n. 6 giugno 2001

 

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Notizie flash dal mondo delle religiose
di Giampaola Periotto
 

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Voglia di ricominciare. Si ha voglia di ricominciare in Albania, ma i costi troppo elevati dei mattoni per la costruzione di una casa, se paragonati al salario mensile, spingono la popolazione ad utilizzare mattoni di fango, che costa molto meno. La ricostruzione è lenta, ma sistematica, e le nuove case continuano a sorgere nei villaggi senza elettricità, senza strade o acqua. Sr Agnese Bianchi, Adoratrice del Sangue di Cristo, è la responsabile di un progetto che mira a costruire, nella periferia di Durazzo, una casa per Shkurta Aisenaj. E’ una disabile su sedia a rotelle da quando aveva 16 anni (ora ne ha 42) ed è costretta a vivere in casa della sorella dove risiedono altre sette persone e non ha, dunque, lo spazio sufficiente per potersi muovere.

Quando è l’estrema povertà a decidere… Sr Agnieska Luzniak e Sr Eva Brauza, due Adoratrici del Sangue di Cristo della Provincia religiosa di Wroclaw (Polonia) dal 1991 in missione a Micolaiv, in Ucraina, comunicano la loro esperienza apostolica. Esse sono grate al Signore per essere state chiamate a lavorare in quella terra. Appena hanno imparato i primi rudimenti della lingua locale hanno cominciato a guidare la liturgia durante le celebrazioni nelle diverse chiese, che sono tutte ad enorme distanza l’una dall’altra. Si sentono come in un grande oceano, perché le religiose e i sacerdoti   sono molto pochi. Lavorando tra la gente, hanno intuito subito che il sistema politico comunista, distruggendo materialmente le chiese, ha distrutto anche la coscienza morale delle persone, ha cancellato i dieci comandamenti. Ma dove si fa esperienza del male, si sa, si sperimenta la grazia. Ogni persona che viene in chiesa e chiede alle suore di essere preparata ai sacramenti, è un grande dono e segno della grazia divina, è un vero miracolo. Nella catechesi agli adulti, le ASC sono venute a conoscenza di un grande problema: l’aborto! Ogni donna ha abortito più volte (alcune da 9 a 15 volte!). Che praticare l’aborto fosse peccato, le donne ucraine l’hanno saputo solo con la catechesi, fino ad ora l’aborto per loro era stato soltanto un mezzo per regolare le nascite. I medici trattano l’aborto come un semplice intervento e non spiegano alle donne le conseguenze che esse dovranno affrontare nella vita. Nella città dove le ASC vivono, si arriva a contare fino a 100 aborti al giorno: 100 vite spezzate sul nascere!

Con l’aiuto di una ginecologa, che è contro l’aborto, le suore prendono iniziative per aiutare prima di tutto le donne. Occorre aiutarle materialmente, perché quasi sempre è la povertà estrema a indurle a prendere la decisione di abortire. Le suore hanno aiutato quattro bambini a venire al mondo. Occorrono aiuti finanziari e cuori pronti… si confida nella Provvidenza che non manca di segni visibili. Infatti, a Natale, i sacerdoti e i seminaristi di Wroclaw hanno venduto le candele e con il ricavato hanno dato un sostegno al progetto delle ASC in Ucraina. Non solo, essi digiunano una volta alla settimana per risparmiare i soldi e darli per lo stesso scopo. Le ASC, fiduciose, sperano di trovare cuori sempre aperti e generosi per continuare a salvare tante vite umane!

Ferve la passione missionaria, il desiderio dell’annuncio “Ad Gentes” perché Cristo sia conosciuto come Salvatore di ogni umana situazione fino alla piena redenzione dello spirito. Una nuova comunità religiosa della Compagnia Missionaria del Sacro Cuore, fondata in Spagna, va a porre le sue radici nella terra di Cambogia.

