n. 6 giugno 2001

 

Altri articoli disponibili


 

trasp.gif (814 byte)

trasp.gif (814 byte)

trasp.gif (814 byte)

trasp.gif (814 byte)

Cosa pensano i e le giovani di oggi della vita consacrata; soprattutto che pensano della suora? Come la vorrebbero? Quale testimonianza urge e quali azioni compiere per essere tessitrici di pace e suscitatrici di vita tra loro e con loro? Ne scrive M. Michela Marinello, una suora giovane che vive ed opera con e tra loro.

Di Luigi Palomera riportiamo parte di una relazione tenuta durante un Convegno per Superiore Maggiori, organizzato dall’USMI nazionale. Riflessioni opportune per quel “servizio” che, nella concretezza, incontra spesso forti difficoltà. La soluzione? Governare sempre soltanto alla luce dello Spirito. Qui la prima parte. Prossimamente la seconda e ultima.

In marzo abbiamo scritto delle notti di Maria. Altro personaggio unico della storia biblico-cristiana è Paolo. Quali notti e come le ha vissute Paolo? Che hanno lasciato in lui, uomo temerario e appassionato, dopo l’incontro sconvolgente alle porte di Damasco e negli anni dell’irrefrenabile attività apostolica, tutta centrata sul Cristo? Ne scrive Filippa Castronovo.

Nel 1999 veniva pubblicato dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata il documento “Verbi Sponsa”. Pubblichiamo alcune delucidazioni di Herbert Schneider, sul capitolo che ha come tema la formazione iniziale e permanente.

In epoca di computer e di internet hanno ragion d’essere quelle che Lucia Gallus nel suo articolo definisce “praterie del sapere”, che contengono “misteri affascinanti da investigare”? Forse dobbiamo tutti imparare a visitarle e reimparare a leggere. Leggere e rileggere; leggere e soffermarsi. I centri culturali non mancano; offrono prospettive e possibilità molteplici. Per tutti!

Da tempo si parla - e si scrive - della valorizzazione dei laici nelle attività apostoliche. Quale ne è il fondamento biblico-teologico? Lo scrive Marcella Farina: ella centra il discorso di comunione e collaborazione che si fondamenta non sulle necessità impellenti, ma sulla comune partecipazione all’Eucarestia.

Torna indietro