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Alcuni
anni fa, per le vie della capitale, se si incrociavano turisti Svedesi,
Norvegesi, Danesi, nordici, tanto per intenderci, capitava di cogliere
questa lamentela: “In Italia tante trattorie, poche biblioteche”.
Non solo a Roma quindi, ma la denuncia di una carenza di centri
culturali relativa a tutto il territorio nazionale. Oggi qualcosa si
muove. Intanto, un bel colpo d’occhio la Stazione Termini con quella
enorme libreria… e poi le biblioteche, appunto: non di solo pane si
vive.
Si
comincia a concepire la biblioteca come luogo di studio, di svago, di
informazione e aggregazione. E’ questo il leitmotiv che ispira ormai
da anni l’attività delle Biblioteche romane, ma questo termine
rischia di risultare improprio dal momento che, ormai, non solo di libri
si tratta. C’è di tutto. Un patrimonio enorme fatto certo di tanti
libri, ma anche di vari altri strumenti messi a disposizione di tutti.
Ciononostante, ancora troppi non sanno che esiste tanto ben di Dio e non
si servono di questa manna benedetta.
Che
dire poi dei giovani ai quali è riservata un’attenzione tutta
particolare. Dovrebbero far tesoro di queste possibilità offerte e
orientarsi più spesso ai centri culturali. Non solo, ma anche coloro
che a qualsiasi titolo, hanno a che fare col mondo giovanile,
soprattutto quanti sono incaricati della loro formazione, dovrebbero
indirizzarli a questi luoghi della mente: ameni pascoli e praterie del
sapere dove c’è pane per i loro denti, pensiero forte per il loro
futuro, risposte per le loro domande e misteri affascinanti da
investigare con la loro fervida fantasia.
Erasmo
da Rotterdam, nel suo libro: La formazione cristiana dell’uomo, mette
in guardia chi ostacola o non incoraggia il sapere altrui. A nessuno
torna utile privare alcuni della cultura o avere a che fare con
subalterni somari che si possono manovrare e manipolare a piacimento.
Avere dei servi ignoranti anziché persone libere e pensanti va a
scapito della grandezza di chi è loro preposto. Non è grande chi non
tutela la dignità altrui e non coltiva la mente dei propri simili.
E
allora un appello agli educatori a farsi promotori della cultura che
presuppone qualcosa da coltivare: un carattere da forgiare, una
personalità da far emergere affinché non prevalga una cultura priva di
sostanza, che produce solo erudizione, ma abbia la meglio una cultura
ricca di valori, capace di suscitare vita.
E
i giovani, scoprirebbero allora che al mondo non ci sono solo i campi di
calcio e le discoteche. Con tanto di guadagnato per tutti.
Tutti
i media a servizio della parola
C’è
tutto un mondo da esplorare nelle Biblioteche, infinite meraviglie da
scoprire e in cui trovare diletto. Un patrimonio di valore inestimabile
offerto a tutti indistintamente: la cultura è per tutti, come l’aria.
E’
qui che si organizzano convegni e si promuovono iniziative del
tipo:”Leggere… perché no?” per stimolare la curiosità, la voglia
di conoscere, il piacere della lettura e la capacità di leggere bene,
cioè di saper leggere, attività fondamentale per passare da una
concezione nozionistica del sapere e della cultura in genere, ai
processi di analisi e alle sintesi. A questi risultati si perviene con
l’esercizio costante delle proprie capacità critiche, quelle che ci
consentono, alla fine, di poter fare serenamente e con maggior
cognizione di causa, quei distinguo fondamentali tra valori e non, in
definitiva, tra bene e male. Virtù e qualità tanto più necessarie e
indispensabili oggi di fronte al bombardamento di segnali e stimoli a
cui la società fortemente tecnologizzata ci sottopone senza soluzione
di continuità.
