Nei
giorni 17/19 febbraio 2006 la sede nazionale dell’USMI ha accolto circa un
centinaio di religiose partecipanti al Convegno “Vita religiosa ed ecumenismo”.
Da tempo si avvertiva l’esigenza di
affrontare l’argomento e di puntualizzare il ruolo affidato alla vita religiosa
nell’ambito del cammino ecumenico. Cambiamenti socio-culturali ed ecclesiali lo
imponevano.
Il processo di globalizzazione in atto,
accentuato dall’ingente flusso migratorio, ha conferito alla società attuale un
volto fortemente multiculturale e multireligioso. La caduta di regimi totalitari
ha aperto ai religiosi nuovi fronti, in cui il cattolicesimo è minoritario. Sono
sorti problemi nuovi e impellenti, davanti ai quali si può provare un senso di
smarrimento, e che non si possono ignorare. Il Vaticano II, infine, ha avviato
una vera e propria “rivoluzione copernicana” per quanto concerne il rapporto tra
la Chiesa cattolica e gli altri cristiani, e quello tra i cristiani e il mondo.
Si tratta di appelli dello Spirito che sta
additando vie inedite. Di appelli che si debbono considerare attentamente. Non
è, infatti, soprattutto per accogliere gli appelli dello Spirito che è nata la
vita religiosa? Non è secondando lo Spirito nelle sue ardite proposte che i
Fondatori hanno dato vita ai nostri Istituti?
La crisi che attraversiamo oggi è una crisi
di crescita, è un monito a rivedere posizioni ormai obsolete e a «prendere il
largo», come ci ha invitato Papa Giovanni Paolo II.
Le problematiche appena accennate ce ne fanno
intravedere la strada in molti ambiti. In particolare, al livello ecumenico
dobbiamo prendere sempre più coscienza che, come vita religiosa, oltre a
un’entusiasta partecipazione alle varie iniziative organizzate nella Chiesa e a
una continua supplica al Signore perché si realizzi l’“Ut unum sint”, ci
si chiede di entrare sempre più in una spiritualità che si traduca in una
vicinanza e in un mutuo e fattivo riconoscimento di fratelli con cui, almeno in
parte, condividiamo la fede cristiana. È necessario mostrare al mondo il volto
di Cristo, il suo essere presente, nel “segno” della comunione e della
collaborazione che vincola i suoi seguaci e li rende suo Corpo.
Forse, è una vera e propria conversione che
ci viene richiesta. Un aprire mente, cuore e braccia a un’accoglienza che lasci
cadere ogni reale pregiudizio e ogni inutile barriera, iniziando dall’interno
delle nostre comunità. Un rivedere certe modalità apostoliche. Insomma: un certo
cambio di rotta, sospinte dal soffio dello Spirito.
A sollecitarci a procedere decisamente in
questa direzione e a farci rompere vane perplessità in campo ecumenico è anche
la seguente affermazione del messaggio di Papa Benedetto XVI, del 20 aprile
2005, al termine della concelebrazione eucaristica con i Cardinali elettori in
Cappella Sistina: «Con piena consapevolezza, all’inizio del suo ministero
nella Chiesa di Roma che Pietro ha irrorato col suo sangue, l’attuale suo
Successore si assume come impegno prioritario quello di lavorare senza risparmio
di energie alla ricostituzione della piena e visibile unità di tutti i seguaci
di Cristo. Questo è il suo impellente dovere».
Come è noto, ogni desiderio del Papa, ogni
impegno della Chiesa è, per le religiose, un’indicazione di rotta da accogliere
prontamente.
Di fatto, l’USMI, nel suo compito di
stimolazione e nella sua funzione di animazione della Vita religiosa, si è
sentita vivamente interpellata dalle parole del Papa. Vi ha risposto anche con
la realizzazione del Convegno, i cui lavori sono sostanzialmente ospitati nella
presente pubblicazione.
Essa raccoglie le proposte sistematiche e le
“testimonianze ed esperienze ” dei relatori, e contenuti emersi nelle
discussioni. Ciascuno dei relatori si assume la responsabilità circa il proprio
scritto.
Il volume si articola in cinque unità.
L’unità storica, proposta da Angelo
Maffeis, inquadra il problema ecumenico nel suo iter nel tempo, prestando
particolare attenzione al cammino percorso dalla Chiesa cattolica.
Si passa, poi, all’unità dottrinale,
presentata da Donato Valentini. Qui vengono esposti i principi dottrinali della
visione cattolica sull’ecumenismo e sul movimento ecumenico, e si prendono in
considerazione alcuni dei principali problemi teologici, dibattuti oggi in sede
di dialogo ecumenico. L’unità accoglie anche il prezioso apporto di
rappresentanti di altre Chiese e comunità ecclesiali quali: l’ortodosso Vladimir
Zelinsky (Ortodossia Russa), l’anglicano Callan Slipper e la valdese Franca
Long. Si può così avere una più ampia visuale delle posizioni assunte da
cristiani di diverse confessioni, circa il problema ecumenico.
Poste le indispensabili premesse storiche e
dottrinali, si viene al “cuore” del Convegno con l’unità della
spiritualità ecumenica. Siamo vivamente grati al Signor Cardinale Walter
Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei
cristiani, per avere accettato di proporci il tema: “Vita religiosa: Teologia
e spiritualità ecumenica”. L’accento del discorso cade sulla dimensione
spirituale di una comunità di vita religiosa che intenda vivere con sapienza ed
efficacia l’ecumenismo.
Nell’unità metodologica, P.
Jesús Castellano offre ampie indicazioni circa l’esercizio concreto
dell’ecumenismo in una comunità di vita religiosa. Seguono alcune esperienze e
testimonianze sia da parte cattolica (la Testimonianza scritta del Monastero di
Vitorchiano/Viterbo; l’intervento di Nicoletta Gatti), sia da parte ortodossa
(Amalia Raibulet).
Nell’unità dell’ecumenismo sociale, da
me curata, si è cercato di coordinare spunti offerti dai relatori e di
puntualizzare quanto emerso dagli interventi fatti dalle religiose partecipanti
al Convegno, circa la presenza ecumenica in campo sociale. In particolare, si dà
spazio ai problemi più rilevanti, a questo livello, affrontati nei dialoghi tra
le Chiese e le Comunità ecclesiali negli ultimi anni. Si conclude con uno
sguardo circa l’apporto significativo che le religiose possono offrire, e non
raramente offrono al livello sociale.
Una panoramica che i relatori, a cui va il
più vivo ringraziamento da parte dell’USMI, hanno tratteggiato molto bene. Un
incoraggiamento a secondare le sollecitazioni dello Spirito, che ci invita a non
indugiare in sterili rimpianti. Vie nuove, vie inedite ci si aprono dinanzi.
Il “Padrone della messe” vuole ancora
servirsi di noi per costruire ponti di comunione.
Maria
Rosaria De Ninno fma
Responsabile dell’Ufficio “Evangelizzazione e Catechesi”
“Ecumenismo e Dialogo interreligioso”
dell’USMI Nazionale
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