n. 4
aprile 2009

 

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Un amore senza tempo
 

Leggiamo insieme il film

a cura di TERESA BRACCIO

 

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Dati tecnici

Titolo originale: Evening

Genere: Drammatico

Regia: Lajos Voltai

Interpreti: Claire Danes (Ann giovane), Vanessa Redgrave (Ann anziana), Toni Colette (Nina), Natasha Richardson (Constance),Patrick Wilson (Harris Arden), Hugh Dancy (Buddy), Glenn Close (sig.ra Wittenborn anziana), Mamie Gummer (sig.ta Wittenborn giovane), Meryl Streep (Leila Ross anziana), Sheila Thomas (Leila Ross giovane), Sarah Viccellio (Lizzie), Kara Doherty (Chloe).

Nazionalità: Stati Uniti/Germania

Distribuzione: Medusa Film

Anno di uscita: 2008

Origine: Stati Uniti/Germania (2007)

Soggetto: tratto dal romanzo "Evening" di Susan Minot

Sceneggiatura: Michael Cunningham, Susan Minot

Fotografia (Scope/a colori): Gyula Pados

Musica: Jan A.P. Kaczmarek

Montaggio: Allyson C. Johnson

Durata: 116'

Produzione: Jeff Sharp

DVD: Euro 16,99

La trama

Ispirandosi al romanzo Evening di Susan Minot, Un amore senza tempo racconta la storia di Ann Grant, una donna anziana gravemente malata. Rimasta bloccata a letto da un male incurabile e sentendosi prossima alla fine, ricorda con nostalgia e rimpianto le persone e le vicende più significative della sua esistenza. Tra realtà e sogno la donna racconta del suo rapporto con Harris, un ragazzo di cui è stata follemente innamorata, ma che le figlie Constance e Nina non hanno mai conosciuto né sentito nominare. Si tratta di una passione giovanile nata durante i giorni in cui Ann, giovane e bellissima, in occasione del matrimonio della sua cara amica Leyla, viene invitata nella villa al mare dalla famiglia Ross. Harris è un giovane medico, figlio della governante della casa, corteggiato da molte ragazze del posto. Tra le varie storie che nascono e si incrociano in quei giorni di festa, quella tra Ann e Harris sembra la più solida e duratura. Ma gli eventi della vita, portandoli lontani, li separa per sempre.

Ripercorriamo le tappe

Facendo memoria degli avvenimenti principali della vita di una donna, il regista Lajos Koltai traccia il bilancio di una esistenza a partire dall’incontro casuale tra due giovani e dell’amore che da questo scaturisce. È un racconto corale che unisce spaccati autobiografici, utilizzando una riuscita interazione tra il tempo passato e quello presente. Un lungo flashback ci porta negli anni ’60, su un'isolotto del Main, catapultati nel mezzo di un matrimonio snob, di un amore fulmineo e spezzato, di una morte annunciata. Perfetta la ricostruzione della lussuosa residenza di fronte all'Atlantico.Tra gli ambienti lussuosi e dorati della ricca Newport,assistiamo alla nascita di un amore esclusivo e irripetibile, Un amore senza tempo,appunto. Nel racconto emergono figure di donne che vivono all’interno di un contesto sociale e familiare preciso: ieri e oggi; l'amore senza fine tra una madre e le due figlie; una vita che si schiude e un'altra che inizia.  

Riflettiamo sulle parole 

Del regista Iajos Voltai. «Si parla di persone, della loro storia e dei loro sentimenti, in cui tutti possono riconoscersi, ed è questo che mi interessa e che voglio raccontare… C'è stato un lavoro eccezionale con il cast, ma davvero nessun tipo di difficoltà. La prima che ho incontrato, per il film, è stata Vanessa Redgrave, in un hotel di Londra, non tanto grande, uno di quelli discreti, ed è stato un incontro fantastico. Credo sia la donna più bella che ho visto nella mia vita; quando ci siamo presentati mi ha preso le mani e mi ha fatto sedere accanto a lei. Mi ha detto che le era piaciuto molto il mio primo film e che l'aveva visto la sera prima e non era riuscita più a dormire per tutta la notte. Voleva sapere tutto di come l'avevo fatto e di come avevo lavorato con gli attori.

Nonostante non l'avessi mai vista prima mi ha aiutato molto parlare con lei, una persona di quel calibro era diventata improvvisamente una mia amica di vecchia data, tanto che gli stessi produttori che erano lì con noi all'appuntamento a un certo punto sono andati via perché si sentivano in imbarazzo, come se fossero di troppo tra due persone che si incontrano dopo tanti anni e devono raccontarsi cose loro. Quando le ho chiesto se avrebbe interpretato per me il personaggio del film mi ha detto che era lì per quel motivo e che avrebbe riletto la parte, anche se non la sentiva per niente 'sua', perché voleva farlo per me. Mi ha commosso e abbiamo iniziato a parlare dei dettagli del film, e del dolore del film e del suo ruolo, anche a partire da esperienze personali, ma anche della storia dell'Ungheria, che le interessava per essere una persona sempre molto impegnata politicamente ed informata.

A New York è venuta tantissima gente a fare il provino, anche attrici famose, senza che io lo sapessi. Poi una mattina è arrivata questa ragazza che ha fatto la scena delle due amiche nel letto, la mattina del matrimonio, un momento fondamentale del film, che si ripete quando lei da vecchia è interpretata proprio da Meryl Streep. E’ stata bravissima, e mi ha convinto di aver trovato la persona dalla giusta sensibilità per il ruolo. Ho chiamato la produzione e ho detto ‘c’è questa ragazza che è eccezionale, e assomiglia moltissimo a Meryl Streep’. E loro mi hanno detto ‘per forza, quella è la figlia di Meryl Streep!».

