n. 4
aprile 2011

 

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Utilizzare Internet per informarsi

Leggere e scrivere il giornale online

Caterina Cangià

 

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Si contano a migliaia i quotidiani in formato digitale presenti su Internet. Ogni giorno sono scrupolosamente aggiornati e offrono ai loro lettori/naviganti informazione e formazione a seconda della tipologia alla quale appartengono. Un quotidiano digitale potrebbe essere la versione su web del parallelo cartaceo oppure potrebbe essere nato solo per il web e lo si può consultare solo online con la possibilità di stampare una schermata o una singola notizia che interessa. Il fatto di poter “andare sul web” ha fatto spazio anche alle piccole testate giornalistiche che riescono così a competere con le grandi testate (il cosiddetto broadcast journalism) per farsi conoscere e apprezzare da un grande numero di lettori/naviganti. Ricordiamolo anche a nostro uso.

Incuriosire il lettore

I giornali online sono molto simili ai giornali cartacei perché ambedue le tipologie presentano livelli. Ci spieghiamo: per un singolo articolo, a cominciare dall’alto, possiamo trovare un occhiello che anticipa l’argomento; il titolo vero e proprio di dimensione varia ed esteso su una o più colonne; un sommarietto che presenta, in forma più ampia di quanto faccia l’occhiello, i contenuti fondamentali dell’articolo; ci può essere anche un catenaccio tra il sommarietto e l’articolo vero e proprio, che serve ad attirare l’attenzione su particolari contenuti dell’articolo.

Perché, sia nel giornale cartaceo sia in quello digitale, i titoli sono così stratificati? In primo luogo, per consentire a chi ha poco tempo di rendersi conto delle notizie importanti e di quelle meno e di farsi un’idea rapida dei contenuti; poi per caricare l’informazione di allusioni orientando in un certo modo l’interpretazione della notizia; infine per incuriosire il lettore, quando si fa credere sicura una notizia che nel corso dell’articolo viene poi smentita. Un esempio chiaro è il titolo apparso su un’intervista fatta a monsignor Fiorenzo Facchini, illustre paleoantropologo, seguace della teoria evolutiva e in perfetta armonia con il pensiero della Chiesa, da Il Sole 24 ore del 1° giugno 2008: «Il sacerdote darwinista». Ebbene, il titolo scuote, incuriosisce, fa reagire, mentre il contenuto è della più schietta ortodossia.

La grande, straordinaria differenza fra un quotidiano cartaceo e uno digitale sta tutta nell’interattività, ovvero nella possibilità di avere a disposizione, dopo un semplice clic del mouse, centinaia di fotografie, video e audio che corredano le singole notizie, che fanno spaziare sui luoghi dove sono accaduti i fatti e che presentano commenti e interviste. Non solo. L’altra grande differenza sta nel coinvolgimento diretto del lettore che può partecipare a dibattiti, inserirsi in un Forum, arricchire una particolare sezione del quotidiano con fotografie e video che egli stesso ha scattato e girato e crearsi un link al proprio blog o trasmettere immediatamente una notizia interessante al suo social network di amici.

Un’altra differenza ci sarebbe anche sul piano del testo: la scrittura per il web è sostanzialmente diversa dalla scrittura per il cartaceo. I testi per il web sono brevi, il periodo fa largo uso della punteggiatura, ha pochi aggettivi e avverbi e si presenta, molte volte, sotto forma di liste per consentire al lettore/navigante di scegliere cosa leggere. Quest’ultimo punto fa cogliere al volo l’essenziale di un articolo quando si ha poco tempo per leggerlo. A questo riguardo, le scuole di giornalismo abituano i loro studenti a scrivere la stessa notizia sia per la carta sia per il web perché si tratta di due supporti di comunicazione con caratteristiche diverse e con modalità di fruizione diverse. Ciò che è unico e tipico del giornalismo online è la possibilità di andare “lontano” e “altrove”, per la presenza di numerosi link di solito presenti sulla testata. E di link in link, ci si può trovare dove non si voleva arrivare, non solo, ma ci si può accorgere con tristezza di aver bruciato tempo prezioso che si sarebbe potuto spendere nell’azione pastorale o in una costruttiva formazione continua.

Criteri per la scelta delle testate

Le testate online sono davvero molte. Per vedere quante sono basta visitare il link http://www.onlinenewspapers.com/italy.htm. Vi si trovano tutte le testate italiane regolarmente registrate presenti sul web. Non manca nessuna all’appello.

Invece al link http://www.onlinenewspapers.com/  si trovano le testate di tutto il mondo, in tante lingue, suddivise per continenti, a loro volta suddivise per zone che portano alle singole nazioni. Quello citato è un sito ben organizzato e molto utile per operare confronti fra le testate e le singole notizie. http://www.newspapers.com/search.php?country=Italy  è un altro bel link che ci porta direttamente alle testate digitali italiane.

È opportuno, quando si vuol leggere una notizia senza commenti o colori partitici, andare al sito delle Agenzie stampa. Il sito italiano risponde all’indirizzo http://www.ansa.it, ma non brilla per obiettività. Neanche il sito italiano dell’agenzia Reuters (http://it.reuters.com/) è scevro da tendenze di colore. Le maggiori agenzie internazionali sono la citata Reuters (http://www.reuters.com/), la Associated Press (http://www.ap.org/) e France Presse (http://www.afp.com//afpcom/fr), per citare le maggiori, mentre il sito http://www.mediatime.net/agencies.html offre link attivi che portano a numerose agenzie giornalistiche e fotografiche.