Vincenzo
Cerami, Oscar con Benigni per la sceneggiatura di La vita è bella, in
una rivisitazione di Socrate, pur restando fedele ai Dialoghi di
Platone, ci propone questo personaggio in versione modernissima con un
linguaggio vivo e attuale che tratteggia una società contemporanea
corrotta dal potere dei soldi, ma attraversata da un bisogno estremo di
ritrovare un senso e un’identità etica.
Dice
Cerami: “Quella società ateniese somiglia brutalmente ai nostri
tempi… dove tutti credono di sapere e non sanno nulla… vivono
nell’errore e nel conformismo”, incapaci di difendere dei principi
per non soffrire: si adeguano perché è più comodo.
Allora
Socrate dice a Critone che bisogna dar retta soltanto a coloro che
pensano, i soli a non dover giustificare i loro atti. Manca un Socrate,
mancano maestri credibili, capaci di smascherare i vuoti rituali, le
apparenti certezze e di ricordare a tutti l’urgenza di una morale in
tempi in cui prevale l’immagine e conta la sola apparenza.
Viviamo
in una società passata troppo velocemente dai valori fondanti di una
civiltà contadina, abbandonati in tutta fretta per far posto al
consumismo, a una società che rifiuta ogni trascendenza. Pressati da
dottrine e fantasie edonistiche, sottratti a spinte culturali forti e
motivanti e sottoposti al richiamo del denaro, la ‘cifra’ è oggi
l’unico elemento che fa la differenza fra gli uomini.
E
qui lasciamo spazio a qualche rimpianto: “La civiltà moderna ha
meccanizzato il Logos... Riduce la parola a numero mentre l’uomo
antico e primitivo riduceva anche il numero a parola” E’ la
constatazione dolente del poeta russo N. Gumilev.
Colui
che familiarizza col mondo dei libri, poco per volta, entrerà in un
nuovo e migliore rapporto con la realtà tutta. I libri non riducono
l’autonomia di chi non ha carattere così come non offrono illusioni e
surrogati della vita a chi è incapace di vivere. Essi, quando sono
buoni libri, proiettano verso la maturità, portano a nuova
consapevolezza. In altri termini, conducono alla vita: “La parola è
un condottiero della forza umana” (V. Majakowskij).
Per
questo la promozione della lettura, l’invito alla lettura è al centro
di tutta l’attività delle Biblioteche, per suscitare il gusto di
leggere, elemento fondamentale per sviluppare autonomia di giudizio e
apprendere conoscenze.
Oasi
per l’intelletto
Una trentina di
biblioteche, uno dei più importanti patrimoni, almeno in termini di
valori, sparse per la città di Roma, - consentiteci il paragone - sono
come altrettanti parchi naturali. Già Cicerone diceva: “Se il tuo
giardino è in biblioteca, non ti mancherà nulla.”
Circa 270 addetti al
servizio degli utenti. Migliaia di volumi. Spesso frutto di donazioni.
Il collegamento con gli
utenti avviene attraverso la pubblicazione di “Biblio news” che ha
lo scopo di illustrare la programmazione, attività e iniziative del
periodo, mese o bimestre che sia, e portarle a conoscenza di tutti gli
interessati.
E poi Opere varie,
tanti cd, cd rom, audio e videocassette, giornali - come vedremo - alla
portata di tutti. Chiunque potrà ascoltare musica, visionare un
documentario, godersi un film, navigare in internet. Ognuno può entrare
e liberamente accedere alla consultazione di opere, lettura dei
giornali, chiedere in prestito libri, cd, cd-rom. Partecipare alla
presentazione di novità editoriali, a iniziative per leggere e
raccontare gli scrittori, alla rivisitazione di libri d’Autore.
E partecipare a una
serie di attività collaterali quali: Mostre, Cicli di conferenze,
Incontri culturali, Convegni, Laboratori per ragazzi, Seminari, Rassegne
cinematografiche, l’Estate romana per i ragazzi con le sue numerose e
interessanti iniziative. Attività teatrali, letterarie, artistiche in
genere.
Aree
di maggior interesse
Numerose le tematiche
che catturano maggiormente l’attenzione.
