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Nel 2001, una rivista edita a Roma per le religiose residenti in Italia, ma che raggiunge tutti e cinque i continenti, porta in prima di copertina la lettera dell'alfabeto romano L. Ciò significa che è al suo cinquantesimo compleanno. Concretamente siamo giunti a un traguardo rispettabile e degno di essere ricordato e festeggiato.
Nel pieno affermarsi delle federazioni e delle segreterie interdiocesane dell'USMI, or sono cinquant'anni si
avvertì l'urgenza di documentare ciò che si stava realizzando, ma anche di orientare e di illuminare il cammino della vita religiosa apostolica femminile. n rinnovamento spirituale e apostolico auspicato dal magistero ecclesiale richiedeva un qualificato approfondimento dei valori propri dei consigli evangelici, della spiritualità cristiana, dell'incarnazione -anche se allora non si usava ancora questo linguaggio -delle presenze delle religiose nel contesto dove si lavorava; urgeva pertanto offrire spunti orientativi validi tanto per quello che si riferiva all'essere, alla vita, quanto per quello che poteva chiarire il diverso operare delle religiose. Si desiderava inoltre preparare, formare e portare a compimento una mentalità di comunione e di passione apostolica. L'ut unum sint auspicato da Gesù poco prima di consegnarsi al traditore e ai carnefici era -o doveva essere -una idealità molto forte anche per le suore. La diversità di carisma, di attività, di orientamenti apostolici, di campi d'azione, era una diversità che riguardava la specificità di ogni istituto, ma i valori di fondo, il filo conduttore del tutto era e doveva essere la radicalità evangelica.
Per questo i primi 14 volumi rilegati della rivista sono una miniera di informazioni e di contenuti che riguardano le varie articolazioni in cui allora era suddiviso
l'USMI
(l'organizzazione delle Federazioni), ma soprattutto costituiscono una mini-biblioteca offerta mano a mano alle suore per l'approfondimento spirituale e apostolico sotto aspetti molteplici.
Emblematico il primo titolo della testata: A.L.A. iniziali di tre parole latine che racchiudevano un loro pregnante incentivo:
Ardeat, Luceat, Accendat. In sintesi la rivista era sorta per essere luce, per infondere calore, suscitare entusiasmo, che è poi serietà di impegno e di dedizione.
Molte sono state le suore impegnate nel renderla bella e interessante. Della maggior
parte di esse non si conoscono i nomi, perché erano indicati i nomi degli
Istituti cui appartenevano, ma non il loro.
Evidenti, anche per motivi giuridici e fiscali, i nomi dei/ delle responsabili: P. Andretta, già Assistente genèrale, poi Don Antonello
Ravazi, suor M. Agnes Quaglini, Figlia di san Paolo, sr. Zelia Pani, delle Figlie di
sant'Anna, dal 1991 sr. Biancarosa Magliano, essa pure Figlia di san Paolo.
Con il susseguirsi degli anni, la rivista ha modificato il formato; ha aumentato il numero delle pagine; soprattutto ha allargato l'interesse per i temi da presentare, approfonditi, alle lettrici e ai lettori e perciò anche le firme dei collaboratori. Sono, la maggior parte delle volte, docenti universitari, scrittori di libri e collaboratori di altre riviste. Dal numero 1 del 1999 esce a due colori. Qualche volta alcuni articoli sono abbelliti con riproduzioni a colori di opere artistiche.
Da alcuni anni è entrata nella norma la pubblicazione di due supplementi: uno accompagna il numero di febbraio ed è un volume monografico dal tema attuale, che, partendo dal Sinodo sulla vita consacrata, costituisce sempre un orientamento per tutti i consacrati. Quello che accompagna il numero di dicembre è più semplice, ma non meno suggestivo: l'ultimo ha come titolo:
La notte grembo di vita. Graficamente bello e suggestivo, parla della notte come è vista dagli agiografi sacri e dagli autori cristiani. Prosegue scrivendo della notte nel suo aspetto teologico e spirituale. Chiude il volumetto una Lectio sulla Notte di Giacobbe al guado del fiume e un commento all'icona La scala del paradiso.
La Direzione è coadiuvata da un Consiglio di redazione -particolarmente qualificato
- che di volta in volta programma, orienta nella scelta delle tematiche, propone collaboratori.
Sempre nella stima, nella libertà di espressione, nel rispetto reciproco.
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