Quali criteri adottare nella scelta delle testate? Quali orientamenti potrebbero guidare la lettura comunitaria e personale? Un criterio-guida potrebbe essere quello di decidersi per una stampa online di qualità che si dichiara per la persona e si comporta secondo quanto dichiarato, con il confronto di almeno una voce alternativa per capire e pesare come la notizia viene vista da ottiche diverse da quella abbracciata.

Un secondo criterio-guida ci chiede di scegliere una testata che si interroga sui grandi eventi del mondo; un terzo che la testata vada oltre la notizia e sia capace di confronto, di dialogo, di dialettica rispettosa. Una comunità che discute di queste tematiche non dimentica che Internet struttura, anche in noi, un nuovo modo di pensare per la presenza di un numero sconfinato di informazioni che non si presentano in formato lineare, ma a rete, che sono interattive, fluttuanti, avvolgenti. Il modo “autonomo” che abbiamo di fruire della rete ci può portare a rinforzare il senso di responsabilità affinandoci nella formazione o a de-formarci perdendo la forma “buona” del Vangelo che deve trasparire dai nostri pensieri, giudizi e vissuto.

Leggere e interpretare il quotidiano online

Ci rendiamo conto se ciò che leggiamo sono davvero notizie? Per esserlo, devono possedere alcuni requisiti indispensabili: l’interesse provocato in chi legge; l’eccezionalità del fatto; l’emozione che può suscitare; la sua utilità; le sue conseguenze; l’importanza oggettiva del fatto; la notorietà del protagonista. Le testate online, come quelle cartacee, “scelgono” le notizie e le “raccontano”. Selezione e narrazione sono inevitabilmente coerenti con la visione ideologica del quotidiano. Ecco perché la comunità o il singolo consacrato che s’informa quotidianamente da una sola fonte rischia di guardare la realtà solo dal punto di vista della testata frequentata. È opportuno confrontarsi con più testate e su Internet – ahimè – è sotto gli occhi di tutti la superficialità di alcune testate, il vuoto e i pregiudizi che trasmettono e l’invito al sincretismo che propongono.

Per giudicare con sapiente senso critico dovremmo procedere secondo una griglia che considera, come primo momento, l’analisi della cosiddetta “notiziabilità”, in altre parole, chiedersi: per quale motivo viene riportata questa notizia? Su quali aspetti dell’avvenimento si concentra il racconto? Va poi preso in considerazione il livello sintattico e lessicale nonché la tecnica con la quale la notizia è stata elaborata che risponde alle domande: come viene sviluppato il racconto? Quanto influisce l’inizio dell’articolo (in gergo si chiama “attacco”) sul suo sviluppo successivo? Quanti e quali punti di vista emergono nel riferire la notizia? A che scopo viene riferita la notizia? Il terzo momento ci fa chiedere cosa giustifica la collocazione della notizia o dell’articolo all’interno del quotidiano online, mentre il quarto livello riguarda il genere. Il “pezzo” infatti può essere un commento, un’inchiesta, un’intervista o un reportage.

Più importante ancora è l’analisi del contenuto, fatta con l’intento di scomporre il messaggio comunicativo per far emergere i significati nascosti o simbolici che vengono veicolati. Tre sono le fasi di un processo di analisi del contenuto: acquisizione del materiale, ovvero “lettura” di tutte le informazioni disponibili; organizzazione, elaborazione e sintesi delle informazioni; restituzione, cioè comunicazione dei risultati in una nuova forma. Solo nell’impegno di rielaborare il contenuto o restituzione, emerge quanto non è immediatamente palese. Quest’operazione si chiama, in inglese, content analysis e ha come obiettivo la scoperta del contesto di riferimento dell’autore dell’articolo o dei suoi fondi mentali. Quante scoperte si farebbero! Cimentiamoci.

Uscire dalla massa

I media in generale, e Internet in particolare, convivono con le nostre scelte di vita che, in un’epoca caratterizzata dall’efficienza, dal rendimento, dall’egocentrismo hanno bisogno di essere testimoniate anche sul web. Come? Strutturando il sito web ufficiale della nostra famiglia religiosa con una sezione giornalistica che brilli per qualità, contenuto e ottica evangelica. Ci vuole grinta, voglia d’annuncio e competenza professionale. Le prime due caratteristiche sono declinate direttamente nel carisma di appartenenza, mentre della terza ci possiamo appropriare con le letture dei testi giusti, con la pratica e con la curiosità di visitare bei siti per imparare e poi arricchirle con materiali multimediali e link. Il cardinale Carlo Maria Martini ne Il lembo del mantello ci ricorda che anche «mediante gli strumenti della massificazione dei messaggi è possibile una vera comunicazione umanizzante e addirittura salvifica. È necessario favorire il processo di “uscita dalla massa”, perché le persone, dallo stato di fruitori anonimi dei messaggi e delle immagini massificate, entrino in un rapporto personale come recettori dialoganti, vigilanti e attivi». I mediatori, perché questo avvenga, potremmo essere noi. Perché no?

                                                                          

Caterina Cangià fma
Università LUMSA
Via Mauro Morrone, 25 - 00139 Roma

 

Per saperne di più

C. BALDI-R. ZARRIELLO, Penne digitali 2.0. Fare informazione online nell’era del blog

e del giornalismo diffuso, Centro Documentazione Giornalistica, Roma 2008.

L. LORENZETTI, Fare un giornale online, Audino, Roma 2005.

M. PRATELLESI, New Journalism. Teorie e tecniche del giornalismo multimediale,

Bruno Mondadori, Milano 2008.

 

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