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Il
messaggio della Commissione episcopale per il clero e la vita consacrata,
pubblicato 13 gennaio 2013 in occasione della 17a Giornata mondiale
della vita consacrata, ha per titolo: «Testimoni e annunciatori della fede». In
apertura presenta una novità: si rivolge oltre ai religiosi e alle religiose,
anche a tutti i cristiani, e si specifica il motivo: «Promuovere sempre più la
comprensione, l’apprezzamento e la riconoscenza a Dio per la vita consacrata».
Al posto del nostro consueto
Editoriale,
lasciamo spazio a questo messaggio, ricco di afflato spirituale, dove è
richiamato lo stile di vita proprio dei consacrati. Abbiamo introdotto alcuni
sottotitoli nel testo.
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Gioia di essere discepoli e testimoni
La celebrazione della Presentazione di Gesù al tempio ci orienta a Cristo, vera
luce di tutte le genti, principio e fondamento della fede e della vita
cristiana. Tale orientamento è sostenuto anche dall’Anno della fede che, come ci
dice Benedetto XVI, «è un invito ad un’autentica e rinnovata conversione al
Signore, unico Salvatore del mondo» (Porta
fidei
6). In Cristo, ci riscopriamo amati da Dio, già consacrati a Lui mediante il
battesimo, chiamati all’offerta di noi stessi nell’amore, sostenuti dalla grazia
dello Spirito. In Lui ritroviamo ogni giorno il senso della nostra vocazione e
la gioia di essere discepoli e testimoni. Ora, se la celebrazione della
Presentazione di Gesù parla a tutti, essa parla in modo del tutto particolare a
coloro che sono chiamati a una speciale consacrazione […]. A voi, carissime
consacrate e consacrati si rivolge particolarmente questo nostro
Messaggio,
nella 17a Giornata mondiale della vita consacrata; ma esso vuole raggiungere
anche tutti i cristiani, nel desiderio di promuovere sempre più, in tutti, la
comprensione, l’apprezzamento e la riconoscenza a Dio per la vita consacrata.
Segno di un mondo futuro
La Chiesa sente forte, in questo tempo, l’impegno di «una nuova evangelizzazione
per riscoprire la gioia nel credere e ritrovare l’entusiasmo nel comunicare la
fede» (Porta
fidei
7); impegno che il recente Sinodo dei Vescovi su
La nuova evangelizzazione per la trasmissione della
fede cristiana
ha richiamato con forza, esortandoci alla responsabilità di testimoniare e
annunciare la fede, con coraggio, serenità e fiducia, a tutti e in particolare
alle nuove generazioni […]. In questo contesto ecclesiale e culturale e in
questo tempo peculiare si inserisce la testimonianza dei consacrati. Il
Messaggio
finale del Sinodo interpreta tale testimonianza in rapporto al senso profondo
della vita, ponendola in relazione, con felice intuizione, con la testimonianza
della famiglia, come a dire: mentre la famiglia è custode della sacralità della
vita nella sua origine, la vita consacrata, in quanto chiamata alla
conformazione a Cristo, è custode del senso ultimo, pieno e radicale della vita.
La testimonianza dei consacrati, come il Sinodo riconosce, ha un intrinseco
significato escatologico. Voi consacrati siete testimoni dell’«orizzonte
ultraterreno del senso dell’esistenza umana», e la vostra vita, in quanto
«totalmente consacrata a lui [al Signore], nell’esercizio di povertà, castità e
obbedienza, è il segno di un mondo futuro che relativizza ogni bene di questo
mondo» (Messaggio
al popolo di Dio
7).
Appello alla conversione
La vostra missione apostolica dà un apporto importante e insostituibile alla
nuova evangelizzazione, in conformità ai vostri specifici carismi. Voi operate
in vari modi perché gli uomini e le donne del nostro tempo aprano la porta del
loro cuore al dono della fede. Molti di voi siete impegnati nella catechesi e
nella formazione cristiana; […] molti siete impegnati principalmente nel
servizio della carità nei confronti di chi è solo, escluso, povero, malato;
molti lavorate sul piano sociale e della cultura, con iniziative che promuovono
la giustizia, la pace, l’integrazione degli immigrati, il senso della
solidarietà e della ricerca di Dio. Sapete mostrare, col vostro impegno, come la
fede abbia un significato culturale ed educativo, di promozione e di garanzia di
vera umanità. Il mondo ha bisogno della vostra testimonianza fedele e gioiosa.
La richiedono tante situazioni di smarrimento, che pure sono attraversate anche
dal desiderio di cose autentiche e vere e, ancor più, da una domanda su Dio, per
quanto possa sembrare tacitata o rimossa.
Per il vostro stesso essere, per la generosità e radicalità della vostra
consacrazione, voi parlate all’uomo di oggi. Vivendo con fedeltà la vostra
vocazione tenete vivo, nella Chiesa, il senso della fedeltà al Vangelo. Con la
vostra vita ci ricordate anche che la nuova evangelizzazione comincia da noi
stessi e che c’è un intimo legame […] tra rinnovamento interiore e ardore
apostolico, tra essere e agire (Vita
consecrata
81). Quest’idea è stata ripresa dai Padri Sinodali quando affermano: «Guai a
pensare che la nuova evangelizzazione non ci riguardi in prima persona […].
L’invito ad evangelizzare si traduce in un appello alla conversione» (Messaggio
al popolo di Dio
5).
Con la Chiesa presenza profetica di vera umanità
Vi incoraggiamo dunque a proseguire il vostro cammino con gioia […], in sintonia
con quanto la Chiesa intera sta vivendo. […], nella fedeltà al carisma che il
Signore vi ha donato. […]. Vivete le situazioni nelle quali operate, facendovi
segno dell’agire di Dio e siate sempre presenza profetica di vera umanità anche
quando ciò esige di andare controcorrente. […] Siate testimoni e annunciatori
della fede con la qualità della vostra vita spirituale, della vostra vita
comunitaria e del vostro servizio al prossimo.
