n. 3
marzo 2003

 

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New Age e la sfida alla vita consacrata
A proposito di un recente documento vaticano
1
di Angelo Amato SDB

 

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1. La nuova era dell’Aquario

 Il documento che presentiamo non ha lo stile solito dei documenti dei dicasteri pontifici. Si tratta piuttosto di uno studio o meglio di un insieme di considerazioni sul fenomeno New Age, corrente culturale che attraversa in senso orizzontale tutti gli strati della mentalità contemporanea, soprattutto occidentale ed europea. I cristiani in genere, ma soprattutto i consacrati, sono particolarmente sfidati da questa moda, che è presente - come orizzonte, come milieu, come atmosfera - in vari fenomeni quali la musica, il cinema, i gruppi di studio, le terapie, i programmi televisivi e, spesso, fa capolino anche in ambienti di formazione spirituale, sacerdotale e religiosa.

Astrologicamente si chiama nuova era (New Age) il passaggio dall’Età dei Pesci a quella dell’Acquario. Secondo alcuni astrologi, ora «viviamo nell’Età dei Pesci, dominata dal cristianesimo, che verrà sostituita dalla Nuova Età dell’Acquario all’inizio del terzo millennio».2

Questo mutamento epocale viene descritto come caratterizzato da un nuovo paradigma di vita, che esprime il desiderio di una esistenza armonica e sana - vita aurea, salute olistica -, frutto non tanto di un intervento divino (la grazia), quanto piuttosto di una autoeducazione umana e di pratiche fisioterapiche, quali l’agopuntura, la chiroterapia, la kinesiterapia, l’iridologia e vari tipi di bodywork.3 Il New Age pone, infatti, l’accento sulla corporeità e sulla ricerca dei modi di espansione della coscienza alla ricerca di un “dio all’interno di se stessi”.

Nella elaborazione di questo nuovo modo di pensare hanno influito soprattutto le antiche pratiche occulte egiziane, la cabala, il primo gnosticismo cristiano, il sufismo, la sapienza dei druidi, il cristianesimo celtico, l’alchimia medievale, l’ermetismo rinascimentale, il buddismo zen, lo yoga e altro ancora.

I temi centrali del New Age, al di là della immensa varietà delle proposte, sono i seguenti:

 

- Il cosmo è un tutto organico.

- È animato da un’energia, che viene chiamata Anima o Spirito.

- Non mancano entità spirituali.

- L’uomo è capace di ascendere a sfere superiori invisibili e di controllare la propria vita oltre la morte.

- C’è una conoscenza perenne che è antecedente e superiore a tutte le religioni e culture.

- Esistono maestri illuminati che educano a vivere in questo New Age.4

 

Al teocentrismo cristiano e all’antropocentrismo secolarizzato il New Age sostituisce un biocentrismo ecologico radicale, che si oppone alla visione biblica dell’uomo, come centro del mondo e come qualitativamente superiore ad altre forme naturali.

 

2. L’essere umano secondo il New Age

 Ecco la nostra storia secondo il New Age. È un racconto molto diverso dalla storia biblica della creazione.

Noi nasciamo come una scintilla divina. Siamo quindi partecipi della divinità cosmica a diversi livelli di coscienza. Come co-creatori, noi creiamo la nostra realtà personale mediante un viaggio. Questo viaggio è la psicoterapia e la salvezza è il riconoscimento della coscienza universale. Il peccato non esiste. Esiste solo una conoscenza imperfetta. L’identità di ogni essere umano è diluita nell’essere universale e nel processo delle successive incarnazioni. Siamo soggetti alle influenze astrali e possiamo aprirci alla divinità che vive in noi, in una ricerca costante di un’armonia sempre maggiore fra il sé e l’energia cosmica divina. Non è necessaria alcuna rivelazione o salvezza che provenga dal di fuori delle persone, che pertanto si autoredimono mediante tecniche psico-fiosiche, che portano all’illuminazione definitiva.