Le religiose si pongono l’importante problema delle vocazioni. Dio domanda anche la nostra mediazione nella chiamata, ma occorre “imparare a parlare di vocazione alle donne di oggi”. Forse il linguaggio non è adeguato, lo stile superato, è necessario un nuovo “alfabeto” dicono le Figlie di Maria Ausiliatrice. Secondo Suor Claudia Grenga oggi è molto più difficile che nel passato parlare di sequela.

Con vera gioia si è celebrata la festa delle Tre Patrone d’Europa: Caterina, Brigida, Edith Stein. Il ricordo si è focalizzato su ognuna, ma si è soprattutto soffermato sul martirio della giovane carmelitana, mediatrice tra il mondo cristiano ed ebraico, vita offerta nello spirito di un autentico ecumenismo.

Abbiamo ricordato lo scorso anno, proprio da questa rubrica, la beatificazione di M. Elisabetta Hesselblad, restauratrice e fondatrice dell’Ordine del SS. Redentore. Ad un anno da quella famosa data del 9 aprile 2000, il card. Josè Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei santi, ha presieduto la Celebrazione Eucaristica nella comunità brigidina di Piazza Farnese. Il Cardinale ha fatto memoria che il Papa nella Novo Millennio ineunte, al n. 7 ha parlato proprio anche di Elisabetta quando scrisse: “il secolo che ci siamo lasciati alle spalle, ha assicurato alla Chiesa una grande schiera di santi e di martiri… la santità è apparsa più che mai la dimensione che meglio esprime il mistero della Chiesa”. Elisabetta Hesselblad ci ha dato il “messaggio eloquente che non ha bisogno di parole, perché rappresenta al vivo il volto di Cristo” Ella “si distingue – prosegue il Cardinale – per essere uno splendido esempio di una donna religiosa del nostro tempo che ha speso i suoi anni nell’immersione più profonda nella preghiera, nel silenzio, nella vita di fraternità, nell’apertura caritativa verso i poveri, nell’attenzione ecumenica”.

Le Suore di carità dell’Immacolata Concezione di Ivrea hanno individuato, nelle loro Assemblee di studio, di riflessione e di preghiera, che la vita consacrata, in un mondo individualista, scarso di relazioni vitali, deve contraddistinguersi per una sana e gioiosa vita comunitaria.

In un tempo in cui si parla di rifondazione della vita religiosa, occorre risentire i Fondatori come viventi, capaci di interpretare, nella mozione dello Spirito, le nuove necessità. Suor Rosada fma sostiene questo pensiero in una relazione tenuta presso l’associazione dei membri delle Curie Generalizie.

La festa dell’8 marzo non è passata invano per le religiose che vedono anche nelle varie manifestazioni civili un segno e un richiamo dei tempi. Così le Suore Comboniane hanno avviato un sito – internet  proprio sui temi femminili per una nuova evangelizzazione.

Il problema dell’ecumenismo è quanto mai scottante e presenta difficoltà che talora sembrerebbero insuperabili. L’abate Benedettino di Chevetogne vede nell’opera dei religiosi e soprattutto delle suore la possibilità di sbloccare muri psicologici con le Chiese Orientali.