I grandi eventi,
ad esempio, come quello del Giubileo, intorno al quale si sono svolti
una serie di incontri a carattere interreligioso, molto lodevoli. E poi
“Le vie sacre di Roma”, una rassegna di eventi artistici che vanno
dalla musica alle mostre, dal teatro alla danza per la pace. Iniziative
organizzate con la partecipazione e la collaborazione delle comunità
religiose presenti a Roma: cattolica, evangelica, islamica, ebraica,
induista e buddista.
Attenzione ai diritti
umani, agli ultimi, con mostre fotografiche, videoinstallazioni,
videobox, filmati, libri e riviste di strada, incontri. Merita un cenno
la mostra “One by one”, Uno alla volta. Mostra dedicata alle opere
di artisti, figli di sopravvissuti all’Olocausto e di discendenti di
appartenenti al Terzo Reich.
Attenzione al disagio
sociale con una mostra fotografica di autori che hanno posato il loro
sensibile sguardo su questi problemi. Durante la Mostra si sono
susseguite varie conferenze tenute da operatori della Caritas e della
Comunità di S. Egidio, proiezioni di filmati, ecc.
Don Milani l’aveva
capito molto bene. Bisogna saper leggere e scrivere per tutelare i
diritti umani. A Barbiana i suoi ragazzi hanno avuto la fortuna di un
simile maestro che dettava così le regole dello scrivere senza
concedere nulla all’accessorio:
Alta considerazione per
tutti i gruppi etnici presenti a Roma per i quali si è creato un
nuovo sito internet. “Romamultietnica”. Sito multiculturale delle
Biblioteche di Roma in grado di offrire links significativi
sull’intercultura in tutto il mondo relativamente a: attività
imprenditoriali, spirituali, artistiche e culturali degli immigrati.
Alla loro letteratura, alla musica, al cinema e alla pittura dei paesi
extraeuropei, mettendo l’accento sulle opere dei loro artisti:
pittori, scrittori, musicisti e registi residenti a Roma. Particolare
rilevanza si dà alla loro spiritualità, alla cooperazione e sviluppo,
al rapporto Nord-Sud del mondo, al problema delle adozioni a distanza e
in genere a ogni forma di solidarietà.
Altra tematica molto
presente è l’ecologia con itinerari ecologici e una guida, tra
l’altro, per “seguire, attraverso la scrittura, i numerosi mutamenti
nell’immaginario e del linguaggio tradizionale della natura”. Ma
soprattutto per offrire un orientamento critico nella fitta foresta di
libri a contenuti naturalistici e ambientali poco noti.
Attività e iniziative
varie si promuovono anche a favore degli anziani i quali, se
impossibiliti a recarsi nelle varie biblioteche, possono delegare una
persona di loro fiducia e avere in prestito libri e altro.
Buon’ultima, ma
sempre al primo posto, l’attenzione particolare dedicata ai giovanissimi,
riservando loro gli spazi più significativi. Qui gli utenti più
giovani possono scegliere fra lettura di libri e giornalini,
consultazione di enciclopedie e dizionari, giochi da tavolo, cicli di
lettura ad alta voce, visite guidate riservate per musei, esposizioni o
altro e, naturalmente, l’utilizzo delle nuove tecnologie che li
attraggono in modo particolare: postazioni multimediali per visionare
cd-rom e film, navigare in internet e usare la posta elettronica. Un
interessante spettacolo vederli, vederne tanti, intenti al loro lavoro,
in rispettoso reciproco silenzio.
Tutto per loro il sito:
http://www.informagiovani.it
Attività estive.
Libri e media diversi alla portata di tutti. Le Biblioteche escono dai
loro ambienti naturali e traslocano nelle piazze, parchi, giardini,
ville, andando incontro alla gente, soprattutto ai ragazzi e ai giovani.
Con incontri letterari su autori, improvvisazioni teatrali, letture e
iniziative particolari nei giardini e nelle ville come “Giochi e mondi
da scoprire”.
