Siamo ormai alle prese con il solito trantran e ognuno ritorna alle
vita di sempre, per immettersi nello scorrere monotono del tempo
oppure per essere in ascolto della presenza silenziosa di Dio che gli
fa vivere l’attimo presente.
C’è chi è distratto da mille cose e c’è chi custodisce nel caos della
vita quotidiana il silenzio, dove avverte che lo Spirito attraversa la
sua esistenza.
In questo altalenare quotidiano si snoda la vita di ogni creatura. È
la lotta dell’uomo di sempre: pensare solo a se stesso, attraverso un
dialogo interno che lo porta a ritirarsi da ogni rapporto o lasciarsi
scomodare nelle proprie sicurezze da Qualcuno che attrae, che stimola,
per aprirsi alla sorpresa delle relazioni.
È l’uomo che rincorre Dio o è Dio che rincorre l’uomo?
“Come ti chiami?”…“Giacobbe” (cfr. Gn 32,28). Dio ancora oggi
va incontro ad “ogni Giacobbe”, che vive di compromessi, che discute,
per ottenere il proprio tornaconto, con Colui che lo custodisce, lo
protegge e che gli dimostra il suo amore fedele, soprattutto quando
l’uomo perde i punti fermi di riferimento e si sente incerto, debole,
fragile, abbandonato e bisognoso di tutto.
È un Dio del quotidiano, presente nella ferialità della vita, anche
quando l’uomo elabora progetti che non coincidono con quelli
evangelici.
È un Dio pronto a porsi sullo stesso piano dell’uomo, spesso
condizionato da incertezze, tentennamenti, per irrompere nella sua
vita e spingerlo a scommettere sul suo amore fedele.
È un Dio che pone nel cuore della sua creatura il senso
dell’avventura, il desiderio di varcare i propri limiti, per cercare
oltre l’inspiegabile.
È un Dio che ama l’uomo quando lotta con lui, quando nella sua
infedeltà si costruisce nuovi idoli e si dibatte tra il bisogno di
difendersi e il desiderio di affidarsi, il bisogno di ripiegarsi e il
desiderio di lasciarsi amare e di donarsi.
È un Dio che cerca continuamente un rapporto personale con la sua
creatura e la chiama per nome, per orientare la sua vita verso il bene
autentico: la conduce con sé verso la soglia del Mistero.
Quando l’uomo si difende per non coinvolgersi in un dono totale di sé,
Dio lo colpisce all’articolazione del femore e gliela sloga,
non gli dà tregua, lo fa uscire dal combattimento anche con le ossa
rotte. Lo educa solo perché sia felice, ingaggiando anche con lui la
lotta, perché risignifichi la sua esistenza nel Signore.
Dio aspetta l’uomo da sempre, perché desidera che viva nel fuoco
dell’amore per definirsi persona totalmente amata. Quando l’uomo entra
nel vortice dell’amore e scopre di essere un valore, sente che non ha
bisogno d’altro per esistere.
Nella sfida che l’uomo pone a Dio, costruendosi degli idoli che
atrofizzano l’esistenza e lo allontanano da lui, il Signore continua a
ridonare la vita alla sua creatura, visitandola nel quotidiano,
soprattutto quando resiste in una lotta senza fine.
Dio infatti:
-
gli indica la strada da seguire e l’uomo la mette in discussione
-
gli chiede di coinvolgersi totalmente nel suo progetto evangelico
ed egli lotta per conservarsi un angolo da gestire in proprio
-
gli chiede di amare come ha amato lui ed egli accampa diritti
presso il Signore e i fratelli
-
gli offre la possibilità di vivere evangelicamente nel qui e ora
la sua esistenza, ma l’uomo trova tante scuse per rimandare nel
tempo il sì a Dio… “ci penserò domani”!
-
lo assiste in ogni istante ed egli cerca di contare solo sulle
sue forze
-
lo tiene per mano ed egli vuole guidare da solo il timone della
sua vita
-
si rende presente in ogni attimo della sua esistenza e pensa di
fatto che Dio sia sempre al di là della sua storia
-
continua a rimanere in relazione, anche quando l’uomo si
allontana.
Il nostro è un Dio che, al di là del tempo e dello spazio, continua a
guardare con amore il cammino dell’uomo, a rispettare i suoi tempi, a
penetrare nel profondo del suo essere per trasformarlo con il suo
amore… Dio non ha fretta!
È un Dio che si prende cura dell’uomo, gli offre la certezza del suo
amore anche quando, nei momenti oscuri, tutto concorre a fargli
pensare che Dio si è dimenticato di lui.
È un Dio che insegna all’uomo a vedere la presenza dello Spirito nella
quotidianità, soprattutto quando è in cerca di spiegazioni, solo
razionali, degli avvenimenti della storia.
È un Dio che è al di là degli schemi umani. Egli interpella chi non
cerca più e si adagia, chi pensa di possederlo già e non vive più…
La lotta con Dio è preghiera che illumina la vita dell’uomo.
Nel rapporto d’amore, così personale e inedito, ogni battezzato, in
qualsiasi stato di vita, prova l’ebbrezza della libertà, perché
scommette la sua esistenza con Dio.
Pur nello smarrimento, sente di poter affrontare ogni difficoltà,
certo della fedeltà di Dio, di un Dio Amore che lotta e si ostina a
donare alla sua creatura disorientata la speranza, la consapevolezza
della Sua presenza.
In questa lotta con Dio… l’uomo ritrova se stesso e Dio gode della
vitalità della propria creatura!
Sr. Diana Papa