Il 30-31 marzo u.s. si è svolto a Roma il Congresso USMI-CISM: “chiamati per un cammino comune di riflessione, dialogo e condivisione”. Ha aperto l’Assemblea Mons. Natalino Zagotto, Vicario Episcopale per la Vita Consacrata nel Vicariato di Roma e ha richiamato l’importanza fondamentale di due altri Convegni posti sempre all’interno delle esigenze della Chiesa e della società del tempo. 2-5 Gennaio 1980: “Presenza e missione dei religiosi e delle religiose nella Chiesa di Roma”- 29 gennaio – 2 febbraio 1985:”I religiosi e le nuove istanze pastorali di Roma”. Mons. Zagotto ha fatto anche memoria del Sinodo Pastorale Diocesano, all’interno del quale le religiose hanno lavorato con dedizione, competenza e vero spirito apostolico. Non ha dimenticato l’Assemblea del 24 Ottobre 2000 che ha dato l’imput per la realizzazione di questo Congresso, svolto proprio in vista del Convegno Diocesano di Giugno, come ha ampiamente illustrato, riferendosi alla missione permanente, Sua Ecc. Mons. Cesare Nosiglia, Vicegerente di Roma. Suor Enrica Rosanna fma, sociologa dell’Auxilium, ha condotto l’Assemblea nella riflessione sull’ “apporto culturale degli Istituti di vita consacrata nella Chiesa di Roma”, esaminando il progetto culturale, dichiarando che la vita consacrata è in se stessa autentica evangelizzazione della cultura. Tre strade preferenziali sono battute dalla vita consacrata: la Martyria o dono dell’autenticità nella sequela di Cristo, la Koinonia o testimonianza di comunione, assumendo la spiritualità della comunione, la Diakonia o incontro tra il Vangelo e i bisogni della gente. E’ seguita la relazione di P. Vittorio Liberti, S.J. Presidente della CISM, su

“La vita consacrata nella dinamica culturale della città oggi: ragioni di un impegno”.“ Ciò che si deve assolutamente evitare - ha affermato - è la vera sconfitta della vita consacrata, che non sta nel declino numerico, ma nel venir meno dell’adesione spirituale al Signore e alla propria vocazione e missione”.

Le Figlie dell’Oratorio, all’inizio del Nuovo Millennio, hanno vissuto la seconda Assemblea di verifica del Capitolo. “Il tempo favorevole”, “il tempo opportuno” hanno suggerito di “Ripartire da Dio” per poter andare agli altri. La lettura sapienziale di una tradizione che non può essere annullata, il desiderio di vivere pienamente il presente e di proiettarsi in un futuro carico di vitalità ha sostenuto il lavoro di queste sorelle  in Assemblea. Hanno ricordato le parole del Papa che hanno stimolato in “Vita Consecrata” a raccontare una gloriosa storia, ma soprattutto a costruire una grande storia. Le giornate sono state intense di fraternità, di ascolto di sorelle che lavorano in Ecuador e in Argentina nella certezza che l’Istituto è voluto da Dio, nel desiderio di condividere i valori carismatici in uno stile di speranza, gratuità, semplicità e comunione, nella responsabilità di vivere con radicalità la consacrazione, nell’impegno di riqualificare le relazioni, nella ravvivata coscienza di essere nella Chiesa e per la Chiesa.

“Non c’è membro della Chiesa che non debba qualche cosa al Carmelo”, così si esprimeva Thomas Merton e così Sr Elia di San Clemente ha respirato a pieni polmoni l’aura del monastero carmelitano, facendosi compagna e sorella di viaggio di S. Teresa di Lisieux. Anche lei muore giovane, a 26 anni per un’encefalite fulminante, il 25 dicembre 1927, al suono largo e festoso dell’Angelus. Sr Elia, al secolo Teodora, nome fatidico, non ha ricoperto ruoli di importanza in monastero: l’ultimo suo incarico fu la cura della cappella, compito che la rese felice di essere “custode del Divin Prigioniero”. Tutta la sua vita è stata una tensione alla santità con l’identico ideale di Teresa di Gesù Bambino, di essere “santa, gran santa” e lo è stata nel quotidiano e feriale. La sua vita è stata costellata da sentimenti di amore per Gesù Eucaristia, contenuti anche nei suoi “Scritti”: Pensieri, Sentenze, Devozioni e Poesie”. E’ il piccolo “Carnet de Dieu” di questa sorella Venerabile che nei suoi canti di lode, di adorazione, ripropone il Cantico dei Cantici.