Biblioteche come una
specie di cittadella multimediale nel parco della Farnesina, racchiusa
in un gazebo dotato di monitor e computer a disposizione del pubblico,
specie dei più giovani e dei ragazzi.
Con i Bibliobus nelle
zone verdi, nei parchi, là dove si svolge un avvenimento con grosso
assembramento di persone come all’ippodromo delle Capannelle. Sono
questi delle autentiche Biblioteche itineranti per raggiungere
l’utenza, che di solito non frequenta i luoghi a ciò deputati le
biblioteche con libri cd, cd rom e postazioni informatiche. I punti
sosta, perciò, sono generalmente nelle grandi periferie, più difficili
da raggiungere nei modi consueti.
Collaborazioni interessanti
e fruttuose si instaurano con gli Istituti di pena e con le Scuole
della capitale, per le quali c’è anche una particolare
Bibliocard-scuola.
Si istituiscono le
biblioteche di Istituto. Ed è in programma la realizzazione di un
progetto di rete telematica condivisa per la gestione dei cataloghi che
ogni struttura vorrà autonomamente adottare.
Varie iniziative
culturali di promozione della lettura hanno coinvolto o visto la
partecipazione di 51.000 utenti.
Significative le
consultazioni multimediali e le navigazione in internet con 90
postazioni disponibili offerte al pubblico.
Fra i più consultati i
libri d’arte - le opere generali - i libri di storia e geografia.
Circa i prestiti,
prevale la letteratura: romanzi e racconti.
Colpisce l’aumento
vistoso delle opere date in prestito o consultate negli ultimi tempi
rispetto a quelli registrati in precedenza:
Nel settore dei Cd e Cd
rom, prevale la musica; mentre il cinema la fa da padrone nel settore
delle videocassette.
La Multimedialità
ha trovato ampio dispiegamento soprattutto con l’internet.
Si impara ad amare i
Media, a usarli per veicolare parole di verità, nel tentativo di
smentite le preoccupate analisi della giornalista Paola Biocca, deceduta
in un incidente aereo durante una missione umanitaria: “Spesso ciò
che i media adorano non è la verità, bensì la violazione della verità”.
Una Biblio-mappa,
molto pratica da consultare, descrive ampiamente la rete di questi
Centri culturali, riporta le denominazioni di tutte le Biblioteche con
relativo indirizzo, la specializzazione e l’elenco di tutti i servizi
che ognuna offre: Multimediale - Emeroteca – Videoteca – Audio -
Postazioni multimediali – Mediateca - Laboratorio linguistico
Per tutto questo e
altro è sufficiente, attraverso una semplice iscrizione, procurasi la Bibliocard,
una carta magnetica valida per due anni che consente l’accesso in
tutte le biblioteche del circuito. Offre sconti e convenzioni in alcune
librerie, cinema, teatri e l’invito a eventi speciali.
Per saperne di più
c’è sempre:
http://www.comune.roma.it/cultura/biblioteche
Cultura
e trascendenza
In tempi di culturismo,
in cui è importante esibire i muscoli e pensare alla cura del corpo più
che della mente, non fa meraviglia che si legga poco e male
privilegiando letture di scarsa o di nessuna consistenza, e che si
consideri il libro solo come un antipatico testo scolastico o, comunque,
qualcosa che poco o nulla ha a che fare con l’esistenza quotidiana. La
cultura, quella vera, giova ricordarlo, eleva ogni dimensione della
vita. La parola scritta è il canale di accesso all’ascolto e alla
comprensione della voce umana. Leggere, talvolta può significare stare
in ascolto della voce di Dio – ne fa fede quel: “Prendi e leggi”
rivolto ad Agostino -; e non leggere può coincidere col non sentire più
questa voce e magari ritenere che Dio sia diventato muto in una Europa,
per non valicare gli oceani, in cui il grande patrimonio della sua
vastissima e molteplice cultura non deve più restare inutilizzato nei
contenitori, o ‘conservato nel liquido dei media’.