Il destino dell’essere umano è dato da una serie di reincarnazioni dell’anima in diversi corpi. Non si tratta del concetto induista-buddista del samsara - reincarnazione come punizione e purificazione -, ma di un’ascensione graduale verso lo sviluppo perfetto delle proprie potenzialità.5 In concreto questo sviluppo tende al contatto con il Sé superiore, che supera tutte le forme di dualismo tra soggetto e oggetto, tra vita e morte, tra psiche e soma e che contiene tutti i ricordi delle nostre precedenti reincarnazioni.

Il New Age non fa riferimento a un Dio personale e creatore, ma a una energia impersonale, immanente al mondo, con il quale costituisce una unità cosmica. Non esiste, infatti, alterità tra Dio e il mondo. Seguendo la fisica atomica e subatomica moderna, l’universo è visto come un oceano di energia e un tutto unico. Per cui il mondo stesso è divino, non è stato creato, è eterno e autosufficiente: “Dio e il mondo, anima e corpo, intelligenza (razionalità) ed emotività, cielo e terra, sono un’unica immensa vibrazione di energia”.6 La conseguenza è che ogni essere umano è un neurone del sistema nervoso centrale della Terra.

 

3. New Age e spiritualità cristiana

 Da quanto finora è stato esposto possiamo ricavare la conclusione che la novità del New Age è l’opposizione frontale al cristianesimo e alla sua visione del mondo. La concezione cristiana di Dio è la rivelazione di Dio Trinità di Persone, che ha creato l’umanità con il desiderio di condividere la comunione della propria vita divina con le creature. Ciò significa che la vera spiritualità non è tanto la nostra ricerca di Dio, quanto l’accoglienza di Dio che cerca noi.

Inoltre, se per il New Age Cristo è un modello cosmico, che può ripetersi in molte persone, luoghi e tempi, come portatore di mutamenti di paradigmi e come potenziale all’interno di ognuno di noi, per la rivelazione cristiana Gesù Cristo è persona divina incarnata che rivela il mistero dell’amore di Dio verso l’umanità e il mondo intero. E la spiritualità cristiana è vivere in Cristo e, mediante il suo Spirito di carità, vivere la vita filiale in relazione al Padre celeste.

Il documento puntualizza bene la differenza tra mistica cristiana e mistica New Age:

«Per i cristiani la vita spirituale è un rapporto con Dio che gradualmente, attraverso la sua grazia, diviene più profondo e in questo processo illumina anche il nostro rapporto con il prossimo e con l’universo.

Spiritualità, in termini New Age, significa sperimentare stati di coscienza dominati da un senso di armonia e fusione con il tutto.

Dunque la “mistica” non si riferisce all’incontro con un Dio trascendente nella pienezza dell’amore, ma all’esperienza scatenata dal rivolgersi a se stessi, da un senso esaltante di essere tutt’uno con l’universo, di lasciare affondare la propria individualità nel grande oceano dell’Essere».7

La spiritualità New Age è immanentistica e umanistica. Essa non implica un incontro interpersonale con Dio, ma un viaggio verso il nucleo ultimo di se stessi. Non è un salire la scala di Giacobbe per elevarsi verso Dio, ma un discendere nelle profondità del proprio essere per raggiungere il proprio dio interiore.

Per la spiritualità cristiana l’incontro con Dio è dono di grazia, per la spiritualità New Age è invece tecnica umana.

Il punto cruciale di contrasto con il cristianesimo è la negazione che la New Age fa della realtà divina al di fuori della propria coscienza. Ogni essere umano sarebbe quindi Dio e la spiritualità consisterebbe nel potere che l’uomo ha di eliminare strati e strati di inautenticità fino a cogliere il proprio personale dio interiore.

 

4. Un decalogo di discernimento

 Per una corretta valutazione della mentalità New Age il documento offre una sorta di decalogo, che intende riassumere alcuni pilastri della nostra fede.

1. Il Dio cristiano è un Dio comunione di Persone che ha creato l’uomo e il cosmo. Per il New Age Dio è una energia impersonale immanente al cosmo.

2. Gesù Cristo per la fede cristiana è il Figlio di Dio incarnato, che ci ha redenti con il suo mistero pasquale. Inoltre esiste un solo Cristo, salvatore unico e universale. Per il New Age, invece, il Gesù storico personale e individuale sarebbe distinto dal Cristo universale, impersonale e presente in più uomini saggi.

