università Ebraica feci un tentativo di imparare l'ebraico. -
Credo fermamente che la lingua possa essere uno strumento di
riconciliazione: studiando e parlando la lingua, imparai molto
sull'altro: i suoi costumi, le sue tradizioni, i suoi valori.
Conoscere la LINGUA dell'altro mi permise di riuscire meglio a stare insieme
e accanto alle persone che erano DIVERSE da me.
La lingua mi dette la possibilità di ASCOLTARE le loro sofferenze, le loro
pene, le loro speranze ... (sia degli ebrei che degli arabi).
Per me, imparare la LINGUA
degli altri è un 'gesto di riconciliazione' e ... e come dire
all'altro' ... "Sì, ho interesse per te per i tuoi costumi e così
via"
Voglio raccontare un altro esempio del modo in cui, come Sorella di Sion,
cercai di lavorare per la RICONCILIAZIONE:
Come sapete, nel 1975, in
Libano scoppiò la guerra civile ... che durò almeno fino al
1989.
In quell'epoca, io, come Sorella di Sion, ho avuto il privilegio di
partecipare alla fondazione e al lavoro di un piccolo gruppo Inter
religioso (di ebrei, cristiani, musulmani) che aiutavano le vittime (sia
musulmane che cristiane) della Guerra in Libano.
Per quattro anni il mio lavoro di volontaria fu aiutare ad organizzare il
trasporto di cibo, sangue, abiti ed altri contributi da Israele alle vittime
della guerra o ad organizzare il trasporto dei feriti negli ospedali
ebraici in Israele.
(Per me, questo lavoro fu davvero un'esperienza di Riconciliazione a vari
livelli:
primo, nella nostra squadra c'era un arabo cristiano di Nazareth che
si occupava dei contatti nel Libano meridionale;
poi, i rifornimenti venivano consegnati a chi ne aveva bisogno da un
arabo musulmano in Libano e i pazienti feriti venivano trasportati
negli ospedali israeliani nel Nord di Israele, dove venivano curati da medici
ebrei israeliani.
Tuffo questo
lavoro volontario
INTER RELIGIOSO
avvenne spontaneamente - per rispondere ad una situazione di
SOFFERENZA.
Perfino, in tempi di pace, sarebbe stato difficile immaginare un gruppo
interreligioso così eterogeneo che lavorasse insieme
Per me, come Sorella di Sion, queste esperienze servivano a ricordarmi i
vari aspetti significativi della RICONCILIAZIONE:
primo: il processo di RICONCILIAZIONE implica spesso la necessità di
abbattere e superare i confini che dividono e separano.
Secondo: la CONDIVISIONE dell'ESPERIENZA concreta di aiutare le Vittime sofferenti
della Guerra ci aiutò anche personalmente (come ebrei, cristiani,
musulmani) a RENDERCI CONTO che siamo TUTTI 'compagni nel pellegrinaggio
della vita' e che abbiamo BISOGNO L'UNO DELL'ALTRO nel cammino di
costruzione della pace.
Terzo: per me personalmente, una parte importante di questo ministero di
'riconciliazione' con le vittime della Guerra in Libano, fu quella di
portare continuamente queste esperienze di sofferenza nella PREGHIERA di
ogni giorno.
Sia la PREGHIERA Personale che quella comunitaria mi dettero la forza
e la saggezza per sapere come rispondere a queste necessità urgenti e
per scoprire la PRESENZA DI DIO in questi eventi. La PREGHIERA
comunitaria mi aiutò a MANTENERE VIVA la FIAMMA interiore che ci spinge
a lavorare e a sperare in giorni migliori in tempi di VIOLENZA e di
MORTE!
Quarto:
riflettere sugli avvenimenti dolorosi nella preghiera (e
nella riflessione comunitaria) mi sfidò a cercare
di TRASFORMARE le
mie azioni e parole a cercare di LEGGERE GLI EVENTI della mia stessa
vita quotidiana
con gli OCCHI della
FEDE e alla luce della PAROLA DI DIO.
Quindi, in qualche modo, la SOFFERENZA di queste persone (musulmani;
cristiani ed ebrei) mi aiutò a ricordare che io personalmente (come
Sorella di Sion ... che viveva tra queste popolazioni diverse, a
Gerusalemme) NON potevo essere uno 'strumento di riconciliazione' se non
ero riconciliato nel mio IO INTERIORE ... col Signore, con me stesso,
con gli altri con cui vivevo ...
(questa significa:
a.
accettare il mio io pacificamente CON le mie ricchezze,
mie debolezze, i miei limiti
b.
accogliere gli altri con cui vivo, con le loro differenze, pacificamente.)
Vorrei raccontare brevemente un'altra esperienza - per me importante:
negli anni in Gerusalemme, ho stretto una forte relazione di amicizia con
una cristiana palestinese madre di 3 figli di Beit Jallah (vicina a
Betlemme) che ha
subito la
sofferenza del
Conflitto israelo-palestinese
quotidianamente per molti anni.
Di recente ha condiviso con me la sua esperienza familiare di Riconciliazione
... Mi ha detto che se
loro, come
famiglia, cercano di
vivere un'ESPERIENZA DI RICONCILIAZIONE quotidiana nella loro casa
(pregando, parlando, perdonandosi a vicenda quando sono in conflitto)
allora e più facile 'diffondere' questa riconciliazione negli ALTRI che
sono intorno a loro.