Un poeta e narratore
francese, Christian Bobin, afferma che con un linguaggio puro, il più
onesto, il più semplice possibile, si può permettere a qualcosa che è
veicolato dalla lingua, ma che proviene da ben più lontano e affonda le
radici nelle profondità più recondite, di continuare a volare, a
circolare. La scrittura ha a che fare con la gratuità, ma anche col
vento, è qualcosa che disturba e rinfresca, qualcosa che passa
inesorabilmente senza soste e non chiede se non di passare. Mentre la
tecnica è sempre al servizio di una potenza o di un istinto di potere,
la scrittura è al servizio dell’uomo e chi scrive non lo fa o non
deve farlo per rendere grande se stesso, ma deve scomparire perché il
mondo di sentimenti, di gioia e di bellezza che promanano da uno scritto
lo si percepisce e avvicina solo nella misura in cui l’autore si fa da
parte. La scrittura ha senso in questo scomparire perché è da qui che
emerge la verità, la realtà più alta e sublime che dobbiamo
privilegiare a tutti i costi, anche quando è contro di noi, perché
ogni volta che la verità, sia pure in atomi e solo per pochi istanti,
si fa presente tramite una parola o uno scritto, allora appare la
bellezza e si sfiora il divino.
Ma torniamo alle nostre
biblioteche che devono vedersela con le trattorie e facciamo in modo che
esse lascino cadere generosamente le parole, le parole scritte così che
tanti, e i giovani in prima linea, leggano e leggano bene perché con la
‘scrittura buona’ si possa alfine schiodare quel Qualcuno che
“sulla carta è crocifisso coi chiodi delle parole” (Majakovskij).
Biblioteche
e librerie
Il confronto è
d’obbligo. Le biblioteche da sole non potranno mai competere alla pari
con le trattorie. Nessuno pensa a raggiungerle e tanto meno a un
sorpasso. Ma in tempi di coalizioni non sarebbe fuori luogo una
coalizione biblioteche-librerie per tener testa alle rivendite di altri
alimenti. Allora non chiudere, ma spalancare le librerie. Libreria e
biblioteca non si contrappongono, non sono antitetiche, ma si integrano
e finiscono col richiamarsi. Una può apprendere dall’altra il modo
migliore di invitare alla lettura, di porgere un libro. Non c’è
concorrenza ma complementarietà. Si auspica una complicità, un
coalizzarsi.
Chi ama frequentare la
biblioteca finirà per frequentare le librerie, ma queste non potranno
essere molto diverse dalle biblioteche, che ne diventano il modello.
Dovranno disporre di tutti gli strumenti che permettono la comunicazione
della conoscenza, dovranno offrire una molteplicità di servizi oggi
indispensabili a richiamare i lettori e gli utenti in genere. Devono
essere come dei supermercati del sapere in cui si trova di tutto.
Naturalmente, gestite con la modalità proprie delle librerie, che sono
altro rispetto alle biblioteche. Dovranno curare la sostanza e la
funzionalità più che i particolari non determinanti. Non rifiniture e
ricercatezze, ma servizio essenziale e utile. Biblioteche e librerie
popolari, aperte a tutti, dove ciascuno si senta di casa.
Non occorrono sale
sontuose, basta anche uno spazio minimo, un piccolo stanzino, a volte un
corridoio. Non quell’aria un po’ snob, volutamente aristocratica di
certe librerie che allontanano più che essere di richiamo. Certo, le
librerie di oggi e ancor più quelle di domani non potranno altro che
ricalcare questo modello. Ma perché non oggi? Ormai i nuovi strumenti
sono qui a dirci che le librerie dovranno battere queste strade.
Attualmente
il rapporto Centri di lettura-Trattorie è leggermente migliorato
rispetto al passato, con buona pace dei nostri critici del Nord Europa.
Tuttavia ci rimane un desiderio: se non si può pretendere che librerie
e biblioteche sorpassino le trattorie, potremmo sperare almeno in un bel
pareggio, per dirla in termini calcistici. Sì, ci starebbe già bene,
per garantire una sana ed equilibrata alimentazione a tutto l’uomo. O
no?
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