Vita spirituale
La vita spirituale è docilità allo Spirito di Cristo e si nutre della Parola di
Dio, che deve essere, specialmente per voi consacrati, cibo quotidiano, da
accogliere, gustare, assimilare, così da conformarvi al pensiero e al sentire di
Cristo (cf 1Cor 2,16; Fil 2,5). Per questo vanno curati i tempi dell’incontro
personale con Cristo, della preghiera, dell’adorazione eucaristica. L’Eucaristia
dovrà essere al centro della vostra vita personale e della vostra comunità.
Anche i consigli evangelici, che voi professate, esprimeranno la vostra
comunione con Cristo e saranno segno, allo stesso tempo, di vera umanità:
professando la castità, testimoniate il vero amore che è dedizione e gratuità;
vivendo nella povertà e nella comunione dei beni, aiutate tutti a vivere con
sobrietà senza perdere di vista l’essenziale; praticando l’obbedienza, siete
profeti della verità della libertà, che è disponibilità all’accoglienza della
vocazione di Dio. I consigli evangelici testimoniano così che la vita trova
senso nell’affidamento a Dio e che la fede apre l’umano ad orizzonti di senso e
di verità.
Vita comunitaria
La vostra testimonianza di vita comunitaria è un segno importante e da coltivare
con coraggio, umiltà e pazienza. La comunione – lo sappiamo – si nutre del
rapporto con Dio, è riflesso della comunione delle Persone divine, si costruisce
nell’Eucaristia, è condizione, secondo la parola di Gesù, «perché il mondo
creda» (Gv 17,21). Essa è dono di Dio ed esige allo stesso tempo una pratica
quotidiana. Può essere facile, oggi, scoraggiarsi di fronte alle difficoltà
relazionali che sembrano così insormontabili da fuggirle, rifugiandosi in
attivismi esasperati che, al di là delle apparenze, trasmettono chiusure e
unilateralità. In realtà, i segni di comunione sono ciò che più esige il nostro
tempo e diventano via privilegiata per mostrare la novità del Vangelo ed essere
segno di una Chiesa esperta in umanità. I contesti che viviamo sono segnati
spesso da problemi relazionali, solitudini, divisioni, lacerazioni, sul piano
familiare e sociale; essi attendono presenze amorevoli, segni di fiducia nei
rapporti umani, inviti concreti alla speranza che la comunione è possibile.
Carità apostolica
La vostra carità apostolica sia animata da vero spirito di servizio, dal
desiderio di suscitare la fede. Il vostro apostolato ha una sua specificità
nella missione della Chiesa: sa partire dalla persona, dal malato, dal povero,
dal più debole, tante volte dal più lontano dall’esperienza ecclesiale. Siete
chiamati a essere segno dell’amore e della grazia di Dio sin dal primo contatto
con le persone che incontrate. Siete chiamati a integrare la preoccupazione
evangelizzatrice e la preoccupazione educativa. Il servizio all’uomo ha sostegno
e garanzia nella fedeltà a Dio e nel tener sempre vivo lo sguardo e il cuore sul
Regno di Dio.
Lo Spirito di Dio sostenga la vostra testimonianza di fede e il vostro annuncio,
rendendovi sempre più credibili e gioiosi. Susciti nel cuore di tanti giovani il
desiderio di seguire Cristo con generosità e radicalità, intraprendendo il
cammino di speciale consacrazione. Egli renda tutti noi veri credenti, sempre
più sensibili e responsabili nella testimonianza e nell’annuncio. Lo Spirito ci
sostenga nella comunione ecclesiale, ci faccia crescere in unità. Maria e
Giuseppe, che presentarono al tempio Gesù, nella disponibilità piena ai disegni
di Dio, presentino al Signore anche noi, perché cresca nella nostra vita la fede
e la capacità di trasmetterla.
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Amiche lettrici
e cari lettori,
il fascicolo di
Consacrazione e Servizio
che avete tra
le mani, il secondo del 2013, si apre con la nuova rubrica: «Lampada ai miei
passi…». L’espressione, tratta dal salmo 119,115 e posta all’inizio di ogni
fascicolo, vuole sottolineare che alla luce della Parola di Dio va letto quello
che segue. Il numero si presenta quanto mai ricco sotto il profilo qualitativo.
Qui vogliamo attirare l’attenzione sul
Dossier
che mette a
fuoco il tema: «La porta della fede è sempre aperta», in sintonia con la Chiesa
che vive l’Anno della fede indetto da Benedetto XVI. In esso sono raccolti sei
studi, tre dei quali presentati il 10 marzo 2013 nell’ambito del
Pomeriggio a
più voci,
un incontro promosso e organizzato dal Centro Studi-Consacrazione
e Servizio,
presso la sede nazionale dell’USMI. Riprendere questi testi per una lettura
personale o comunitaria ci sembra un modo felice per la formazione continua,
tanto oggi richiesta. Tra le altre rubriche, che continuano ad offrire
interessanti tematiche, non sfugga quella dedicata a «Il libro del mese»:
La bellezza della fede
dello
scrittore-iconografo Antonio Bongiorno e recensito da Neria De Giovanni,
Presidente dell’Associazione Internazionale dei Critici Letterari.
Ad ogni
lettrice e lettore l’augurio di un fecondo cammino nella fede con la rivista
Consacrazione e
Servizio.
Maria Marcellina Pedico
Serve di Maria Riparatrici
Via Monte Velino, 30 - 00141 ROMA
m.pedico@smr.it
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