3. Per la fede cristiana, ogni essere umano è persona singola, creata a immagine e somiglianza di Dio. Per il New Age l’essere umano si perde nell’essere universale e cosmico, per cui personalità individuali sarebbero patologiche. Insomma il paradigma olistico del New Age costituisce un grave pericolo per l’originalità e la nobiltà di ogni essere umano.

4. Per il cristiano la salvezza è liberazione dal peccato e dono gratuito dell’amore di Dio mediante la partecipazione al mistero pasquale di Cristo. Per il New Age essa è autoredenzione e autorealizzazione mediante tecniche meditative volte a raggiungere il proprio “dio interiore”.

5. Per il cristiano la verità è la Persona stessa di Gesù, via, verità e vita (Cf Gv 14,6), mentre per il New Age la verità è l’armonia della propria psiche e riguarda le vibrazioni piacevoli e le corrispondenze cosmiche.

6. La preghiera cristiana è dialogo interpersonale con Dio. Lungi dall’essere semplice sforzo umano, essa implica un atteggiamento di conversione e un esodo dall’io verso il Tu di Dio. La meditazione New Age è invece esperienza psicologica del proprio io interiore, introspezione e fusione con l’energia cosmica.

7. Per il cristiano la realtà del peccato è centrale e concreta, mentre per il New Age il peccato sembra piuttosto consistere in una conoscenza imperfetta. Il peccato, cioè, non sarebbe un fallimento personale ma l’alienazione dal cosmo.

8. Per il cristiano la sofferenza e la morte trovano valore e riscatto nel mistero pasquale di Gesù. Egli inoltre crede nella vita eterna e nella risurrezione dei morti alla parusia. Per il New Age, invece, la sofferenza e la morte sono fasi di una progressiva evoluzione dell’io mediante le reincarnazioni. Non essendoci un concetto forte di persona umana, non c’è nemmeno la realtà forte di un proprio destino personale ed eterno.

9. Per il cristiano l’impegno sociale è conseguenza della presenza di altre persone in una relazione di amore. L’esasperata autopromozione impedisce al New Age di perseguire un autentico impegno sociale.

10. Per il cristiano il futuro è tutto nelle mani della Provvidenza divina e la nuova era, è e sarà solo ed esclusivamente Gesù, il salvatore dell’umanità e del cosmo. Per il New Age, invece, il futuro è scritto nelle stelle.

 

5. L’Acquario o Gesù Cristo, datore dell’acqua viva della vita eterna?

 La risposta della Chiesa e dei consacrati al New Age è la persona stessa di Gesù Cristo, la sua parola e la sua grazia. Gesù, verità in persona, può offrire la sua acqua viva di verità e di vita anche nell’era dell’Acquario.

L’episodio giovanneo della Samaritana al pozzo di Giacobbe è emblematico. La donna - oggi potremmo considerarla “moderna”, dal momento che ha avuto cinque mariti e quello con il quale convive non è suo marito (Cf Gv 4,17-18) - è affascinata dalle parole di Gesù, che rivela a lei quanto non aveva detto nemmeno ai discepoli e cioè la vera adorazione di Dio Trinità e la sua realtà di messia. La Samaritana accoglie le straordinarie parole del Signore e ne diventa messaggera: quelli del paese infatti informati da lei vanno incontro a Gesù e lo confessano salvatore del mondo (Gv 4,42):

«Questo approccio potrebbe essere molto fruttuoso verso le persone che possono essere state attirate dall’Acquario (colui che porta l’acqua), ma che ricercano ancora la verità in modo autentico. Bisognerebbe invitarle ad ascoltare Gesù che non ci offre solo qualcosa che soddisfa la nostra sete quotidiana, ma anche la profonda e nascosta sete spirituale dell’“acqua viva” [...]. Una persona che incontra la verità si trova subito rinvigorita da un senso completamente nuovo di liberazione riguardo ai fallimenti e ai timori del passato, e “chi desidera conoscere se stesso, come la donna presso il pozzo, trasmetterà agli altri il desiderio di conoscere la verità che renderà liberi anche loro”».8

L’invito a incontrare Gesù, il portatore dell’acqua di vita, avrà un impatto maggiore se proverrà da coloro che, come i consacrati, raccolgono tutta la loro esistenza nella comunione con lui e nella contemplazione del suo volto.

