n. 1
gennaio 2003

 

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Preghiere in cammino

‏Noi siamo delle “preghiere in cammino”.
Andiamo in giro a far scuola,
andiamo a lodi e vespri,
andiamo a fare le faccende nelle nostre case...
e interroghiamo Dio e parliamo con Lui
e “custodiamo nei nostri cuori” tutte queste parole
che ci scambiamo.
Gli chiediamo conto delle sue parole, della sua Parola
che ha messo nel nostro cuore come ferro incandescente.
Studiamo e ci interroghiamo
chiedendo a Lui dove abbiamo mal interpretato.
Andiamo ad una riunione
e camminando per le strade delle nostre difficili città
lo interpelliamo, il Signore,
sulla fondatezza dei suoi obiettivi
di giustizia e di pace
che un giorno condividemmo a tal punto con Lui
da impegnarci vita, carriera, famiglia e soldi.

 Noi siamo sempre di più, ogni giorno di più
delle “preghiere in cammino”.
Gli chiediamo: Signore, dicci,
quando proclamavi solennemente “Beati i poveri
e paradossalmente perché anche allora essere ricchi era meglio,
alludevi solo a quelli spiritualmente poveri, nevvero?
Quelli un pò depressi e senza senso alla loro vita,
un pò annoiati e spiritualmente cimici rinsecchite, nevvero?
O parlavi anche di Susy
messa a 10 anni dietro una vetrina bordello
perché venduta da una famiglia povera
a una pescatrice di bimbe-prostitute che l’ha messa a far la vita?
E tu Signore ci volevi fare “pescatori di uomini”, nevvero?
O parlavi dei milioni, pardon miliardi oramai,
di Mugabe, Mercedes, Annette...
che marciscono nei bassifondi della storia,
dove li abbiamo spinti sempre più in basso noi
e le nostre società opulente sedute sulla loro fatica di schiavi?

Come delle “preghiere in cammino
con la testa confusa e il cuore in pianto, in questi nostri giorni bui
pieni di luccichii d’oro, falso oro e brillanti che non luccicano
noi ti chiediamo: Dicci, Signore, quando altisonante e assurdo
tu proclamavi “Beati gli afflitti”, di che parlavi dicci,
della signora che piange perché non ha avuto la pelliccia
e del marito che non ha avuto la giusta promozione
nonostante abbia portato la borsa del suo capo?
O parlavi dei milioni di bambini che sfacchinano dall’alba al tramonto
per le nostre scarpe, i giocattoli, i tappeti, le felpe e tutto il resto
che riempiono le nostre stupide case lussuose?
O parlavi dei morti uccisi dalle guerre civili,
bambini, donne e vecchi,
o parlavi di chi muore di aids e di chi ce l’ha già
nel ventre della mamma
o lo prende succhiando al suo seno avvizzito e malato?

Mentre con la mente in subbuglio e il cuore gonfio
sempre di più siamo “preghiere in cammino
noi ti chiediamo, Signore:
quando all’apice della violenza imperiale del tuo tempo
tu candido e tranquilllo dicesti “Beati i nonviolenti”
chi stavi implicitamente redarguendo,
solo gli zeloti e le loro manifestazioni violente
con i soliti sassi che in quella terra pietrosa
sono lì pronti per esser tirati,
o alludevi anche a quella dei centurioni e dell’impero romano
con le sue regole istituzionali violente,
col suo ‘si vis pacem para bellum’,
cogli schiavi tramandati di padre in figlio,
e con la sua conquista di territori altrui e anche del tuo paese?

 Mentre a capo chino riflettiamo sui giorni bui del nostro mondo
noi siamo delle “preghiere in cammino
e ti chiediamo, Signore: quando tu, come se fosse niente,
dicesti “Beati gli affamati e assetati di giustizia
dicci, Signore a quale giustizia alludevi,
solo a quella dei tribunali e delle loro sentenze
dove purtroppo sempre più il giudizio è sovvertito
per ingraziarsi quel potente o quello opposto,
solo a quella che proclamano con parole altisonanti
ministri e deputati, magistrati e poliziotti
in una guerra per bande che ha per posta la giustizia,
oppure alludevi alla giustizia per il misero e l’oppresso,
per l’indifeso e il calpestato,
per i popoli interi sottomessi agli interessi degli investitori,
alla borsa, al prodotto interno lordo, ai paesi leader
e agli interessi strategici delle nazioni potenti,
anzi dell’unica nazione imperante?

Dicci, Signore, gli chiediamo sempre più perplessi ormai
perchè pensiamo di non riuscire a capire quanto andava dicendo,
dicci Signore, ma quando dicevi “Beati i misericordiosi?
alludevi solo al ‘prenderersi cura’
di chi è ferito dalla nostra economia globale sempre più canaglia
e dalla nostra politica sempre più guerresca
oppure ci invitavi a ‘prendere a cuore’,
sentirle coi palpiti del cuore,
le conseguenze della nostra consapevole e inconsapevole
partecipazione all’immiserimento dei tuoi figli?

E quando proclamavi assurdamente “Beati i puri”, Signore,
alludevi solo ai voti delle suore e dei frati, nevvero?
non la stavi sornionamente additando, la purezza della mente e dello spirito,
anche ai politici dell’epoca, i farisei
e agli scribi d’allora, scienziati e intellettuali
che con ricche commesse appoggiano scientificamente
il potere dei potenti?

Dicci, Signore, gli chiediamo
mentre siamo sempre più “preghiere in cammino
quando sul monte delle tue beatitudini,
in tempo di occupazione, di terrore e guerra
tu dicevi assurdamente e paradossalmente
Beati i costruttori di pace
proclamavi, nevvero? beati
quelli che per difendere e garantire la pace
han fatto le bombe e le han sganciate,
fanno le mine e le nascondono
e mettono nel budget del paese sempre più danaro
per distruggere gli altri,
e dicevi beati quelli che ricorrono al terrore per farsi giustizia,
e quelli che parlano di “guerra giusta”
e che inventano ora “la guerra preventiva”
per evitare che la rabbia dei poveri li colga all’improvviso
e per mostrare i denti agli altri paesi
che non gli venga in mente di poter ragionare alla pari
e difendere in modo nonviolento la pace?
Oppure, Signore, tu volevi il banchetto, la festa
di tutti gli uomini e le donne del tuo creato?

Siamo una preghiera in cammino e ti chiediamo con ostinazione,
Signore:
ma quando, prendendo in parola la Parola
abbiam scommesso la nostra vita
facendo obiezione di coscienza al danaro
per impegnarci sulla povertà
facendo obiezione di coscienza al successo
per impegnarci sulla purezza
facendo obiezione di coscienza alla sfida a Dio
per obbedire al tuo regno di giustizia e di pace,
dicci Signore, eravamo nel torto, vedevamo in modo esagerato
oppure tu volevi che ci salvassimno solo le nostre piccole anime
in un’ascesi personale
che non intaccasse in niente le sorti del mondo dei miliardi
di nostri fratelli?
Dicci, Signore, era forse delirio di onnipotenza
pensare di poterti aiutare a salvare il mondo di Susy, Mugabe e Mercedes e Annette?
Oppure volevi che con la nostra vita personale e comune
la mostrassimo proprio a tutti la tua via per essere felici,
pardon beati,
e che fossimo testimoni viventi che quella è l’unica via
per la felicità di tutto il mondo,
per la festa del tuo regno, pardon delle tue democrazie,
di giustizia e di pace?
 

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