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«Importante
per la Chiesa tutta, ma in particolare per la vita consacrata è, all'interno del
rapporto Parola-liturgia- la preghiera dell’Ufficio Divino. La Liturgia delle
Ore va assunta come luogo privilegiato di formazione alla preghiera, soprattutto
grazie ai Salmi, nei quali si manifesta al meglio il carattere divino-umano
della Scrittura. I Salmi insegnano a pregare conducendo chi li canta o recita ad
ascoltare, interiorizzare e interpretare la Parola di Dio».
Queste parole che si leggono nel documento: «La parola di Dio nella vita e nella
missione della Chiesa» (n. 34) - redatto dall’XI Consiglio Ordinario del Sinodo
dei Vescovi e firmato dal Segretario Generale Nikola Eterovic nella solennità di
Pentecoste l’11 maggio 2008 – ci esortano a meglio conoscere l’importanza orante
del Salterio, il libro per eccellenza anche della preghiera cristiana, essendo
il libro della Scrittura più letto e cantato nella liturgia accanto ai Vangeli.
Orientando la santificazione del giorno e della notte, la recita dei Salmi segna
il ritmo della vita e dell’attività umana, volgendolo alla lode di Dio dall’alba
al tramonto. Al riguardo è interessante ripercorrere i vari Salmi considerando i
molteplici sentimenti che manifestano: gioia, riconoscenza, rendimento di
grazie, amore, tenerezza, entusiasmo, ma anche intensa sofferenza,
recriminazione, richiesta di aiuto e di giustizia, che sfociano talvolta in
rabbia e imprecazione. Di volta in volta vibrano nei Salmi tutte le corde del
cuore umano, dalla esaltazione di chi grida:«Finché vivo canterò inni al mio
Dio» (Sal 146,2), all’angoscia di chi esclama: «Il nostro corpo è steso a terra»
(Sal 44,26) ed invoca aiuto.
Nella creazione, contemplata con sguardo
ammirato, il salmista vede riflesso l’agire di Dio: «Quanto sono grandi le tue
opere! Tutto hai fatto con saggezza» (Sal 104,34).Se ritorna instancabilmente
sugli eventi della storia biblica, è per coglierli quali «meraviglie» di
salvezza compiute dal Dio fedele, e riscoprire nel suo amore la chiave ultima
d’interpretazione: «Eterno è il suo amore» per noi (cf Sal 136). Ma non solo la
natura e la grande storia si fanno preghiera. Anche la piccola storia di
ciascuno, con le umili cose che intessono le nostre giornate: dalla gioia
dell’intimità familiare,alla ferita del cuore per il tradimento dell’amico, al
clima di festa che contagia tutti, quando insieme si raccolgono i frutti della
terra. Tramite il Salterio la preghiera non è un fatto isolato, staccato dalla
vita. La preghiera diventa vita e la vita una preghiera. Accanto al Cantico dei
Cantici – scrive sant’Agostino - il libro dei Salmi è una delle due porte che
conducono all’incontro con Dio: a lui si accede per la porta dell’amore e per
quella della preghiera. Ognuno di noi dispone di un cuore per amare,di mani da
elevare al cielo,di labbra per pregare. Per aprirci all’ascolto,
all’interiorizzazione e all’interpretazione dei Salmi, è necessario compiere lo
sforzo di penetrarli in una intensa e costante assiduità, che diventa comunione
con Dio e con Cristo, di cui parla ogni pagina del Salterio. La
lectio divina sui Salmi, secondo l’antica
consuetudine dei Padri della Chiesa e dei monaci, insegna come si debba lodare
Dio, e con quali parole rendergli omaggio.