150° di fondazione: Le Suore “Povere Figlie delle Sacre Stimmate di S. Francesco” di Assisi, sabato 26 maggio 2001 a Firenze e domenica 3 giugno 2001 a Piazza S. Pietro in Roma, concluderanno l’anno delle celebrazioni del 150° anniversario della nascita dell’Istituto, fondato nella Pentecoste del 1850 a Firenze da Sr Anna Fiorella Lapini, mossa dall’amore a Gesù Cristo, Uomo-Dio-Crocifisso, e dalla passione per i poveri. Il 15 aprile 1860 la Fondatrice, poco più che cinquantenne, lasciò questo mondo: l’Istituto in soli dieci anni aveva varcato i confini della Toscana e si era esteso allo Stato Pontificio e nel Regno di Napoli. Le fondazioni, nel 1860, erano 37, di cui 21 nella Provincia Toscana, 8 nella Provincia Romana e 8 nella Provincia Napoletana. Le Stimmatine erano in tutto 349. Attualmente, nel desiderio di curare le stimmate degli uomini del nostro tempo, esse si dedicano a varie opere assistenziali, all’educazione della gioventù, alla pastorale parrocchiale e a tutte le necessità che sono espressione del Carisma, inserendosi anche in ambiti marginalizzati. Si prodigano generosamente nell’annuncio del Vangelo in terra di Missione. Sono presenti in Italia, Albania, Spagna, Brasile, Bolivia, Ecuador, R.D. del Congo.

Le Suore Guanelliane celebrano il 10° anniversario della beatificazione di Sr Chiara Bosatta. Dieci anni fa infatti, proprio il 21 aprile 1991, Giovanni Paolo II dichiarava Beata Sr Chiara, una nascosta e fulgida religiosa che ha consumato la sua giovane vita di 29 anni al servizio dei più poveri. Ella visse sotto la guida discreta e sapiente di un padre spirituale, elevato lui pure all’onore degli altari: don Luigi Guanella. La Beata Chiara, con la sorella Marcellina e poche altre giovani, formò a Pianello Lario, sul lago di Como, una fraternità riunita inizialmente attorno a un generoso sacerdote, don Carlo Coppini. Questa fraternità è passata quindi alle direttive spirituali di don Luigi Guanella, prete relegato dai suoi Vescovi, nei primi tempi, in parrocchie sperdute fra i monti. Proprio questo prete, che nulla poteva dire all’opinione dei “grandi”, divenne fondatore della Congregazione religiosa dei Sacerdoti di don Guanella e di quella delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza. Chiara è fra queste, un fiore gracile e mite, tuttavia forte in un amore. Lo spirito missionario, pur nato nel contesto di una vocazione alla solitudine e al nascondimento che la volevano sottratta all’attenzione degli altri, la portò a dedicarsi alle persone debilitate, agli anziani, agli ammalati: a quelli che non contano agli occhi della società, ma sono ben noti a Dio.

Caterina Cittadini è stata beatificata domenica 29 Aprile. Ella è un “modello di santità femminile e di maternità educativa” secondo quanto riflettuto nella Tavola Rotonda, tenutasi nei giorni precedenti la solenne beatificazione, presso l’Arciconfraternita dei Bergamaschi in Roma. Caterina ha conosciuto la sofferenza, assieme alla sorella Giuditta, ancora da bambina, quando rimase orfana e venne accolta presso il Conventino di Bergamo. Proprio in questa casa incontra il direttore don Giuseppe Brena che fu per Caterina e Giuditta un vero padre che, con acuto intuito, comprese la vocazione delle due sorelle e le consigliò a rimanere in Somasca “pietre fondamentali” di un nuovo Istituto religioso. La sofferenza ha formato il cuore di Caterina e Giuditta che, divenute adulte, saranno “vere madri in Cristo” di tante fanciulle e orfane. La possibilità di una educazione completa  era allora data solo alle figlie di famiglie nobili o comunque ricche. Le sorelle Cittadini vogliono invece compiere un’opera di giustizia sociale, offrendo anche alle ragazze di ceto medio-basso la possibilità di uno studio più ampio ed esauriente. Ispirata al carisma di S. Angela Merici, diceva alle sue figlie, Orsoline di S. Girolamo in Somasca: “Procurino di tenere sempre un contegno grave, ma dolce e amabile, e che la carità sia quella che le tiene in regola Che tengano per singolare benefizio di Dio l’occuparsi in una carica che appartiene agli Angeli, e si stimino felici ed indegne di essere impiegate all’istruzione delle scolare…” La santità di Caterina Cittadini è santità feriale, vissuta in ogni situazione gioiosa o triste, consapevole della preziosità di ogni istante, priva di particolari rivelazioni o visioni divine, fatta di lavoro, di povertà, di attenzione ai bisogni educativi del suo contesto socio-ecclesiale.

