n. 7/8
luglio/agosto 2002

 

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Presentazione
di Biancarosa Magliano
 

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Preparata da uno Strumento di lavoro denso di sapienza, frutto della ricerca, della meditazione condivisa e del dialogo all’interno del Consiglio di Presidenza nazionale, l’Assemblea USMI è stata una opportunità ‘nuova’ di ascolto e di partecipazione.

Le relazioni hanno ricevuto l’assenso e il consenso delle partecipanti, che ne hanno sollecitato una rapida pubblicazione.

Esse meritano, infatti, una ulteriore riflessione e un ulteriore approfondimento, onde poterne calare la pregnanza contenutistica nel vissuto delle diverse Congregazioni.

Il tema entrava con tutto rigore nella logica della programmazione quinquennale di questo Consiglio di Presidenza su “qualità e futuro della vita religiosa”. Nel caso specifico: qualificare la linea formativa come recupero di una solida spiritualità teologale, trasmissione di vita da Maestro a discepolo, apertura alle nuove sintesi culturali del terzo millennio.

E questo perché “qualificare la formazione significa rispondere a un’esigenza prioritaria, inscritta nell’essenza stessa della vita consacrata, chiamata a tendere con tutte le sue forze alla perfezione della carità”.

I relatori sono stati tutti nomi noti e apprezzati: M. Giuseppina Alberghina, superiora generale delle Suore di Gesù Buon Pastore, e vice-presidente USMI nazionale, ha puntato il suo discorso sulla formazione: come essa debba fare il passaggio da una conoscenza astratta e teorica della Sapienza a una conoscenza vitale, organica. La Sapienza, infatti, dischiude i significati della vita, custodisce nel perenne ricordo dell’amore, orienta le relazioni nella comunità, dischiude le vie della missione. Sua Ecc. Mons. Luciano Monari, vescovo di Piacenza-Bobbio, ha parlato del discepolato così come viene espresso nel Nuovo Testamento; ha analizzato il rapporto di Gesù con i discepoli, ha descritto l’esperienza del discepolo che consiste nel sentirsi conosciuto e amato da Gesù. Si è soffermato poi a chiarire quale sia la funzione dei discepoli nella storia e quale sia la condizione essenziale del discepolato, ossia della partecipazione alle sofferenze del Maestro. Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose, ha indicato le pietre miliari per una formazione che non deve assolutamente aver paura di mostrarsi chiara ed esigente: la formazione infatti è un cammino di maturazione e di crescita; e maturazione e crescita senza rinuncia sono semplicemente impossibili.

I relatori della “tavola rotonda”, - la prof.ssa Maria Grazia Bianco, Preside della LUMSA, sr. Pina del Core, fma, psicologa e psicoterapeuta, il dottor Paolo Giuntella, giornalista RAI - i cui interventi sono pubblicati interamente e nella stesura da loro consegnata - in un intreccio di esperienze diverse, hanno dato prova della loro competenza. “Programmare la formazione, ha affermato Maria Grazia, vuol dire pensare all’arte del discepolato”.  Sr. Pina ha spinto verso “nuovi modelli formativi” perché gli “interlocutori del progetto formativo, i giovani d’oggi, sono profondamente diversi da quelli cui siamo abituati a pensare” e pertanto spinge verso impostazioni nuove. Paolo Giuntella, con un discorso sobrio, ma denso, ha parlato della necessità di “scendere in strada” e si è fermato sull’essenziale che è scritto a mano sugli originali consegnati: “Solo chi è pieno di Spirito Santo ha la parola nuova da pronunciare”.

In questi Atti vengono anche pubblicati interventi vari tra cui le comunicazioni delle Consigliere responsabili delle tre Aree in cui sono accorpati i vari uffici dell’USMI nazionale. E abbiamo cercato di dare importanza, come richiesto dall’Assemblea, ai lavori di gruppo e alla sintesi finale approvata dall’Assemblea stessa. 

 L’USMI nel suo ruolo specifico e primario di animazione e formazione della vita religiosa apostolica femminile offre oggi il tutto a quanto vorranno leggere.

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