Vale la pena riascoltare al riguardo due
suggestive pagine. Sant’Ambrogio nel
Commento ai Salmi scrive: «Che cosa di più
dolce di un salmo? Per questo lo stesso Davide dice splendidamente:“Lodate il
Signore:è bello cantare al nostro Dio, dolce è lodarlo come a lui conviene” (Sal
146,1). Davvero! Il salmo infatti è benedizione per i fedeli, lode a Dio, inno
al popolo, parola universale,voce della Chiesa,professione e canto di
fede,espressione di autentica
devozione, gioia di libertà, grido di giubilo, suono di letizia. Mitiga l’ira,
libera dalle sollecitudini, solleva dalla mestizia. È protezione nella notte,
istruzione nel giorno, scudo nel timore, festa nella santità, immagine di
tranquillità, pegno di pace e di concordia che, a modo di cetra, da voci
molteplici e differenti ricava un’unica melodia. Il salmo canta il sorgere del
giorno, il salmo ne fa risuonare il tramonto». E sant’Agostino nelle
confessioni esclama: «Quanto ho pianto al
sentire gli inni e i canti in tuo onore, vivamente commosso dalle voci della tua
Chiesa, che cantava dolcemente. Quelle voci vibravano nelle mie orecchie e la
verità calava nel mio cuore e tutto si trasformava in sentimento di amore e mi
procurava tanta gioia da farmi sciogliere in lacrime».
Nella
Liturgia delle Ore i 150 Salmi
sono distribuiti secondo un ciclo di quattro settimane. Al riguardo della
preghiera con i Salmi, Principi e norme per la Liturgia delle Ore
ricorda: «Le Lodi, come preghiera del mattino, e i Vespri, come preghiera della
sera,che secondo la venerabile tradizione di tutta la Chiesa sono il duplice
cardine dell’Ufficio quotidiano,devono essere ritenute le Ore principali e come
tali celebrate» (n. 37). E ancora: «Le Lodi mattutine sono destinate e ordinate
a santificare il tempo mattutino
[…].
Tale caratteristica è espressa assai bene dalle parole di san Basilio Magno: “Il
Mattutino è fatto per consacrare a Dio i primi moti della nostra mente e del
nostro spirito in modo da non intraprendere nulla prima di esserci rinfrancati
col pensiero di Dio, come sta scritto: ‘Mi sono ricordato di Dio e ne ho avuto
letizia’ (Sal 76,4); né il corpo si applichi al lavoro prima di aver fatto ciò
che e stato detto: “Ti prego, Signore. Al mattino ascolta la mia voce; fin dal
mattino t'invoco e sto in attesa”(Sal 5,4-5).Quest'ora inoltre, che si celebra
allo spuntar della nuova luce del giorno, ricorda la risurrezione del Signore
Gesù,“luce vera che illumina ogni uomo” (Gv 1,9) e “sole di giustizia”(Mt
4,2)“che sorge dall'alto”(Lc 1,78). Perciò ben si comprende la raccomandazione
di san Cipriano: “Bisogna pregare al mattino, per celebrare con la preghiera
mattutina la risurrezione del Signore”» (n. 38).
Il
mattino, dunque, segna con l’aurora il sorgere della luce e pone fine al
silenzio della notte, durante la quale l’oscurità e le tenebre, associate al
sonno, hanno posto l’uomo di fronte alla sua fragilità, facendolo trepidare
per un destino di morte e di
silenzio che lo attende. La tradizione romana antica prevedeva una serie di otto
salmi mattutini: il salmo 62, che si ripeteva ogni giorno: «O Dio, tu sei il mio
Dio, all’aurora ti cerco, di te ha sete
l’anima mia» (v. 2), e altri sette: 5, 42, 64, 66, 89, 91 e 142, da distribuire
durante la settimana. All’alba, mentre il sole sta sorgendo, l’orante inizia la
sua giornata alla ricerca della luce di Dio. Un bisogno quasi «fisico», dove la
preghiera si fa desiderio, sete, fame, perché coinvolge anima e corpo. Tipico il
salmo 5: «Al mattino ascolta la mia voce; fin dal mattino t’invoco e sto in
attesa». La tonalità di fondo di questa supplica è segnata dalla tensione e
dall’ansia per i pericoli e le amarezze che stanno per sopraggiungere. Ma la
fiducia in Dio non viene meno. Di fronte alle preoccupazioni per una giornata
faticosa emerge la certezza che il Signore è un Dio coerente, rigoroso nei
confronti dell’ingiustizia, alieno da ogni compromesso col male.