[ Infatto, spesso ho visto che questa DONNA aveva veramente il CORAGGIO
SPIRITUALE di reagire in modo creativo alle situazioni di conflitto ...
a correre ........ e a SOGNARE NUOVE POSSIBILITÀ' per la sua famiglia!]
L’esempio di questa donna palestinese cristiana mi ha spesso ricordato,
come Sorella di Sion che vivevo tra ebrei ed arabi, che un modo concreto
per partecipare al lavoro per PORTARE LA PACE RICONCILIAZIONE tra questi
popoli era quello di cercare
RICONCILIATA con
le mie stesse sorelle
nella comunità, quotidianamente.
(E porre a me stessa alcune
domande vitali:
il mio cuore è APERTO al cambiamento, al perdono, a costruire ponti di pace
e di riconciliazione, a 'far spazio' per la sorella o il fratello che è
DIVERSO da me? Il suo esempio mi ricordava che: non possiamo parlare di
pace se non la viviamo.)
(Quindi, ascoltando quest'esempio e riflettendo nuovamente sulla mia
esperienza
personale a Gerusalemme, mi sono
convinta che le persone (siano esse ebrei o musulmani o altri arabi
cristiani del luogo) sanno molto bene quando DA NOI EMANA LA PACE ... e
possono ATTINGERE pace e riconciliazione dalla nostra pace INTERIORE ...
proprio come anche noi attingiamo pace e riconciliazione dalle persone
che IRRADIANO pace ...
A questo proposito, sono arrivata a credere che noi, pur dovendo
naturalmente professare il nostro ministero ESTERNAMENTE per la
riconciliazione ·.. possiamo anche
RICONCILIARE in modo concreto attraverso la nostra STESSA PERSONA.
Ad esempio, il cercare di VIVERE il MIO ESSERE (come cristiana, come donna)
tra le mie sorelle o i miei fratelli ebrei o musulmani, con VERITÀ' e
AMORE, tu un semplice atto di RICONCILIAZIONE.)
Vivere in Medio Oriente mi fece ricordare anche che a volte RICONCILIAZIONE
significa anche allegare alle nostre 'tende'
Ad esempio, per sette degli anni passati a Gerusalemme fili Coordinatrice
Provinciale della Provincia Mediorientale delle Sorelle di Sion ...
questo ministero mi portava anche in vari paesi arabi (tra cui Egitto,
Algeria, Turchia, e Tunisia).
Per me, incontrare le persone nei loro STESSI CONTESTI fu un'esperienza di
riconciliazione: mi permise di CONOSCERE meglio la loro STORIA, i loro
COSTUMI, le loro LOTTE, PAURE E SPERANZE come popolo.
Fu una sfida per me tentare di IDENTIFICARMI con loro senza negare mai le
mie ORIGINI.
*Inoltre... In ognuno di questi paesi noi, come Sorelle di Sion, abbiamo
delle COMUNITÀ' INTERNAZIONALI
questa internazionalità, secondo me, ci ha dato la possibilità concreta di
imparare ad accettare gli altri che sono diversi da noi!
(Inoltre a volte a Gerusalemme ho sperimentato che è facile 'puntare il
dito' contro gli altri ... biasimare l'altra parte ... qualunque
'parte' essa sia! ... (ebraica, musulmana o cristiana).
ma, penso di essermi chiesta: ho la volontà di lavorare per la
comprensione e la giustizia per TUTTE E DUE le parti? Di trovare
ciò che è buono in tutte e due le PARTI?)
Infine, negli ultimi tre anni passati a Gerusalemme vissi nella
nostra foresteria delle Sorelle di Sion nel settore ebraico
di Gerusalemme, chiamato ENI HAREM (che vuol dire il luogo della
Visitazione)
Insieme alla mia comunità, ACCOGLIEVAMO molti ebrei israeliani, molti dei
quali venivano ad un convento cattolico per la prima volta ... spesso
con ANSIA, TIMORI, non sapendo cos'avrebbero trovato, o se sarebbero
stati in qualche modo 'oggetto di attività missionaria.
Cercavamo, quindi, come comunità, di creare un'ATMOSFERA in cui potersi
semplicemente INCONTRARE, tra esseri umani, tutti FIGLI DI DIO, ognuno
con la propria DIGNITÀ', e con la propria IDENTITÀ... tentavamo di
mostrare UN'ALTRA FACCIA DELLA CHIESA, diversa da quella che spesso
appartiene alla memoria ebraica e alla storia ebraica.
Questa per me fu una forma di RICONCILIAZIONE EBRAICO-CRISTIANA, di
creazione del Regno.
(In quest'atmosfera, spesso la tensione era sostituita dalla SERENITÀ', il
sospetto dalla FIDUCIA e poi, improvvisamente, a volte si aveva il
privilegio di CONDIVIDERE LA STORIA di una persona ... le sofferenze, le
speranze, e i sogni per il futuro.)
Per me queste esperienze diverse furono spesso momenti benedetti di
RICONCILIAZIONE.
Per concludere, quindi, vorrei dirvi che molte volte in questi anni vissuti
a
Gerusalemme, mi sono venuta in mente
le forti' parole di
RICONCILIAZIONE del profeta Isaia:
(Is.
66:10) 'Non ci si può rallegrare per Gerusalemme se non si è prima
rattristato con essa
Grazie.
Un altro esempio,
nel 1990 ebbi il privilegio di visitare il campo di sterminio di Auschwitz
insieme a due ebrei israeliani che persero la maggior parte delle loro
famiglie nei campi di sterminio. Quest'incontro con loro fu estremamente
profondo, umiliante ed educativo.
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