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Ormai
è imminente la pubblicazione dell’Esortazione apostolica post-sinodale, frutto
della XI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, svoltosi per tre
settimane in Vaticano nell’ottobre del 2005 sul tema: «L’Eucaristia: fonte e
culmine della vita e della missione della Chiesa». In attesa del documento,
possiamo rileggere e meditare il n. 95 dell’Esortazione apostolica Vita
consecrata di Giovanni Paolo II (25 marzo 1996) e il n. 26 dell’Istruzione:
Ripartire da Cristo della Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le
Società di vita apostolica (19 maggio 2002). Ecco di seguito i due numeri.
«Mezzo
fondamentale per alimentare efficacemente la comunione col Signore è senza
dubbio la santa liturgia, in modo speciale la celebrazione eucaristica e la
Liturgia delle Ore. Nell’Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della
Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua e Pane vivo che, mediante la sua
carne vivificata dallo Spirito Santo e vivificante, dà vita all’umanità. Cuore
della vita ecclesiale, essa lo è anche della vita consacrata. La persona
chiamata, nella professione dei consigli evangelici, a scegliere Cristo come
unico senso della sua esistenza, come potrebbe non desiderare di instaurare con
Lui una comunione sempre più profonda mediante la partecipazione quotidiana al
Sacramento che lo rende presente, al sacrificio che ne attualizza il dono
d’amore del Golgota, al convito che alimenta e sostiene il popolo di Dio
pellegrinante? L’Eucaristia sta per sua natura al centro della vita consacrata,
personale e comunitaria. Essa è viatico quotidiano e fonte della spiritualità
del singolo e dell’Istituto. In essa ogni consacrato è chiamato a vivere il
mistero pasquale di Cristo, unendosi con Lui nell’offerta della propria vita al
Padre mediante lo Spirito. L’adorazione assidua e prolungata di Cristo presente
nell’Eucaristia consente in qualche modo di rivivere l’esperienza di Pietro
nella Trasfigurazione: “È bello per noi stare qui”. E nella celebrazione del
mistero del Corpo e del Sangue del Signore si consolida ed incrementa l’unità e
la carità di coloro che hanno consacrato a Dio l’esistenza» (VC 95).
«Dare un
posto prioritario alla spiritualità vuol dire ripartire dalla ritrovata
centralità della celebrazione eucaristica, luogo privilegiato per l’incontro con
il Signore. Lì egli si rende nuovamente presente in mezzo ai suoi discepoli,
spiega le Scritture, scalda il cuore e illumina la mente, apre gli occhi e si fa
riconoscere (cf Lc 24,13-35). L’invito di Giovanni Paolo II rivolto ai
consacrati, è particolarmente vibrante: “Incontratelo, carissimi, e
contemplatelo in modo tutto speciale nell’Eucaristia, celebrata e adorata ogni
giorno, come fonte e culmine dell’esistenza e dell’azione apostolica”.
Nell’Esortazione apostolica Vita consecrata esortava a partecipare
quotidianamente al Sacramento dell’Eucaristia e alla sua adorazione assidua e
prolungata. L’Eucaristia, memoriale del sacrificio del Signore, cuore della vita
della Chiesa e di ogni comunità, plasma dal di dentro l’oblazione rinnovata
della propria esistenza, il progetto di vita comunitaria, la missione
apostolica. Tutti abbiamo bisogno del viatico quotidiano dell’incontro con il
Signore per inserire la quotidianità nel tempo di Dio che la celebrazione del
memoriale della Pasqua del Signore rende presente.
Qui si può
attuare in pienezza l’intimità con Cristo, la immedesimazione con Lui, la totale
conformazione a Lui a cui i consacrati sono chiamati per vocazione.