La vita interamente dedicata a Dio e vissuta nella clausura sta esercitando il suo fascino. La rivista “Popoli” dei Gesuiti racconta l’esperienza di Sr Brigida venuta dalla Repubblica Democratica del Congo. Dall’Africa, quindi, giungono nuove vocazioni per i monasteri italiani.

Le religiose dell’Argentina, unitamente ai religiosi, avvertono che la loro consacrazione ha una dimensione caritativa che abbraccia tanti spazi sociali, specialmente quelli a difesa dei poveri. Una grave crisi economica ha invaso quel Paese, creando disoccupazione e incertezze. La vita consacrata non può restare sulla soglia, ma coinvolgersi nella soluzione del grave problema.

Ci sono dei gesti di carità che non sempre sono capiti o conosciuti. Nuove malattie incombono sul nostro tempo e agli scienziati è dato l’incarico di sconfiggerle. Alcune anziane Suore Benedettine degli Stati Uniti si sono offerte come cavie per la ricerca sul morbo di Alzheimer. Parole di gratitudine sono giunte dai vari ricercatori che hanno riconosciuto nel gesto di queste religiose un vero servizio reso all’umanità.

La vita consacrata si qualifica anche per il suo vivo senso di solidarietà. Così nella regione spagnola dell’Estremadura è stato sottoscritto un coraggioso documento di impegno nel campo dell’emarginazione, da parte di 120 fra religiose e religiosi.

Un Cardinale Salesiano e una Suora filippina del Buon Pastore, al terzo Forum negli Stati Uniti sulla giustizia e la pace, hanno richiamato i cattolici al forte senso di solidarietà e di giustizia in una società globalizzata in cui occorre bandire totalmente l’individualismo.

Il terribile terremoto in India ha fatto uno sterminato numero di vittime. A queste sono andate in soccorso molte suore e religiosi, ma il loro lavoro è fortemente ostacolato e messo a rischio. Il Vescovo Carmelitano di Rajot, si fa interprete della dolorosa situazione e critica i provvedimenti messi in atto dal governo indiano, avverso all’aiuto umanitario offerto dai consacrati.

La Superiora Generale delle Figlie di San Paolo, con una forte sensibilità, ci rende noto che le sue religiose sono proiettate per uno sviluppo in Asia e richiama pertanto, con intelligenza, alle esigenze dell’inculturazione.

Nei vari Istituti di Suore e Religiosi è  vivace il dibattito sull’inculturazione, che non è semplice adeguamento alla moda dei mondi in cui si viene a vivere; sotto il “sari”, vestito delle Suore in India, batte il cuore di Cristo.

Il terrorismo basco sta facendo in Spagna le sue vittime. Le Monache Trinitarie hanno indetto un incontro di preghiera come protesta e come intercessione presso Dio di cessazione di tale violenza. A tale incontro hanno invitato altre persone, che hanno aderito all’iniziativa con responsabilità e piena convinzione.

Non c’è età più o meno propizia per fare “grandi cose”, anzi, talora l’età della sapienza è proprio quella avanzata. Sr Lynk, francescana di 80 anni, ha guidato negli Stati Uniti un importante e incisivo seminario sulla non-violenza ed ha avuto il coraggio di porre la sua critica all’individualismo della società statunitense

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