La sfida del New Age è radicale. Il New Age si pone in alternativa a Gesù e al cristianesimo. Anzi il New Age - si legge nel rapporto - è esplicitamente anti-cristiano: non è neutro, è neutralizzante.9 E fa ciò con affermazioni confuse, sfumate, ma radicalmente demolitrici della fede cristiana. Se nel cristianesimo si dà una sana collaborazione fra ragione e fede, nel New Age la ragione lascia il posto alla fantasia gnostica, ai miti esoterici, alla confusione concettuale, al linguaggio segreto. Il New Age non accoglie la rivelazione cristiana e propone un concetto panteistico di Dio, sostituendo la responsabilità personale di fronte a Dio con un senso del dovere verso il cosmo, ribaltando in tal modo il vero concetto di peccato e il bisogno della redenzione in Cristo.

 

6. New Age e vita consacrata

 L’universo New Age è incompatibile con la vita consacrata, perché le toglie il suo centro di attrazione e di perfezione, che è la persona di Gesù. Per questo i consacrati, particolarmente sensibili alle novità spirituali e a una sempre maggiore consapevolezza nell’esperienza di una preghiera viva ed efficace, sono nella condizione migliore per educare i fedeli a una autentica spiritualità cristiana, allontanandoli dalle fatue sirene dell’Acquario.

I loro centri culturali, pastorali e di spiritualità possono essere eccellenti ambienti di discernimento e di valutazione delle nuove correnti spirituali. Bisogna tuttavia essere prudenti:

«Un buon numero di gruppi del New Age colgono qualsiasi opportunità per spiegare la loro filosofia e le loro attività agli altri. Gli incontri con questi gruppi devono essere affrontati con attenzione, e dovrebbero sempre coinvolgere persone che siano capaci di spiegare sia la fede che la spiritualità cattolica, e di riflettere criticamente sul pensiero e sulla pratica New Age».10

Occorre che i consacrati, proprio per la loro esperienza di vita trinitaria in Cristo, non si lascino sedurre da questa religione alternativa, dai suoi metodi di introspezione psicologica, spesso proposti come itinerari di preghiera più intima e partecipata. Il riferimento della preghiera cristiana è Dio Trinità rivelato in Cristo e non il naufragio nelle profondità più nascoste del proprio io.

Anche l’attenzione biblica e “francescana” al cosmo e alla madre terra non deve diventare un principio di vita panteistico, ma deve proporsi come un motivo di lode a Dio creatore e redentore dell’umanità e del cosmo: l’ecologia non deve sostituire la teologia.

Una risposta concreta al New Age è la riscoperta da parte dei consacrati delle ricchezze del patrimonio spirituale cristiano dell’Oriente e dell’Occidente:

«I grandi ordini religiosi possiedono forti tradizioni di meditazione e di spiritualità che potrebbero essere messe a disposizione mediante corsi da seguire o periodi da trascorrere nelle loro case. In parte questo è già stato fatto, ma occorre fare di più. Aiutare le persone nella loro ricerca spirituale, offrendo loro tecniche collaudate ed esperienze di preghiera autentica, potrebbe avviare un dialogo che rivelerebbe le ricchezze della tradizione cristiana e forse chiarirebbe molto del New Age».11

I consacrati sono invitati a portare la genuina esperienza spirituale cristiana dalle cattedrali e dai monasteri al supermarket religioso del New Age. Questo apostolato deve essere fatto non con le parole, ma con la testimonianza. Nutriti dalla Parola e dai Sacramenti, i consacrati sono immagine viva di Gesù nel modo d’oggi e nella grande fiera delle spiritualità alternative. Il consacrato, come alter Christus, anzi ipse Christus, può diventare il vero antidoto alla seduzione dell’Acquario.

 

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