n. 10
ottobre 2006

 

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Presentazione

 

 

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Nei giorni 17/19 febbraio 2006 la sede nazionale dell’USMI ha accolto circa un centinaio di religiose partecipanti al Convegno “Vita religiosa ed ecumenismo”.

Da tempo si avvertiva l’esigenza di affrontare l’argomento e di puntualizzare il ruolo affidato alla vita religiosa nell’ambito del cammino ecumenico. Cambiamenti socio-culturali ed ecclesiali lo imponevano.

Il processo di globalizzazione in atto, accentuato dall’ingente flusso migratorio, ha conferito alla società attuale un volto fortemente multiculturale e multireligioso. La caduta di regimi totalitari ha aperto ai religiosi nuovi fronti, in cui il cattolicesimo è minoritario. Sono sorti problemi nuovi e impellenti, davanti ai quali si può provare un senso di smarrimento, e che non si possono ignorare. Il Vaticano II, infine, ha avviato una vera e propria “rivoluzione copernicana” per quanto concerne il rapporto tra la Chiesa cattolica e gli altri cristiani, e quello tra i cristiani e il mondo.

Si tratta di appelli dello Spirito che sta additando vie inedite. Di appelli che si debbono considerare attentamente. Non è, infatti, soprattutto per accogliere gli appelli dello Spirito che è nata la vita religiosa? Non è secondando lo Spirito nelle sue ardite proposte che i Fondatori hanno dato vita ai nostri Istituti?

La crisi che attraversiamo oggi è una crisi di crescita, è un monito a rivedere posizioni ormai obsolete e a «prendere il largo», come ci ha invitato Papa Giovanni Paolo II.

Le problematiche appena accennate ce ne fanno intravedere la strada in molti ambiti. In particolare, al livello ecumenico dobbiamo prendere sempre più coscienza che, come vita religiosa, oltre a un’entusiasta partecipazione alle varie iniziative organizzate nella Chiesa e a una continua supplica al Signore perché si realizzi l’“Ut unum sint”, ci si chiede di entrare sempre più in una spiritualità che si traduca in una vicinanza e in un mutuo e fattivo riconoscimento di fratelli con cui, almeno in parte, condividiamo la fede cristiana. È necessario mostrare al mondo il volto di Cristo, il suo essere presente, nel “segno” della comunione e della collaborazione che vincola i suoi seguaci e li rende suo Corpo.

Forse, è una vera e propria conversione che ci viene richiesta. Un aprire mente, cuore e braccia a un’accoglienza che lasci cadere ogni reale pregiudizio e ogni inutile barriera, iniziando dall’interno delle nostre comunità. Un rivedere certe modalità apostoliche. Insomma: un certo cambio di rotta, sospinte dal soffio dello Spirito.

A sollecitarci a procedere decisamente in questa direzione e a farci rompere vane perplessità in campo ecumenico è anche la seguente affermazione del messaggio di Papa Benedetto XVI, del 20 aprile 2005, al termine della concelebrazione eucaristica con i Cardinali elettori in Cappella Sistina: «Con piena consapevolezza, all’inizio del suo ministero nella Chiesa di Roma che Pietro ha irrorato col suo sangue, l’attuale suo Successore si assume come impegno prioritario quello di lavorare senza risparmio di energie alla ricostituzione della piena e visibile unità di tutti i seguaci di Cristo. Questo è il suo impellente dovere».

Come è noto, ogni desiderio del Papa, ogni impegno della Chiesa è, per le religiose, un’indicazione di rotta da accogliere prontamente.

Di fatto, l’USMI, nel suo compito di stimolazione e nella sua funzione di animazione della Vita religiosa, si è sentita vivamente interpellata dalle parole del Papa. Vi ha risposto anche con la realizzazione del Convegno, i cui lavori sono sostanzialmente ospitati nella presente pubblicazione.

Essa raccoglie le proposte sistematiche e le “testimonianze ed esperienze ” dei relatori, e contenuti emersi nelle discussioni. Ciascuno dei relatori si assume la responsabilità circa il proprio scritto.

Il volume si articola in cinque unità.

L’unità storica, proposta da Angelo Maffeis, inquadra il problema ecumenico nel suo iter nel tempo, prestando particolare attenzione al cammino percorso dalla Chiesa cattolica.

Si passa, poi, all’unità dottrinale, presentata da Donato Valentini. Qui vengono esposti i principi dottrinali della visione cattolica sull’ecumenismo e sul movimento ecumenico, e si prendono in considerazione alcuni dei principali problemi teologici, dibattuti oggi in sede di dialogo ecumenico. L’unità accoglie anche il prezioso apporto di rappresentanti di altre Chiese e comunità ecclesiali quali: l’ortodosso Vladimir Zelinsky (Ortodossia Russa), l’anglicano Callan Slipper e la valdese Franca Long. Si può così avere una più ampia visuale delle posizioni assunte da cristiani di diverse confessioni, circa il problema ecumenico.

Poste le indispensabili premesse storiche e dottrinali, si viene al “cuore” del Convegno con l’unità della spiritualità ecumenica. Siamo vivamente grati al Signor Cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei cristiani, per avere accettato di proporci il tema: “Vita religiosa: Teologia e spiritualità ecumenica”. L’accento del discorso cade sulla dimensione spirituale di una comunità di vita religiosa che intenda vivere con sapienza ed efficacia l’ecumenismo.

Nell’unità metodologica, P. Jesús Castellano offre ampie indicazioni circa l’esercizio concreto dell’ecumenismo in una comunità di vita religiosa. Seguono alcune esperienze e testimonianze sia da parte cattolica (la Testimonianza scritta del Monastero di Vitorchiano/Viterbo; l’intervento di Nicoletta Gatti), sia da parte ortodossa (Amalia Raibulet).

Nell’unità dell’ecumenismo sociale, da me curata, si è cercato di coordinare spunti offerti dai relatori e di puntualizzare quanto emerso dagli interventi fatti dalle religiose partecipanti al Convegno, circa la presenza ecumenica in campo sociale. In particolare, si dà spazio ai problemi più rilevanti, a questo livello, affrontati nei dialoghi tra le Chiese e le Comunità ecclesiali negli ultimi anni. Si conclude con uno sguardo circa l’apporto significativo che le religiose possono offrire, e non raramente offrono al livello sociale.

Una panoramica che i relatori, a cui va il più vivo ringraziamento da parte dell’USMI, hanno tratteggiato molto bene. Un incoraggiamento a secondare le sollecitazioni dello Spirito, che ci invita a non indugiare in sterili rimpianti. Vie nuove, vie inedite ci si aprono dinanzi.

Il “Padrone della messe” vuole ancora servirsi di noi per costruire ponti di comunione.

Maria Rosaria De Ninno fma
Responsabile dell’Ufficio “Evangelizzazione e Catechesi”
“Ecumenismo e Dialogo interreligioso”
dell’USMI Nazionale