Utilizzo pastorale

Costruito sul filo dei ricordi con una sceneggiatura incentrata prevalentemente sullo scorrere del tempo, il film ci presenta uno spaccato di storia nella quale si incastonano amori immaginari, emozioni nascoste e rivalità laceranti. Siamo al tramonto di una vita: Evening, recita il titolo originale del film. Sentiamo ripetere continuamente un nome: Harris. Chi è? È la domanda che si pongono le figlie di Ann la quale, impersonata da una splendida Vanessa Redgrave adulta, lascia trasparire sul volto invecchiato i turbamenti e le emozioni del suo amore giovanile. La storia si svolge su due livelli temporali: quello passato e quello presente. Rileva i meccanismi affettivi che legano i vari personaggi e, attraverso il flusso dei loro ricordi, lascia affiorare sogni, passioni, rimorsi, tormenti, matrimoni, malattie e morte.

Anche se le donne dominano la narrazione, il film descrive con un tocco originale tutti i personaggi. Parla di tutti e a tutti, rivolgendosi prevalentemente a chi oggi vive in un contesto generazionale caratterizzato dell’insicurezza e dalla paura. La visione trasmette la lacerazione di questa insicurezza, ma anche la ricerca faticosa per individuare le scelte giuste e portare il peso che queste comportano, oggi come ieri. Le figlie cercano di capire qualcosa di più dal racconto della madre, ma a mano a mano che questa procede nella ricostruzione si trovano a mettere in discussione la loro vita e il loro rapporto. Il ricordo di questo grande amore, l’incontro con la sua vecchia amica Leyla, la maternità della figlia più grande, rischiarano gli ultimi giorni di Ann e quelli delle persone che la amano.

Tematiche: Anziani; Donna; Famiglia - genitori figli; Letteratura; Matrimonio- coppia;

Valutazione del CNVF: Accettabile/problematico*

 

Il film nella stampa

«Glenn Close, Meryl Streep, Vanessa Redgrave e Natasha Richardson, quattro delle più grandi attrici dei nostri tempi, si presentano a sorpresa in un film tutto al femminile, sorretto sulle spalle delle protagoniste Claire Danes e Toni Collette – e scusate se è poco. Un cast di sole donne di grande impatto e intensità che dipingono, con i colori caldi del regista-fotografo, una storia commovente e decisamente drammatica » (Diego Altobelli, www.filmup.com) «Evening, questo il titolo della pellicola trasformato in italiano in Un amore senza tempo, è un’opera strutturata come un lungo flashback a intarsio, una serie di streaming di ricordi che si intrecciano, interrotti periodicamente dal ritorno al presente, in una contrapposizione dialettica che serve a parametrare quanto accaduto nel passato» (Moira Chiani, www.cinemavvenire.it) «Un buon vecchio film d'una volta con svendita di sentimenti come da tempo non accadeva. Che attrici! Vanessa Redgrave sta a letto morente per 116 minuti, la Streep va a trovarla per parlare di un antico amore: fanno un duetto in cui recitano di nuca, di mento, con i peli delle orecchie e le otturazioni dentarie. Meravigliose. La Close ribatte con un assolo memorabile di dolore. Il tutto per dire quanto si rimpiange il tempo perduto. Siamo in “the mood for love”, con la Newport degli Anni 30, una villa da Hopper e atmosfera da Scott Fizgerald con il bel Buddy (Hugh Dancy), colmo di nevrosi nascoste. Trionfo del melò in andata e ritorno madre-figlia: Natasha Richardson è davvero rampolla della Redgrave.

Musica swing, tutto inquadrato con passione da Koltai che in questa Hollywood retrò è arrivato via Budapest» (Maurizio Porro, Il Corriere della Sera, 1 maggio 2008) «Con Un amore senza tempo (titolo originale: Evening) l'ungherese Lajos Koltai, prestigioso direttore della fotografia (ha lavorato anche in Italia con Giuseppe Tornatore) e regista alla seconda prova - la prima, Fateless, parlava di un ragazzino durante l'Olocausto ed era ispirato a un romanzo autobiografico del Nobel Imre Kertész - ci dà un film teneramente romantico. Con continui flashback, mette a confronto la vita di due donne, Ann Lord (Vanessa Redgrave) e Lila (Marnie Gummer), e delle figlie della prima, Constance (Natasha Richardson) e Nina (Toni Colette) e si chiede: quanto ci è dato conoscere del "vissuto" di colei che ci ha assistito da bambini e ci ha seguito da ragazzi?

La forza dei sentimenti, suggerisce Koltai, va oltre le vicende contingenti, può colorare una vecchia amicizia e passare dalle madri ai figli. Denso è lo spessore di Un amore senza tempo che pure, per certi versi, è una storia un poco "fuori moda" e pare aggiornare il gusto del romanzo d'appendice. Lo si ripete: non ricorda per nulla i tipici modi narrativi utilizzati dagli holIywoodiani quando raccontano del passato e riprende quélli di alcuni esponenti, i già ricordati Szabò e Makk, di una importante stagione del cinema magiaro.

Come loro Koltai rende vivo, come un cuore che pulsa, un ricordo di Ann che dal regista viene paragonato al volo di una farfalla notturna o di una lucciola» (Francesco Bolzoni, Avvenire, 26 aprile 2008).

Teresa Braccio
Centro Comunicazione e Cultura Paoline
Via del Castro Pretorio, 16 - 00185 Roma

 

 

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