Nell’Eucaristia infatti il Signore Gesù ci associa a sé nella propria offerta
pasquale al Padre: offriamo e siamo offerti. La stessa consacrazione religiosa
assume una struttura eucaristica: è totale oblazione di sé strettamente
associata al sacrificio eucaristico. Qui si concentrano tutte le forme di
preghiera, viene proclamata ed accolta la Parola di Dio, si è interpellati sul
rapporto con Dio, con i fratelli, con tutti gli uomini: è il sacramento della
filiazione, della fraternità e della missione. Sacramento dell’unità con Cristo,
l’Eucaristia è contemporaneamente sacramento dell’unità ecclesiale e dell’unità
della comunità dei consacrati. In definitiva essa appare “fonte della
spiritualità del singolo e dell’Istituto”.
Perché
produca con pienezza gli attesi frutti di comunione e di rinnovamento non
possono mancare le condizioni essenziali, soprattutto il perdono e l’impegno
dell’amore reciproco. Secondo l’insegnamento del Signore prima di presentare
l’offerta all’altare occorre la piena riconciliazione fraterna (cf Mt 5, 23).
Non si può celebrare il sacramento dell’unità rimanendo indifferenti gli uni
agli altri. Si deve, peraltro, tenere presente che queste condizioni essenziali
sono anche frutto e segno di un’Eucaristia ben celebrata. Perché è soprattutto
nella comunione con Gesù eucaristia che noi attingiamo la capacità di amare e di
perdonare. Inoltre ogni celebrazione deve diventare l’occasione per rinnovare
l’impegno di dare la vita gli uni per gli altri nell’accoglienza e nel servizio.
Allora per la celebrazione eucaristica varrà veramente, in modo eminente, la
promessa di Cristo: “Là dove sono due o tre radunati nel mio nome, io sono in
mezzo a loro” (Mt 18, 20), e attorno ad essa la comunità si rinnoverà ogni
giorno» (RdC 26).
Amiche
lettrici e lettori, il presente numero di Consacrazione e Servizio continua
nelle sue rubriche ad offrire molteplici spunti di riflessione.
Diana Papa,
monaca carmelitana, aprendo la rassegna, intende evidenziare dalle pagine di
Luca la figura di Zaccheo. Gesù chiede a lui e a noi di scendere «dall’albero
delle sicurezze per una vita libera da ogni compromesso». Mons. Francesco
Lambiasi racchiude il singolare profilo di una giovane clarissa in una frase da
lei pronunciata prima di morire a 24 anni: «Non ho paura. Amo». La rubrica
Orizzonti raccoglie due contributi: Suor Grazia Paris delle Dorotee di Cemmo,
docente al Claretianum, presenta una puntuale sintesi del Convegno svoltosi a
Roma nel dicembre 2006 sul tema: «Il rapporto tra generazioni nella vita
consacrata». Antonietta Augruso, laureata in teologia all’Università Gregoriana,
evidenzia «I volti dei testimoni» alla luce dell’enciclica di Benedetto XVI Deus
caritas est.
Il Dossier
raccoglie sette contributi sul tema che il Consiglio di redazione ha voluto
mettere a fuoco: «Liturgia e vita consacrata». Il liturgista Manlio Sodi
riflette sul rapporto tra il carisma e le modalità con cui esso si manifesta
nell’espressione comune della Liturgia della Chiesa. Maria Campatelli, del
Centro Aletti, si sofferma sul significato della liturgia in ordine al vivere
cristiano. Segue l’approfondimento di Pasqual Chavez Villaneuva, Rettore
Maggiore dei Salesiani, su tre categorie biblico-liturgiche in rapporto alla
vita consacrata: memoriale, sacrificio, convito. Aspetti di spiritualità
liturgica sono offerti da Maria Pia Giudici, dell’eremo S. Biagio in Subiaco
(Roma). Si prosegue con altri due articoli offerti da Anna Bissi e Maria
Marcellina Pedico su temi poco studiati, ma ricchi di spiritualità. Chiude il
Dossier Maria Franca Tricarico dell’Auxilium di Roma con una nota illustrativa
dell’immagine di copertina. Il fascicolo, inoltre, offre la presentazione di un
film di successo: «Il Grande Silenzio», e le segnalazioni di libri per
l’aggiornamento e la formazione.
Maria Marcellina Pedico
delle Serve di Maria Riparatrici
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