Per
la preghiera vespertina Principi e
norme per la Liturgia delle Ore ricorda: «I Vespri si celebrano quando si fa
sera e il giorno ormai declina,“per rendere grazie di ciò che nel medesimo
giorno ci è stato donato o con rettitudine abbiamo compiuto”. Con l’orazione che
innalziamo,“come incenso davanti al Signore”, e nella quale “l’elevarsi delle
nostre mani” diventa “sacrificio della sera” (Sal 140,2) ricordiamo anche la
nostra redenzione. Le Costituzioni Apostoliche prevedevano per la sera la
scelta di un salmo«della lampada», legata all’uso tradizionale dell’accensione
delle lucerne simbolo di Cristo, luce del mondo. Progressivamente si sono
costituiti i salmi «lucernali-vespertini»:140-141,105-112,a cui si sono aggiunti
il 129 per l’allusione alla notte: «L’anima mia attende il Signore più che le
sentinelle l’aurora» (v.6),e il 118 per l’immagine della lampada:«Lampada per i
miei passi è la tua Parola,
luce sul mio cammino» (v. 105). Ma il salmo vespertino per antonomasia è il
140,al quale san Giovanni Crisostomo assegna un valore penitenziale e che ben
presto ispira l’introduzione dell’offerta dell’incenso come ritualizzazione del
v. 2: «Come incenso salga a te la mia preghiera, le mie mani alzate come
sacrificio della sera».
Se
ancora molti nel nostro tempo hanno difficoltà a pregare con i Salmi e
preferiscono esprimersi spontaneamente in un linguaggio a loro consueto, è
certamente perché manca la formazione alla preghiera liturgica, manca l’aiuto
alla comprensione della Sacra Scrittura e in particolare del Salterio, che
costituisce la parte essenziale della Liturgia delle Ore-Si tratta di
entrare nel clima del mondo biblico, per formarsi una mentalità secondo la
parola di Dio, secondo il cuore di Dio.
Amiche lettrici e cari lettori, il numero di
Consacrazione e Servizio che
avete tra mano inaugura una nuova rubrica: «Speciale Anno Paolino», con
riferimento all’anno particolare indetto da Papa Benedetto XVI (28 giugno
2008-29 giugno 2009) e accolto dalla Chiesa come evento di grazia, assieme
all’imminente Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio nella vita e nella missione
della Chiesa. I contributi posti in apertura della rivista, intendono così
offrire un percorso biblico che favorisca, durante quest’anno, l’entrare in
dialogo con san Paolo e le sue Lettere. Inizia l’approfondimento sull’Apostolo
delle genti la biblista Elena Bosetti, della famiglia paolina.
Continuano le apprezzate rubriche:
«Vicino a te è la Parola» e «Sapienza
dei Padri». Non poteva mancare in«Orizzonti» un’adeguata riflessione
sul recente documento: «Il servizio dell’autorità e l’obbedienza» (Pier Giordano
Cabra) e una rilettura dell’enciclica Fides et ratio di Giovanni Paolo II
a dieci anni dalla sua promulgazione (mons. Francesco Lambiasi). Il
«Dossier» raccoglie un ventaglio di articoli volti a ravvivare la preghiera
personale e comunitaria, vista soprattutto in prospettiva liturgica. Ci aiutano
in questo approfondimento noti studiosi e maestri di spiritualità (mons. Angelo
Amato, Paola Bignardi) e di liturgia (Manlio Sodi, Corrado Maggioni, Gianfranco
Venturi). Le molteplici luci sapienziali offerte ci illuminano e ci orientano
nel cammino di conversione e di fedeltà a Cristo,l’unico Maestro da ascoltare,
imitare, seguire.
Maria Marcellina Pedico
Serve di Maria Riparatrici
Via Monte Velino, 30 - 00141 ROMA
m.pedico@smr.it
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